Uno dei punti deboli di un impianto fotovoltaico è la sua durata. Adesso pare sia stata trovata la soluzione per allungarne la vita.
Sempre più persone stanno trasformando la propria abitazione da un punto di vista di efficienza energetica montando sul tetto un impianto fotovoltaico. Un modo per generare energia elettrica a costo zero. Nonostante gli incentivi statali per convincere sempre più persone a passare al fotovoltaico, i costi iniziali restano molto elevati. Ma non è tutto, dubbi sorgono anche sulla durata di vita di questi impianti che comunque hanno bisogno di regolare manutenzione per funzionare al meglio.
I produttori promettono e offrono garanzie estese di funzionamento almeno per 20 anni ma ci sono diversi fattori che possono incidere sull’effettiva durata di un impianto fotovoltaico e le sue prestazioni. Fattori che contribuiscono alla diminuzione delle prestazioni dei pannelli solari, tra cui l’impatto dei raggi ultravioletti e la degradazione indotta dal potenziale. Un fenomeno causato da correnti elettriche indesiderate che si formano nelle celle solari.
Poi c’è un altro aspetto meno conosciuto ma che può ridurre significativamente l’efficienza dei pannelli solari, ed è danneggiamento delle sbarre collettrici. Si tratta di sottili strisce di rame, solitamente rivestite d’argento, che sono molto importanti per il trasporto dell’elettricità all’interno del modulo. A seguito di difetti di saldatura, molto spesso possono subire guasti e compromettere il rendimento del pannello. Secondo una recente ricerca, circa il 10% delle avarie che colpiscono i moduli fotovoltaici, sono dovuti a questo problema. Ora però alcuni ricercatori sembra che abbiano trovato la soluzione per risolvere la problematica e riparare il tutto in modo economico e rapido.
Come riparare un impianto fotovoltaico in modo rapido ed economico
Un team di ricercatori ha messo a punto alcuni metodi di riparazione rapidi e economici per intervenire sui moduli dei pannelli fotovoltaici danneggiati senza necessità di dispendiosi test di fotoluminescenza. Si tratta di due approcci distinti. Il primo abbastanza semplice prevede la rimozione della lastra posteriore del modulo per accedere e riparare le sbarre danneggiate, seguita dall’installazione di una nuova lastra.
Il secondo approccio consiste nel rimuovere solo una porzione della lastra in corrispondenza della zona interessata dal guasto. A quel punto poi vanno saldate le barre danneggiate e sigillate con resina siliconica.
Per individuare il punto preciso del guasto, i ricercatori consigliano di utilizzare semplici strumenti come tester dotati di generatori di toni o tracciatori di cavi. Una volta riparato il danno verificare l’efficienza e se ci sono perdite di potenza in uscita.
Prima di procedere alla riparazione gli esperti consigliano però di effettuare dei test di sicurezza e nel caso questi non superino alcuni parametri, procedere con la sostituzione del pannello senza tentare la riparazione. Questo è un modo per salvaguardare la sicurezza dei tecnici.
Se prima in caso di guasto si tendeva a sostituire direttamente il pannello senza nemmeno tentare di capire la causa del malfunzionamento, ora con questo nuovo approccio è possibile riparare in modo semplice e veloce i pannelli fotovoltaici che presentano questi problemi che, come specificato, interessano la maggior parte dei pannelli che smettono di funzionare o lo fanno con perdita di potenza.
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