Evergrande, azioni sospese. Hopson compra il 51%?

Mauro Speranza

4 Ottobre 2021 - 09:12

Le azioni di Evergrande sono state sospese dalle contrattazioni dopo le indiscrezioni della possibile vendita del 51% di una sua controllata.

Evergrande, azioni sospese. Hopson compra il 51%?

Sempre più difficile la situazione per Evergrande, lo sviluppatore immobiliare cinese ormai vicino al default le cui azioni sono state sospese oggi dalle contrattazioni della borsa di Hong Kong.

La decisione della sospensione è stata presa dopo il mancato pagamento degli interessi di un bond emesso in dollari del valore di 260 milioni.
Stesso provvedimento per i titoli di Evergrande Property Services, dopo che la società aveva annunciato una possibile offerta sulle azioni della compagnia.

Hopson pronta ad acquisire Evergrande?

Un altro sviluppatore immobiliare sarebbe pronto ad acquisire la sua unità di servizi immobiliari Evergrande Real Estate. Secondo quanto diffuso dal Global Times, tabloid prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese, si tratterebbe di Hopson Development, una delle cinque più grandi società private immobiliari nella provincia del Guangdong. In particolare, le indiscrezioni diffuse parlano di un acquisto del 51% di Evergrande Real Estate per un valore di 5 miliardi di dollari.

Dopo la diffusione delle indiscrezioni, anche le azioni Hopson sono state sospese dalla borsa di Hong Kong per evitare nuovi crolli come accaduto per Evergrande, protagonista di un crollo dell’80% dallo scorso gennaio.

La crisi immobiliare in Cina

Evergrande ha accumulato negli anni oltre 300 miliardi di dollari di debiti e la difficoltà nel rispettare le scadenze aveva spinto l’agenzia Fitch a ridurre il suo rating appena un gradino sopra il default.
Si tratta, però, solo della punta dell’iceberg della crisi di un settore, quello immobiliare, da decenni sotto pressione con un aumento dei prezzi insostenibile, soprattutto in città come Pechino, Shanghai e Shenzhen.

La continua richiesta di immobili aveva portato i prezzi a raddoppiare in soli dieci anni e il governo aveva deciso di intervenire nell’agosto scorso imponendo alcuni parametri per limitare l’enorme debito del settore e raffreddare la situazione.
L’intervento di Pechino mirava a migliorare la situazione nel lungo periodo, ma nel breve scatenava una tempesta che minacciava di mandare in bancarotta Evergrande, il più indebitato in Cina, diffondendo nubi tempestose anche su tutto il settore.

Il settore immobiliare in Cina rappresenta un quarto del PIL nazionale e presenta un valore di 52 trilioni di dollari secondo stime di Goldman Sachs.
A fronte di un valore enorme, anche le dimensioni dei debiti sono gigantesche. In Cina l’indebitamento delle aziende rappresenta il 220% del PIL (secondo la rivista Asia Nikkei) e i prestiti immobiliari ne costituiscono il 30% del totale.

Un eventuale default di Evergrande coinvolgerebbe un milione e mezzo di famiglie, con punte dell’80% nelle grandi metropoli, in un paese dove il mattone rappresenta per motivi culturali ancora di gran lunga l’investimento preferito dalla stragrande maggioranza dei cittadini.
Il problema più grande non è un default di Evergrande, ma l’ambiente che ha portato alla sua rovina. Le autorità stanno regolando i prestiti per la casa e quelli alle società immobiliari. I mercati stanno già cercando un prossimo Evergrande”, spiega Kazutaka Kubo, economista senior di Okasan Securities, secondo il quale resta “un rischio crescente che i problemi di Evergrande si diffondano all’intero settore immobiliare cinese”.

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