Ecco come lo Stato può prendere i soldi delle vostre tasse

Patrizia Del Pidio

10 Marzo 2024 - 07:45

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Lo Stato che si prende i soldi delle tasse versate in eccedenza senza provvedere al rimborso è una realtà che si ha anche in Italia? Vediamo di cosa si tratta e chi deve stare attento.

Ecco come lo Stato può prendere i soldi delle vostre tasse

Lo Stato può appropriarsi dei rimborsi fiscali? Non è raro, infatti, che i contribuenti nel corso dell’anno paghino più tasse di quanto dovuto. Capita, ad esempio, ai lavoratori dipendenti che hanno le trattenute Irpef direttamente in busta paga. Attenzione, però, l’Irpef trattenuta in busta paga è quella lorda, ovvero quella che non tiene conto di oneri e spese che il soggetto sta sostenendo nell’anno di imposta.

Questo è uno dei motivi che nella stragrande maggioranza dei casi porta i lavoratori dipendenti a ricevere un rimborso dal conguaglio delle tasse in dichiarazione dei redditi. L’Irpef è stata versata durante l’anno, mese dopo mese, trattenuta in busta paga, ma nel frattempo il contribuente ha sostenuto spese mediche, ristrutturazioni, spese di istruzione per i figli e tutti quegli oneri che danno diritto a detrazioni (ovvero a uno sconto sull’Irpef).

Questo si traduce nel rimborso che si ottiene dalla presentazione della dichiarazione dei redditi annuali dove i contribuenti vedono tornare indietro la parte di tasse versate in più rispetto a quelle dovute. Se il contribuente ha debiti fiscali, però, lo Stato può trattenere il rimborso spettante per saldare il dovuto? Scopriamo cosa prevede la normativa al riguardo.

Lo Stato può prendersi il rimborso delle tasse?

In diversi Paesi è previsto che chi ha un debito fiscale perda il diritto a ricevere il rimborso delle tasse pagate in eccedenza. Non solo, lo Stato può trattenere i soldi del rimborso anche se il contribuente non versa assegni di mantenimento o non provvede a versare il risarcimento danni che deriva da procedimenti penali e civili.

Insomma se si hanno debiti il rimborso della dichiarazione dei redditi va perduto. In Italia, come funziona? Lo Stato può prendere i soldi delle tasse versate e non prevedere il rimborso dell’eccedenza? Non proprio.
Partiamo con il dire che questa tipologia di “recupero” è chiamata compensazione e la compensazione esiste anche in Italia. Come funziona? La compensazione altro non è che l’utilizzo del credito per pagar altre imposte o contributi e serve per ridurre o azzerare l’importo che il contribuente dovrebbe pagare.

In Italia, però, la compensazione non è coatta, ovvero non può essere l’amministrazione a trattenere gli eventuali crediti per saldare altri debiti, ma deve farlo in autonomia il contribuente, utilizzando il modello F24.

Recupero automatico dello Stato sui crediti

Una norma che prevedeva il recupero dei debiti sui crediti del contribuente era stata prevista per la Legge Finanziaria 2022. L’obiettivo della norma era quella di dire definitivamente addio alle cartelle esattoriali utilizzando i crediti del 730 per saldare multe o altre tasse o imposte non versate.

C’è da sottolineare che in Italia la riscossione dei debiti e il rimborso dei crediti hanno sempre seguito strade diverse: l’introduzione di questa norma, però, avrebbe fatto in modo che le due vie si incontrassero permettendo al Fisco di recuperare il dovuto in automatico sugli eventuali crediti da rimborsare.

L’intento era quello di modificare l’articolo 28 ter del Testo Unico della Riscossione andando a prevedere la compensazione automatica tra i carichi pendenti e i crediti d’imposta maturati. L’articolo 28 ter in questione prevede, infatti, che in caso di debiti pendenti iscritti al ruolo, se il contribuente ha diritto a rimborsi “l’agente della riscossione notifica all’interessato una proposta di compensazione tra il credito d’imposta ed il debito iscritto a ruolo, sospendendo l’azione di recupero ed invitando il debitore a comunicare entro sessanta giorni se intende accettare tale proposta.”
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La Manovra del 2022, alla fine, non ha apportato cambiamenti alla modalità di riscuotere i debiti e questo significa che in Italia la compensazione coatta non è prevista. Si può procedere a saldare i debiti con gli eventuali crediti solo se il contribuente è d’accordo, in caso contrario lo stesso riceverà il credito spettante e l’agente di riscossione dovrà provvedere a recuperare il debito in altro modo.

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