Ecco quanto guadagna in 10 anni chi ha comprato il BTP del Tesoro cedola 3,60%

Stefano Vozza

4 Maggio 2025 - 07:51

Facciamo un recap dei rendimenti esitati al termine delle aste del Tesoro dei giorni scorsi, con un occhio particolare al bond decennale

Ecco quanto guadagna in 10 anni chi ha comprato il BTP del Tesoro cedola 3,60%

La scorsa settimana ha visto protagoniste le emissioni sovrane del Tesoro su durate differenti. Si è spaziato dalle riaperture dei BOT a 4 e 5 mesi di vita residua fino ai bond a medio e lungo termine. Facciamo un breve riepilogo di quanto successo, soffermandoci in particolare sul bond benchmark per eccellenza, il decennale. Dunque, ecco quanto guadagnerà in 10 anni chi ha comprato il BTP del Tesoro cedola 3,60%.

I rendimenti delle riaperture delle aste dei BOT di Stato

Le prime (riaperture di) aste hanno riguardato due BOT con durate residue a 135 (4 mesi) e a 153 giorni (5 mesi), entrambi con data regolamento il 30 aprile.
Per la 3° tranche del BOT con ISIN IT0005611659 in scadenza il 12/09/’25 l’emittente ha collocato i 2 mld previsti al prezzo medio ponderato di 99,227. Ne deriva che il rendimento lordo di aggiudicazione è risultato pari al 2,077%.
Anche per il BOT con matricola IT0005643009 in scadenza il 30/09/’25 si è trattato della 3° tranche, sempre per 2 mld di euro e un rapporto di copertura dell’1,78. Qui al termine delle procedure d’asta il rendimento di aggiudicazione si è attestato al 2,069%.

I Bond di Stato a medio e lungo termine

Se il 28 aprile ha visto protagonisti i BOT, il giorno dopo è stata la volta dei titoli a medio e lungo termine: 5, 7 e 10 anni.
Per il BTP 5 anni (ISIN: IT0005637399) in scadenza il 1° luglio 2030 il MEF ha emesso la 5° e 6° tranche per 3,5 mld di €. L’obbligazione ha una cedola annua lorda del 2,95% mentre il prezzo di aggiudicazione è stato 101,07, per un rendimento lordo esitato del 2,74%.
Per il CCTeu con ISIN IT0005620460 in scadenza il 15 aprile 2033 si è trattata invece della 9° e 10° tranche per 2 mld di € assegnati. I dati chiave dell’obbligazione sono:

  • tasso annualizzato/spread: 3,344%/1,10%;
  • tasso cedolare semestrale:1,700%;
  • prezzo di aggiudicazione: 100,53;
  • rendimento lordo: 3,27%.

La data di regolamento dei tre bond (ossia incluso anche il BTP che segue) è venerdì 2 maggio.

Ecco quanto guadagnerà in 10 anni chi ha comprato il BTP del Tesoro cedola 3,60%

Uno dei bond più attesi era il BTP 10 anni in scadenza il 1° ottobre del 2035. La matricola ISIN è IT0005648149 e il Tesoro ha emesso la 1° e 2° tranche per un importo pari a 4 mld di €. Sommando anche l’1,2 mld di € assegnato agli Specialisti si ottiene in flottante di 5,2. Il nuovo benchmark decennale (che sostituisce il precedente nato a inizio anno) ha una cedola nominale annua del 3,60%, al netto della prima in assoluto che è del tipo corta. Quest’ultima ha infatti una durata di 152 giorni (su un semestre di 183) per cui il tasso lordo è dell’1,495082%. Le altre, invece, saranno del tipo pieno e avranno periodicità semestrale con date di stacco al 1° aprile e 1° ottobre fino al rimborso finale.
Il prezzo di aggiudicazione è stato 100,09, per cui l’effettivo è del 3,62% annuo lordo. Mettiamoci ora nei panni di un ipotetico risparmiatore che lo ha sottoscritto per un nominale di X migliaia di euro. Quanto incasserà da qui al 1° ottobre 2035?
Il rendimento complessivo lordo sarà del 36,2% più l’1,495082% della cedola corta. In sostanza il 37,7% scarso in 10 anni e 5 mesi, quasi il 33% al netto della sola ritenuta fiscale del 12,50%. Poi andrà detratta l’imposta di bollo annua, da pagare sempre allo Stato, e le spese di gestione del titolo, stavolta alla propria banca.

Rendimento reale del nuovo BTP a 10 anni

E il rendimento reale, quello al netto del costo della vita da qui al termine? Il dato effettivo lo sapremo solo a naturale scadenza, mentre a priori lo si può solo stimare. Prendiamo a riferimento il 2% di inflazione di lungo termine della BCE. Se quello medio futuro (da qui a ottobre 2035) si attesterà a quel livello, il bond sarà in grado di garantire un ritorno reale positivo. Anzi, più basso sarà il futuro costo medio della vita e maggiore sarà il payout effettivo reale generato dall’investimento.
In caso contrario si andrà a limare il ritorno reale, fino ad azzerarlo nel caso in cui la futura inflazione media annua dovesse attestarsi all’incirca sopra il 3,2%. Cioè il nominale netto resterebbe sempre positivo, ma risulterebbe “mangiato” integralmente dall’eccessivo costo della vita. Speriamo si tratti di uno scenario non destinato mai a verificarsi.

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