Cos’è il domicilio fiscale e le differenze con la residenza

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7 Maggio 2025 - 18:38

Ecco cosa si intende per domicilio fiscale, qual è la sua definizione a livello normativo e come si individua a livello tributario.

Cos’è il domicilio fiscale e le differenze con la residenza

A livello normativo, il concetto di domicilio fiscale assume una rilevanza cruciale, benché non sempre sia facilmente distinguibile da altri concetti affini come la residenza anagrafica o il domicilio civile. Sebbene per molti cittadini il domicilio fiscale coincida di fatto con la propria residenza abituale, sul piano giuridico e tributario si tratta di una nozione ben distinta, con specifiche implicazioni, soprattutto in materia di obblighi fiscali, notifiche e competenza territoriale dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Agenzia delle Entrate nel Rapporto annuale 2024, oltre il 93% dei contribuenti italiani mantiene il domicilio fiscale coincidente con la residenza anagrafica. Tuttavia, si registra un trend in crescita tra i lavoratori digitali e i professionisti in mobilità che scelgono di indicare un domicilio fiscale diverso per esigenze operative o fiscali, specialmente nelle grandi città come Milano, Roma e Bologna.

Inoltre, l’incremento delle iscrizioni all’AIRE (+7,4% nel 2024 rispetto al 2023, secondo i dati del Ministero degli Affari Esteri) comporta un aumento dei contribuenti con domicilio fiscale all’estero, con implicazioni significative sul piano della fiscalità internazionale e dell’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione.

Ma capiamo meglio cosa significa domicilio fiscale a livello pratico e legale e le differenze sostanziali con residenza fiscale e anagrafica.

Il significato di domicilio fiscale di persone fisiche e giuridiche: ecco cosa dice la legge

Nel sistema tributario italiano, il concetto di domicilio fiscale riveste un ruolo centrale nell’individuazione della competenza territoriale dell’Agenzia delle Entrate e nella gestione dei rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria. Nonostante ciò, è spesso fonte di confusione, poiché non coincide necessariamente con la residenza anagrafica o con il domicilio in senso civilistico, e neppure con la residenza fiscale, sebbene in molti casi questi elementi possano materialmente sovrapporsi.

Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 209/2023, operativo a pieno regime dal 1° gennaio 2024, è stata introdotta una nuova definizione del domicilio fiscale per le persone fisiche. Secondo quanto previsto dalla norma e chiarito dalla Circolare n. 20/E del 31 ottobre 2023 dell’Agenzia delle Entrate, per le persone fisiche il domicilio fiscale è ora individuato nel luogo in cui si sviluppano, in via principale, le relazioni personali e familiari. Questo criterio rappresenta una svolta rispetto alla precedente definizione di derivazione civilistica (art. 43 c.c.), che considerava il domicilio come la sede principale degli affari e degli interessi di una persona.

Per le persone giuridiche, invece, il domicilio fiscale continua a essere definito dall’art. 73 del TUIR (DPR 917/1986), che lo colloca alternativamente nella sede legale, nella sede amministrativa o nel luogo di esercizio principale dell’attività.

Tale aggiornamento normativo è stato introdotto anche per rispondere all’esigenza di allineare il sistema italiano agli standard internazionali definiti dall’OCSE in materia di residenza fiscale e contrasto alla doppia imposizione, nonché per rafforzare i meccanismi di contrasto all’evasione.

Nel 2024, secondo i dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, sono stati registrati oltre 5,2 milioni di cambi di residenza anagrafica, ma solo una minima parte ha comportato una modifica del domicilio fiscale. Questo dato sottolinea quanto la coincidenza tra i due concetti non sia automatica, e quanto sia necessario per i contribuenti conoscere le corrette modalità di individuazione e variazione del proprio domicilio fiscale.

In termini pratici, il domicilio fiscale è utilizzato come riferimento per la gestione delle comunicazioni fiscali, l’attribuzione del codice fiscale e, soprattutto, per stabilire la competenza territoriale degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e l’applicazione di eventuali imposte locali.

Differenza tra residenza e domicilio ai fini fiscali

Nel contesto fiscale italiano, è fondamentale distinguere tra i concetti di residenza e domicilio, poiché ciascuno ha implicazioni specifiche per la determinazione degli obblighi tributari.

