Dove si vive meglio in Italia? La classifica delle 107 province del 2025

Emanuele Di Baldo

3 Dicembre 2025 - 16:38

Trento, Bolzano e Udine. Questo è il podio del 2025 della classifica delle città italiane dove si vive meglio secondo il Sole 24 Ore per qualità della vita.

Dove si vive meglio in Italia? La classifica delle 107 province del 2025

Quali sono le città dove si vive meglio in Italia nel 2025? Le nuove analisi statistiche e i report elaborati sui dati più recenti rimescolano le carte e offrono uno sguardo aggiornato sulla qualità della vita nei territori italiani.

Le conferme non mancano, e lo stesso vale per le sorprese. Torna subito a galla la storica frattura Nord-Sud, mai davvero colmata in oltre trent’anni di monitoraggi, eppure si osservano anche segnali di miglioramento in alcune province meridionali. Allo stesso tempo, il benessere di molte realtà di provincia – soprattutto lungo l’arco alpino – conferma quanto i contesti meno affollati e più equilibrati continuino a offrire una qualità della vita superiore rispetto alle grandi metropoli.

Se da un lato il Sud si conferma fanalino di coda, dall’altro alcuni dati del Sole 24 Ore mostrano dinamiche interessanti: variazioni positive nel PIL pro capite di alcune città meridionali, un peggioramento marcato di alcuni grandi centri del Nord, e l’emergere di nuovi ostacoli alla vivibilità delle metropoli. Il quadro del Paese è molto più sfaccettato rispetto ai luoghi comuni.

Le 10 città con la migliore qualità della vita nel 2025

L’Indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore – giunta alla sua 36esima edizione – aggiorna la fotografia del benessere italiano con 90 indicatori certificati e suddivisi in sei macro-aree.

I risultati del 2025 incoronano il ritorno di Trento al primo posto, seguita da Bolzano e Udine, in una top 10 dominata senza eccezioni dalle province settentrionali.

Secondo il rapporto ufficiale, la classifica delle prime dieci città italiane dove si vive meglio nel 2025 è:

  1. Trento
  2. Bolzano
  3. Udine
  4. Bologna
  5. Bergamo
  6. Treviso
  7. Milano
  8. Padova
  9. Parma
  10. Aosta

Trento torna così al vertice grazie a performance solide in diverse aree, con indicatori di benessere che superano la media nazionale in oltre la metà dei parametri ISTAT considerati. Bolzano conferma la sua posizione d’élite grazie alla forza dell’occupazione, del sistema dei servizi e della demografia, mentre Udine brilla per «Ambiente e servizi», classificandosi terza per densità di impianti fotovoltaici.

L’assenza di grandi metropoli tra le prime posizioni non stupisce: Milano e Roma recuperano terreno ma rimangono appesantite dai problemi strutturali delle grandi città. Milano, pur rientrando tra le teste di serie (8° posto), paga ancora un costo della vita elevatissimo e un mercato immobiliare critico. Roma, invece, si distingue per un importante balzo in avanti: sale di 13 posizioni e guida la rimonta delle aree metropolitane.

La classifica completa delle città italiane dove si vive meglio

La classifica finale si basa, come detto, su 90 indicatori ripartiti in 6 macro-categorie:

  • Ricchezza e Consumi;
  • Affari e Lavoro;
  • Ambiente e Servizi;
  • Demografia, Società e Salute;
  • Giustizia e Sicurezza;
  • Cultura e Tempo Libero.

Secondo il risultato aggregato, ecco la classifica completa 2025 del Sole 24 Ore delle 107 province italiane analizzate per la Qualità della Vita.

PosizioneCittàVariazione rispetto al 2024Punteggio totale
1 Trento +1 648,71
2 Bolzano +1 633,03
3 Udine +3 613,67
4 Bologna +5 612,42
5 Bergamo -4 612,13
6 Treviso +18 610,04
7 Verona = 609,15
8 Milano +4 609,09
9 Padova +9 608,28
10 Parma +16 607,23
11 Forlì-Cesena +2 607,07
12 Modena +9 605,32
13 Aosta +4 604,97
14 Cremona -9 603,41
15 Lecco -1 603,10
16 Monza-Brianza -12 602,73
17 Trieste +2 602,46
18 Vicenza -10 602,39
19 Ravenna +8 601,34
20 Reggio Emilia +8 600,12
21 Siena -6 599,61
22 Ascoli Piceno -12 599,09
23 Sondrio +7 599,05
24 Pordenone -8 598,32
25 Como -14 597,47
26 Macerata -1 596,19
27 Cuneo +10 595,81
28 Brescia -8 593,05
29 Pisa +5 589,92
30 Ancona +5 588,29
31 Pesaro e Urbino +7 587,76
32 Piacenza +1 587,32
33 Belluno +12 586,79
34 Mantova -11 585,21
35 Gorizia +4 584,17
36 Firenze = 583,49
37 Perugia +3 575,55
38 Prato -7 571,41
39 Cagliari +5 567,87
40 Pescara +15 565,47
41 Varese -19 562,68
42 La Spezia +10 558,40
43 Genova +11 556,58
44 Arezzo -3 556,25
45 Novara -13 550,68
46 Roma +13 549,24
47 Fermo - 548,65
48 Terni = 548,16
49 Livorno +13 548,10
50 Lodi -21 547,52
51 Rimini -9 546,37
52 Ferrara -1 545,31
53 Venezia -7 541,91
54 Asti -5 541,62
55 Biella -5 540,79
56 Pavia -13 538,68
57 Torino +1 538,29
58 Lucca +10 537,64
59 Grosseto -3 537,16
60 Vercelli +3 533,14
61 Verbano-Cusio-Ossola -1 531,61
62 Chieti +9 531,60
63 Rovigo -10 526,85
64 Massa-Carrara +6 526,22
65 Savona +4 525,57
66 Pistoia -5 523,54
67 Bari -2 523,26
68 Teramo -11 515,87
69 L’Aquila -2 514,99
70 Alessandria -6 514,85
71 Viterbo -5 514,22
72 Oristano +3 509,15
73 Campobasso +7 502,86
74 Sassari +4 499,65
75 Rieti -1 496,21
76 Benevento - 492,40
77 Avellino -4 491,44
78 Nuoro +9 490,43
79 Matera +5 485,38
80 Imperia -1 480,38
81 Lecce -9 479,14
82 Ragusa -1 478,60
83 Latina -6 478,37
84 Potenza +4 476,94
85 Frosinone -3 476,25
86 Barletta-Andria-Trani = 467,44
87 Enna +10 461,26
88 Brindisi +1 459,47
89 Isernia +6 458,64
90 Salerno +2 458,31
91 Messina = 457,39
92 Catanzaro -2 455,72
93 Trapani -8 454,11
94 Sud Sardegna -1 451,73
95 Agrigento +1 449,68
96 Catania -13 448,59
97 Palermo +3 437,87
98 Foggia +1 429,48
99 Taranto -5 420,70
100 Cosenza +2 419,19
101 Caserta - 416,93
102 Vibo Valentia +1 412,01
103 Caltanissetta -5 411,49
104 Napoli +2 411,41
105 Crotone = 408,48
106 Siracusa -2 405,37
107 Reggio Calabria - 394,85

