Emendamenti alla legge di Bilancio 2023, cosa può cambiare per le criptovalute

Mauro Finiguerra

09/12/2022

09/12/2022 - 10:44

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Alcuni emendamenti proposti per la legge di Bilancio 2023 riguardano la tassazione delle plusvalenze sulle criptovalute, la permuta con cripto-attività e l’imposta sostitutiva

Emendamenti alla legge di Bilancio 2023, cosa può cambiare per le criptovalute

Tra gli emendamenti della Legge di Bilancio in corso di discussione nelle Commissioni parlamentari si scoprono le modifiche che vengono proposte al testo di legge, sia in senso favorevole ai contribuenti sia in senso sfavorevole, che riguardano le criptovalute e le cripto-attività in genere.

Gli emendamenti sono stati presentati da parlamentari in quota sia alla maggioranza che all’opposizione e, ovviamente, sono di tendenza opposta.

Le modifiche sono proposte su alcuni di quei punti critici che avevamo portato all’attenzione in un articolo sulle criptovalute nella legge di Bilancio 2023.

Emendamenti alla legge di Bilancio: cambierà il limite per la tassazione di plusvalenze

La prima modifica che risulta dalla lettura degli emendamenti proposti è quella relativa al limite di importo per sottoporre a tassazione le plusvalenze realizzate nel periodo di imposta.

Il limite proposto nel testo presentato della legge di Bilancio 2023 era di 2.000 euro, ora vi sono parlamentari che hanno inserito emendamenti peggiorativi, eliminando il limite “tout court” e cioè considerando come plusvalenza tassabile anche 1 solo euro di guadagno realizzato. Altri invece propongono di portare il limite a 10.000 euro.

Ricordiamo che il limite attuale è fissato a 51.645 euro.

Emendamenti alla tassazione della permuta fra cripto attività

Una seconda modifica è quella relativa alla esenzione da tassazione dei movimenti fra cripto-attività.
Nel testo della legge di Bilancio 2023 si rileva che non comportano realizzo di plusvalenze le permute di cripto-attività “aventi medesime caratteristiche e funzioni”.

Questo significa che uno scambio tra una criptovaluta, ovvero un currency token, e un Nft, ad esempio, comporterebbe il realizzo di una plusvalenza tassabile.

Ora alcuni emendamenti propongono di cancellare l’inciso fra virgolette, evitando così che il passaggio fra cripto-attività venga tassato, con una sorta di chiusura nel mondo digitale.
Sarebbe come dire che “quello che accade nel mondo cripto rimane nel mondo cripto”.

Un ulteriore emendamento inoltre introdurrebbe l’esclusione da tassazione anche per la mera detenzione di cripto-attività.

In effetti nel testo della legge di Bilancio 2023 è stato inserito come elemento per rilevare eventuali plusvalenze da realizzo anche la semplice detenzione delle cripto-attività, ma questo potrebbe essere fuorviante perché l’investimento in criptovalute e cripto-attività è determinato dalla detenzione, dunque potrebbero insorgere confusioni ed incertezze su questo termine che potrebbe creare ambiguità nella rilevazione di eventuali violazioni della norma.

Emendamento alla percentuale della rideterminazione delle cripto-attività al 1.1.2023

Nel testo della legge di Bilancio 2023 viene proposto il pagamento di una imposta sostitutiva del 14% da applicare al valore delle cripto-attività detenute al 1.1.2023 e non dichiarate in precedenza.

La percentuale individuata probabilmente è stata mutuata da quella applicabile alle rivalutazioni di partecipazioni e di terreni, riaperte in altri articoli della bozza della legge di bilancio 2023.

Ma un emendamento propone di portare l’aliquota dell’imposta sostitutiva al 26%, per equipararla alla tassazione forfetaria già prevista per i redditi di capitale e per le plusvalenze da cessione partecipazioni.

Emendamento al valore delle cripto-attività da indicare per il monitoraggio

Non essendo stato precisato nella legge di Bilancio 2023, un ulteriore emendamento propone di indicare nel Quadro RW il valore delle cripto-attività detenute al 31.12 di ogni periodo di imposta, o alla fine della detenzione se avviene prima della fine dell’anno, al costo di acquisto.

Questo eviterebbe di dover effettuare calcoli complessi e valutazioni prive comunque di realizzazione e di avere un valore documentato e certo da porre a base del calcolo dell’imposta di bollo dovuta.

La discussione continua e non si può prevedere se verranno introdotte o meno le modifiche di cui sopra oppure se se ne aggiungeranno altre, tuttavia a oggi questo è lo stato dell’arte.

A titolo di commento si può confidare che il legislatore si renda conto delle conseguenze in termini di costi e di tempi che i contribuenti e i professionisti dovrebbero affrontare se alcuni emendamenti proposti non venissero accolti.

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