“Tutto dipende dal cibo”, la centralità della catena alimentare. Intervista a Silvia Lazzaris

Marta De Vivo

07/07/2022

08/07/2022 - 10:39

condividi

Dal produttore al consumatore, la lunghezza della filiera alimentare influisce sulla qualità del prodotto. Silvia Lazzaris ci porta alla scoperta del mondo del cibo.

«Tutto dipende dal cibo» dice sorridendo Silvia Lazzaris, contributor di Will e FoodUnfolded, durante l’intervista in cui abbiamo parlato dell’assoluta centralità che la catena alimentare ha nel nostro mondo.

E in effetti è proprio così. La filiera alimentare comprende tutte le fasi attraversate dai prodotti alimentari durante il loro spostamento dal produttore a noi consumatori.

Oggi più che mai le catene di approvvigionamento alimentare stanno crescendo ma, se inizialmente questo poteva essere percepito come un vantaggio, l’ampliamento della filiera rende più difficile per i consumatori risalire facilmente alle origini del cibo, che spesso viene trasportato per mille luoghi differenti e per dei lunghi periodi di tempo. Una solida catena di approvvigionamento alimentare è essenziale per produrre prodotti sicuri che soddisfino la domanda dei consumatori, questo però, come ci spiega Silvia, non è sempre possibile, in quanto le industrie del commercio al dettaglio, ad esempio, vogliono acquistare alimenti di alta qualità a un prezzo basso dal fornitore, in modo da poter continuare a realizzare profitti e offrire prezzi competitivi.

Silvia ci racconta che la chiave per soddisfare la domanda di prodotti alimentari di alta qualità da parte dei consumatori sta in una catena di approvvigionamento alimentare ben gestita, che contribuirà anche a prevenire l’insorgere di problemi. Le catene di approvvigionamento alimentare sono fondamentali anche per garantire la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti.

La lunghezza della filiera alimentare è un problema comune a produttori e consumatori: attraverso questa, infatti, è possibile risalire facilmente alle origini degli alimenti. Per i produttori, ciò è necessario in caso di richiami o ritiri dei prodotti, mentre per i consumatori significa comprendere l’origine del proprio cibo e come è stato prodotto. Filiere troppo “lunghe” rendono più difficile tracciare la provenienza di un alimento e, di conseguenza, anche la sua qualità.

In virtù della crescita negli ultimi anni della consapevolezza dell’impatto ambientale che alcune filiere alimentari possono avere, si è cominciato a considerare un aspetto fondamentale per migliorare la situazione l’aumento dell’attenzione verso le filiere alimentari “brevi”. Le catene alimentari “più corte”, infatti, comportano vantaggi economici, ambientali e sociali. Il legame con la provenienza degli alimenti può portare a una riduzione degli sprechi e a una maggiore fiducia da parte dei consumatori.

Un altro problema presente nella filiera alimentare è che una sola interruzione della catena, sia essa a breve o a lungo termine, interna o esterna, può portare a carenze, avvelenamenti o aumento dei prezzi dei prodotti e questo colpisce quasi sempre gli elementi più vulnerabili della popolazione.

In seguito alla Brexit, ad esempio, l’industria agricola ha registrato una carenza di manodopera. Di conseguenza, sono state sollevate preoccupazioni per una moltitudine di questioni che andavano dal benessere degli animali, alla sicurezza alimentare, sino all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e alla salute mentale dei lavoratori. Questo è un esempio chiave di come le legislazioni e i cambiamenti, come la Brexit, abbiano un impatto diffuso, in grado di intaccare anche le catene di approvvigionamento alimentare.

Per approfondire tutto ciò, Silvia ci porta alla scoperta di una realtà fondamentale per il nostro pianeta e per la nostra stessa sopravvivenza: il mondo del cibo.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO