Flat tax al 10% sugli aumenti di stipendio, la novità in Legge di Bilancio

Patrizia Del Pidio

16 Ottobre 2025 - 09:20

In arrivo con la Legge di Bilancio 2026 una flat tax per detassare al 10% gli aumenti di stipendio legati ai rinnovi contrattuali. Vediamo cos’è e come funziona.

Flat tax al 10% sugli aumenti di stipendio, la novità in Legge di Bilancio

Flat tax al 10% sugli aumenti contrattuali degli stipendi, questa è una delle misure contenute nella Legge di Bilancio 2026 che sarà presentata al Consiglio dei Ministri il 17 ottobre per ottenere il primo via libera del suo iter parlamentare.

Il Governo vuole puntare a incrementare il potere di acquisto dei lavoratori e per garantire un aumento di stipendio sta spingendo per favorire il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro.

Per evitare che l’aumento venga vanificato dalla tassazione e si traduca invece in un reale incremento dello stipendio, la combinazione delle proposte della Ministra del Lavoro, Marina Calderone, e del sottosegretario Claudio Durigon, ha dato vita a una serie di interventi tra i quali anche la flat tax al 10% degli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali.

Flat tax al 10% sui rinnovi contrattuali

L’intenzione è quella di garantire ai lavoratori uno stipendio adeguato. Nella relazione illustrativa della misura si legge che:

La disposizione in esame interviene in materia di rinnovi contrattuali con il duplice obiettivo di assicurare ai lavoratori, in ossequio a quanto stabilito dall’articolo 36 della Costituzione, trattamenti retributivi adeguati, nonché di incentivare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali nell’interesse dei lavoratori stessi. La previsione si inserisce all’interno di un più ampio quadro d’intervento del Governo e in coerenza con quanto previsto dalla legge delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva nonché di procedure di controllo e informazione, legge 26 settembre 2025, n. 144.

Per gli incrementi retributivi corrisposti per i rinnovi contrattuali a decorrere dal 1° gennaio 2026 e fino al 31 dicembre 2028 sarà applicata un’aliquota Irpef ridotta al 10%. L’aliquota ridotta deve essere applicata a tutte le decorrenze che ricadono nel periodo di vigenza del rinnovo. Nell’arco del triennio di attuazione della flat tax, a beneficiarne saranno tra i 14 e i 15 milioni di lavoratori.

Nella relazione si legge che nel caso in cui tutti i dipendenti ottengano un rinnovo contrattuale nel triennio con un aumento delle retribuzioni medio di 800 euro annui, a regime, il monte retributivo ammonterebbe a 12 miliardi di euro annui. Questo è l’importo che dovrebbe essere assoggettato alla flat tax al 10%.

L’impatto finanziario della flat tax

Non tutti i lavoratori, ovviamente, avranno contemporaneamente il rinnovo contrattuale e il relativo aumento. I contratti, infatti, saranno rinnovati nel corso di tutti e tre gli anni di valenza della norma e questo comporta un aumento graduale anche dell’impegno finanziario necessario per sostenere l’intervento che si stabilizzerà nel 2028.

Se si considera, quindi, l’importo annuo di 12 miliardi di euro (che sarà quello atteso a regime, una volta avvenuti tutti i rinnovi) la tassazione ordinaria media sarebbe stata di circa 3 miliardi di euro. Applicando l’aliquota al 10%, il gettito atteso scenderebbe a 1,2 miliardi, con un costo per lo Stato stimato in 1,8 miliardi di euro annui, cifra che rappresenta anche il vantaggio riconosciuto alla totalità dei lavoratori interessati.

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