Cosa sono le quote di legittima? Ecco perché sono fondamentali nell’eredità e tutte le informazioni necessarie per calcolarle correttamente.
La materia ereditaria non è semplice, soprattutto nel contesto italiano. La normativa, infatti, si fonda su un principio almeno apparentemente contraddittorio. Ognuno è libero di disporre del proprio patrimonio e nessuno può viziare la sua volontà nel testamento. Allo stesso tempo, il testatore non può negare l’eredità ad alcuni eredi, i suoi familiari più vicini. Non solo, non può neanche ridurre la loro quota al di sotto di una certa soglia. Si parla in proposito di quote di legittima, che devono necessariamente essere conosciute da chi fa testamento o da chi sta per ricevere un’eredità.
Bisogna infatti sapere che il testamento viene applicato anche quando viola le quote di legittima, per esempio negando tutto anche a un erede che non può essere diseredato, ma l’interessato può agire in giudizio per far valere i propri diritti. L’erede legittimario può ottenere la restituzione del patrimonio ereditario nella misura necessaria a ricomporre la propria quota, a discapito di altri eredi o donatari. Capire come calcolare le quote di legittima è quindi indispensabile per tutte le parti coinvolte, per quanto l’azione giudiziale non sia obbligatoria.
Cosa sono le quote di legittima
Come anticipato, le quote di legittima sono delle percentuali del patrimonio ereditario garantite ad alcuni eredi. Questi ultimi possono rinunciare (ma non prima della morte del defunto) o comunque accettare un testamento che le riduca, ma non possono essere obbligati a farlo. L’erede legittimario, colui a cui viene garantita una quota di legittima, può agire in giudizio per la restituzione liberamente, purché entro 10 anni dal decesso.
In ogni caso, la misura della quota di legittima e il diritto alla stessa dipendono dagli eredi presenti. I figli (tutti) ricoprono un ruolo privilegiato nella successione, seguiti dal coniuge del defunto e dai genitori. Negare l’eredità ai legittimari è possibile soltanto con una sentenza che ne riconosca l’indegnità a succedere, ammessa per situazioni di gravità eccezionale, come il tentato omicidio.
La legittima ereditaria è necessaria a tutelare i soggetti più vicini al defunto, ritenuti in qualche modo meritevoli di una certa partecipazione. Si tratta però di un istituto piuttosto controverso, come dimostrato da una recente pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Quest’ultima ha ricordato con la sentenza del 15 febbraio 2024 che il diritto alla quota di legittima non è universalmente tutelato, esprimendosi su un caso di successione transazionale. Ovviamente, in Italia l’istituto è in vigore e deve essere rispettato, ma ciò dimostra che non si tratta di un paradigma rigido e irremovibile.
Il patrimonio ereditario
Sapere come calcolare la quota di legittima sull’eredità è utile tanto agli eredi, così da sapere quanto spetta loro e verificare il rispetto della legge, quanto al testatore per evitare incongruenze. Innanzitutto, è bene precisare che la quota di legittima deve essere calcolata sull’intero patrimonio ereditario. Quest’ultimo è rappresentato dal patrimonio del defunto al momento della morte, comprensivo di beni mobili e immobili, crediti e debiti e delle donazioni effettuate in vita dal defunto.
Gli eredi legittimari
Gli eredi legittimari sono il coniuge e i figli del defunto e in assenza di questi ultimi gli ascendenti con priorità di grado. Questo significa che il coniuge e i figli hanno sempre diritto alla quota di legittima, indipendentemente dagli altri eredi. I genitori del defunto, invece, hanno diritto alla quota di legittima soltanto se il defunto non aveva figli.
Sul punto è bene precisare alcuni elementi:
- Il coniuge è equiparato all’unito civilmente;
- il coniuge separato perde i diritti successori soltanto se ha ricevuto l’addebito della separazione;
- non c’è distinzione tra figli naturali, legittimi e adottivi;
- non c’è distinzione tra genitori biologici e adottivi.
Per assenza degli eredi legittimari si intende la loro effettiva inesistenza, ad esempio se il defunto non ha mai contratto matrimonio o ha divorziato, oppure se non ha avuto figli, che la loro morte o rinuncia all’eredità (a meno che operi la rappresentazione).
Il calcolo della legittima
L’entità della quota di legittima è definita dal Codice civile e dipende dagli eredi legittimari presenti. Come già detto, i figli concorrono soltanto con il coniuge, escludendo il diritto degli ascendenti alla legittima. Dato che questa categoria di eredi è definita rigidamente dalla legge, al mancare degli altri accresce la quota di legittima di chi è presente.
Eredi legittimari presenti | Quote di legittima |
Figlio unico | Il 50% dell’eredità |
Più di un figlio | 2/3 dell’eredità da dividere per capi in parti uguali |
Coniuge senza figli | Il 50% dell’eredità |
Coniuge e un solo figlio | 1/3 dell’eredità ciascuno |
Coniuge e più figli | Il 50% dell’eredità ai figli da dividere in parti uguali e 1/4 al coniuge |
Ascendenti più prossimi | 1/3 dell’eredità da dividere in parti uguali tra aventi stesso grado |
Ascendenti e coniuge | 1/2 dell’eredità al coniuge e 1/4 agli ascendenti |
Ciò che rimane fuori dal testamento al di fuori delle quote di legittima è la cosiddetta quota disponibile, che il defunto può ripartire come preferisce nel testamento ma che in assenza di quest’ultimo accresce l’eredità degli stessi legittimari. Di conseguenza, in mancanza di eredi legittimari l’eredità è priva di vincoli.
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