Gas, ci sono buone notizie per l’inverno (ma è allarme per il prossimo)

Giorgia Bonamoneta

6 Novembre 2022 - 15:28

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Stoccaggi pieni al 95% significano un inverno sereno, almeno quest’anno. L’inverno 2023-2024 potrebbe essere più difficile. Ecco perché Snam mette in guardia sul prossimo anno.

Gas, ci sono buone notizie per l’inverno (ma è allarme per il prossimo)

L’inverno 2022-2023 è al sicuro. Snam ha confermato che, in seguito al termine della campagna di iniezione conclusa lo scorso 31 ottobre, il livello di riempimento degli stoccaggi ha raggiunto il 95,2%. In poche parole c’è abbastanza gas per affrontare il periodo più freddo dell’anno, con a disposizione 11,2 miliardi di metri cubi di gas naturale. In caso di picchi di freddo, probabili tra gennaio e febbraio, l’Italia ha la flessibilità sufficiente per attingere al gas stoccato e non rischiare limitazioni o restrizioni.

Se per l’inverno 2022-2023 ci sono buone notizie, a preoccupare è invece il prossimo inverno. Secondo Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, l’inverno 2023-2024 sarà più complesso perché bisognerà ricostruire le scorte facendo a meno del gas russo, il cui flusso è inferiore al 10%. In ogni caso il rischio di razionamento non è del tutto escluso, anche se l’eventualità rimane legata agli usi industriali. Venier fa notare che lo stoccaggio per la prossima stagione invernale inizierà con la fine dell’attuale e tutto dipenderà dal prezzo del gas dei prossimi mesi.

Inoltre la disponibilità di metri cubi di gas stoccati non sarà direttamente collegata nei primi mesi agli impianti di Piombino o Ravenna, poiché questi tra lavori e inizio della distribuzione entrano in funzione solo a partire da aprile-maggio.

Inverno 2022-2023 al sicuro: razionamenti (forse) solo alle industrie

In un inverno normale, piega Stefano Venier di Snam, l’Italia consuma in media 40 miliardi di metri cubi di gas naturale; con il riempimento al 95%, obiettivo annunciato lo scorso 31 ottobre, l’Italia possiede circa 12 miliardi di metri cubi (più 4,5 miliardi di metri cubi di “riserva strategica”). Con il gas stoccato Snam ha confermato che l’Italia risulta coperta per il 25%-30% della domanda invernale. Il restante 10%-15% arriverà dai flussi dei condotti e dal gas liquefatto.

Un risultato non scontato - commenta Venier - quanto è stato raggiunto è un elemento essenziale per guardare con più serenità al prossimo inverno”. Anche in caso di giorni più freddi, con maggiori necessità, esiste la possibilità di erogare con una certa flessibilità più gas; il rischio di razionamento è basso e potrebbe riguardare solo il settore industriale.

A destare maggiore preoccupazione è però il prossimo inverno, quello che ha inizio a dicembre 2023 e conclusione intorno a febbraio 2024, ma che nella fase di stoccaggio impegna gli attori energetici già a partire dall’inizio del nuovo anno. Si parte in corsa, per usare le parole dell’amministrazione delegato di Snam (società di infrastrutture energetiche) che mette in allarme il governo Meloni sulla gestione energetica dei prossimi mesi.

Inverno 2023-2024: perché sarà più difficile

Secondo il report dell’Agenzia internazionale dell’energia l’inverno 2023-2024 sarà complesso. Dopo l’attuale invernata sarà più difficile infatti riempire le scorte e questo perché mancherà il gas russo che per i primi sei mesi del 2022 era giunto ed era stato stoccato in Europa con flussi regolari. Proprio in previsione del prossimo inverno Snam ha attivato un sistema per preservare quantitativi di gas nei giacimenti, ma non è una garanzia e soprattutto non sostituisce il flusso regolare russo dello scorso anno.

Neanche il sistema rigassificatore a Piombino o a Ravenna potrà immediatamente coprire la minor quota di gas russo e questo perché la conclusione dei lavori è prevista per aprile e l’inizio della distribuzione intorno a maggio. Proprio per questo il richiamo ad agire per accelerare i miglioramenti di efficienza energetica, diffusione dell’energia rinnovabile e le pompe di calore è sempre più impellente.

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