Ecco quando lo stralcio delle cartelle mette a rischio la pensione

Patrizia Del Pidio

8 Marzo 2023 - 11:27

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Lo stralcio automatico delle cartelle esattoriali, in alcuni casi, potrebbe non essere positivo ed avere ripercussioni anche gravi sulla pensione.

Ecco quando lo stralcio delle cartelle  mette a rischio la pensione

Anche se quando si parla di stralcio automatico delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro si tendono a vedere solo i lati positivi della cosa, è bene sottolineare che in alcuni casi specifici ce ne potrebbero essere anche di negativi. Come l’allontanamento del momento di andare in pensione.

Lo stralcio automatico delle cartelle, quindi, potrebbe essere, in alcuni casi, un’arma a doppio taglio ritorcendosi contro la carriera previdenziale di alcuni lavoratori e nello specifico potrebbe allontanare la pensione di:

  • commercianti;
  • artigiani;
  • lavoratori autonomi dell’agricoltura;
  • lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS, sia autonomi che parasubordinati.

L’INPS lancia l’allarma per le pensioni

A lanciare l’allarme sul pericolo per le pensioni di questi lavoratori è lo stesso istituto della previdenza sociale che ha inviato una nota all’ordine dei Commercialisti chiedendo di darne ampia diffusione. Per evitare di perdere annualità di contributi, infatti, gli eventuali pagamenti mancanti vanno effettuati entro il 31 marzo 2023.

Cerchiamo di capire bene la questione. La Legge di Bilancio 2023 ha previsto lo stralcio automatico dei debiti iscritti a ruolo tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. L’importo di 1.000 euro riguarda il singolo debito affidato all’agente di riscossione sia da amministrazioni statali che da enti previdenziali.

Rientrano nello stralcio, quindi, anche i debiti contributivi con l’Inps e l’Inail. E lo stralcio è automatico, non può essere il contribuente a scegliere se aderire oppure no.

Il problema dei debiti contributivi

Sia i datori di lavoro che i lavoratori autonomi con debiti fino a 1.000 euro per il mancato versamento dei contributi previdenziali tra il 2000 ed il 2015, si troveranno dal 1 aprile 2023 senza debiti pendenti.

Lo stralcio è automatico, ma mentre per i datori di lavoro è un sollievo e per i lavoratori dipendenti non comporta alcun danno, per i lavoratori autonomi non è così. Cerchiamo di capire perchè.

I datori di lavoro risparmieranno i contributi non versati e non saranno tenuti più al versamento. Ma i lavoratori dipendenti non avranno nessuna conseguenza da questo mancato versamento perché per loro opera l’articolo 2116 del codice civile, in base al quale la pensione spetta anche per i periodi per i quali i contributi non sono stati versati effettivamente dal datore di lavoro.

Però la stessa cosa non accade ai lavoratori autonomi e ai parasubordinati. Per questi lavoratori, infatti, la pensione spetta solo in virtù dell’effettivo versamento dei contributi. Lo stralcio dei contributi non versati, quindi, compromette anche la pensione con effetti più disastrosi in alcuni casi. Esaminiamoli.

Quando un mese di contributi mancante compromette l’intera annualità

Nel caso dei lavoratori agricoli, ad esempio, il mancato versamento di una rata di contributi porta al mancato accredito dell’intero anno di contributi, anche se tutti gli altri mesi sono stati versati. Lo stralcio, quindi, di un mese di contributi non versati nel 2012, ad esempio, comporterà la perdita di tutto l’anno 2012 di contribuzione versta.

Per evitare, in questo caso, che lo stralcio vada a portare via intere annualità di contributi l’unica soluzione è quella di pagare i contributi mancanti entro il 31 marzo 2023. Solo in questo modo lo stralcio non potrà operare e compromettere la pensione dei lavoratori autonomi e parasubordinati. Per i quali, quindi, lo stralcio delle cartelle esattoriali dei contributi previdenziali tutto è tranne che un bene.

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