Residenza fiscale
La residenza fiscale di una persona fisica è determinata in base a uno dei seguenti criteri, se soddisfatto per la maggior parte del periodo d’imposta (almeno 183 giorni):

  • iscrizione nelle anagrafi della popolazione residente in Italia;
  • presenza fisica nel territorio italiano;
  • domicilio in Italia, inteso come il luogo in cui si sviluppano, in via principale, le relazioni personali e familiari.
    È sufficiente che uno solo di questi criteri sia soddisfatto per essere considerati residenti fiscali in Italia.

Domicilio fiscale
Il domicilio fiscale, come precedentemente definito, è il luogo in cui si sviluppano principalmente le relazioni personali e familiari del contribuente. Questo concetto è particolarmente rilevante per le persone fisiche, mentre per le persone giuridiche si fa riferimento alla sede legale o amministrativa.

Combinazioni e implicazioni
Le combinazioni tra residenza anagrafica, residenza fiscale e domicilio fiscale possono variare, dando luogo a diverse situazioni:

  • residenza anagrafica e domicilio fiscale coincidenti: si tratta della situazione più comune, in cui il contribuente vive e ha i suoi legami personali e familiari nello stesso luogo;
  • residenza anagrafica in Italia e domicilio fiscale all’estero: può verificarsi quando una persona è iscritta all’anagrafe italiana ma ha trasferito il centro delle sue relazioni personali e familiari all’estero;
  • residenza anagrafica all’estero e domicilio fiscale in Italia: si verifica quando una persona è iscritta all’anagrafe di un altro paese ma mantiene in Italia il centro delle sue relazioni personali e familiari.
    È importante sottolineare che la residenza fiscale determina l’obbligo di dichiarare e tassare i redditi prodotti sia in Italia che all’estero, mentre il domicilio fiscale stabilisce la competenza territoriale dell’amministrazione finanziaria per le comunicazioni e gli adempimenti fiscali.

Il domicilio fiscale può essere diverso dalla residenza

Sì, come abbiamo visto il domicilio fiscale può differire dalla residenza anagrafica, soprattutto in situazioni in cui le relazioni personali e familiari del contribuente si sviluppano in un luogo diverso da quello in cui è formalmente registrato.

Ad esempio, un lavoratore che si trasferisce temporaneamente in un’altra città per motivi professionali può mantenere la residenza anagrafica nel comune di origine, ma il suo domicilio fiscale potrebbe essere considerato nel luogo in cui ha stabilito le sue relazioni personali e familiari durante il periodo di trasferimento.

Inoltre, per i cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), il domicilio fiscale in Italia è determinato in base al comune in cui si è prodotto il reddito più elevato, se il reddito è stato prodotto in più comuni.

Queste situazioni evidenziano l’importanza di valutare attentamente le circostanze personali e familiari del contribuente per determinare correttamente il domicilio fiscale, al fine di garantire la corretta applicazione delle norme tributarie e evitare potenziali contestazioni da parte dell’amministrazione finanziaria.

Quando il domicilio fiscale è diverso dalla residenza anagrafica? Come si può cambiare?

In base alla normativa, il domicilio fiscale è diverso dalla residenza anagrafica quando la persona fisica lo ha modificato di proposito, oppure quando pur producendo reddito in Italia non si ha la residenza in questo Paese. Un’ultima ipotesi in cui il domicilio fiscale sia diverso dalla residenza anagrafica riguarda i residenti all’estero, nelle eccezioni previste dal Dpr 600/1973. In caso di persone giuridiche, invece, non ha alcuna rilevanza la residenza anagrafica dei titolari o soci.

Sia le persone fisiche che quelle giuridiche possono, comunque, cambiare a proprio piacimento il domicilio fiscale, presentando la domanda all’Ufficio territoriale competente dell’Agenzia delle Entrate. Per farlo è possibile inviare il modello compilato tramite raccomandata a/r oppure seguire la procedura online o via app messa a disposizione dal sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Infine, bisogna sapere che il domicilio fiscale cambia automaticamente dopo 60 giorni dal trasferimento della residenza per le persone fisiche e della sede per le persone giuridiche.

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