Il successo delle città del Nord sotto tutti i punti di vista

Il quadro complessivo delineato dalla Qualità della vita 2025 continua a mettere in evidenza un marcato divario tra Nord e Sud, un fenomeno ormai strutturale che resiste da quando è nato questo monitoraggio. La distanza non si manifesta soltanto nella differenza di punteggi, ma soprattutto nella diversa capacità dei territori di offrire servizi, opportunità economiche e condizioni ambientali adeguate.

Le prime venti posizioni della classifica sono quasi totalmente occupate da province settentrionali, mentre nella parte finale compaiono con regolarità città del Mezzogiorno.

Questo squilibrio non è casuale: deriva da un intreccio complesso di fattori che includono infrastrutture storicamente più solide, maggiore produttività del sistema economico, una pubblica amministrazione più efficiente e una qualità dei servizi educativi, sanitari e sociali più elevata. Al contrario, in molte aree meridionali si riscontra ancora una difficoltà cronica nel garantire continuità nei servizi essenziali, un mercato del lavoro debole e una persistente emigrazione giovanile che impoverisce il capitale umano.

In questo contesto, il podio 2025 - composto da Trento, Bolzano e Udine - non rappresenta un’anomalia, ma la conferma di tendenze profonde.

  • Trento, al primo posto, è esempio di un ecosistema che funziona nella sua totalità: ricchezza pro capite elevata, servizi pubblici affidabili, governance locale stabile e politiche territoriali orientate alla prevenzione e alla sostenibilità. La presenza di un solido sistema universitario e di centri di ricerca, insieme a un mercato del lavoro dinamico, contribuisce a mantenere l’area attrattiva e competitiva. Anche l’attenzione alla mobilità e all’ambiente, unita a una criminalità fra le più basse d’Italia, rafforza la percezione di una qualità del vivere diffusa.
  • Bolzano, seconda, conferma la sua storica eccellenza grazie a un modello economico ibrido, capace di integrare turismo, agricoltura avanzata, servizi e manifattura leggera. La provincia autonoma vanta anche un welfare locale tra i più efficienti del Paese, una densità di servizi scolastici e sanitari superiore alla media e un tasso di occupazione particolarmente alto. Importante è anche la cultura amministrativa dell’area, che negli anni ha saputo garantire continuità e investimenti mirati.
  • Udine, terza, rappresenta la sintesi della trasformazione positiva del Nord-Est. Il territorio ha investito con costanza nella qualità dell’ambiente, nell’efficienza energetica e in un modello di sviluppo fondato sulle piccole e medie imprese. A ciò si aggiunge un tessuto sociale coeso, un basso livello di disagio e una capacità amministrativa che permette di intercettare e utilizzare in modo efficace fondi europei e nazionali.

Le città peggiori dove vivere in Italia nel 2025

La parte bassa della classifica continua a raccontare una storia difficile per il Mezzogiorno. Come confermato dalla classifica, Reggio Calabria chiude la classifica per il secondo anno consecutivo.

Le ultime posizioni sono occupate da province meridionali come Catania, Messina, Palermo, Napoli, Cosenza ed Enna, tutte oltre l’83° posto. Una conferma di fragilità strutturali che resistono nel tempo, dalla debolezza del mercato del lavoro all’insufficienza dei servizi pubblici.

Eppure, anche qui emergono dettagli interessanti: il PIL pro capite ha registrato variazioni positive in città come Palermo, Reggio Calabria e Messina, superiori addirittura a quelle di alcuni territori del Centro-Nord.

Inoltre, guardando al rapporto tra costo dell’affitto e stipendio medio, emergono segnali sorprendenti: vivere in città come Trapani o Chieti significa spendere solo il 13% del reddito, a fronte dell’81% richiesto a Roma per un appartamento in zona semicentrale. Un dato che racconta potenzialità inespresse in termini di vivibilità, soprattutto per i giovani.

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