Per quelli che il problema è “lo stock del debito ereditato dalla liretta”: più di un terzo dell’attuale stock del debito italiano è stato accumulato tra il 1999 ed il 2012, con l’ingresso nel sistema euro.
Una delle argomentazioni più spesso riportate per giustificare l’attuale crisi economica dell’Italia, ed imputarne le responsabilità, è sempre stata relativa all’alto stock del debito pubblico italiano che ha avuto origine nella vecchia moneta, la Lira, ed in un modo un po’ troppo allegro e “largo di maniche” di gestire la res publicae. Trascurando quest’ultima ragione, per una serie di motivi tra i quali il fatto che salvo due deficit minimi nel 2009 e nel 2010, cioè i due anni successivi ad un crollo finanziario che ha dato il via a quella che rischia di essere ricordata sui libri di storia come la Grande Recessione, l’Italia è in surplus primario dal 1992, quindi la spesa pubblica propriamente detta non può aver influito a far salire il debito pubblico; al massimo può non aver contribuito, nella sua componente spreco, a non farlo scendere, ma, considerati i surplus primari, l’aumento dello stock di debito è principalmente dovuto alla spesa per gli interessi sul debito o spesa d’esercizio, che non è spesa pubblica propriamente detta, ma rientra nella spesa generale.
Quindi non ci interesserà vedere gli “sprechi”, che ci sono, sono un grosso limite e vanno corretti, ma solo valutare in termini “quantitativi” e “qualitativi” l’aumento dello stock del debito dall’ingresso nel “sistema” euro. E ancora, lo stock del debito considerato sarà quello sarà nominale; e ricordiamo, giusto per mettere le mani avanti, che in questo caso l’inflazione è in diminuzione quasi fino alla deflazione (quasi?!) quindi, per forza di cose, un suo eventuale impatto “nell’erodere” il valore nominale del debito, facendone risultare - diciamo – un valore reale inferiore, è in diminuzione e, pur avendo giocato un ruolo, pertanto, questo non sembra essere così pregnante; e di sicuro è inferiore a quello giocato dall’inflazione stessa, in questo senso, negli anni passati. Per cui vedremo l’andamento dello stock del debito italiano sapendo che all’aumento dello stesso non può aver contribuito la spesa pubblica propriamente detta (salvo che nel 2009 e nel 2010 per uno -0,6% e -0,1% del PIL) e che l’inflazione, ai minimi storici, non può aver avuto un grosso ruolo nell’erodere il valore nominale dello stock del debito.
Inoltre, consideriamo il punto di partenza dell’euro non il 1 gennaio 2002, quando l’euro ha cominciato a circolare, bensì il 1 gennaio 1999; perché al 31 dicembre del 1998 è stato fissato il cambio di 1.936,27 lire per un euro; quindi l’Italia era già nel sistema a cambi fissi prima che la moneta comune a questo sistema cominciasse a circolare o circolava solo sui mercati finanziari. Per cui, visto che il sistema era già ampiamente “in place” prima della circolazione della moneta stessa considereremo il 1 gennaio 1999 coma data di inizio del sistema euro e valuteremo da quella data l’aumento dello stock del debito da considerarsi “in capo” all’euro. Per farlo prendiamo un grafico di Google Public Data realizzato su dati Eurostat che avendo un embed dovrebbe dare la possibilità a chi legge di verificare i dati semplicemente posizionando il cursore sul grafico (in questo caso sulla linea che rappresenta l’andamento dello stock del debito) e risultare così – diciamo – “interattivo” fornendo una verifica “live” dei dati stessi.
Come è possibile verificare dal grafico, nel modo sopra descritto, all’inizio del 1999 o alla fine del 1998, come preferite, lo stock del debito pubblico italiano è di 1.282 miliardi di euro. Mentre in principio al 2002, quando la divisa comune comincia a circolare anche al di fuori dei soli mercati finanziari, lo stock del debito è salito a 1.371 miliardi di euro: meno di 90 miliardi in tre anni. Il debito comincia poi a salire più velocemente e ad inizio 2006 è a 1.587 miliardi di euro; all’inizio del 2008 lo stock è a 1.671 miliardi e comincia a salire ancora più velocemente fino a raggiungere al nascere del 2011 i 1.907 miliardi di euro. Poi comincia l’austerità che non ha nessun effetto nel diminuire lo stock del debito ed anzi sembra favorirne l’aumento, fino ad arrivare ad inizio 2013 (o fine 2012) ad uno stock del debito di 2.069 miliardi di euro.
Ricapitoliamo. Al 1 gennaio del 1999, il giorno successivo (31 dicembre 1998) a quello in cui è stato fissato il tasso di cambio lira-euro, ed in cui l’euro ha debuttato sui mercati finanziari, lo stock di debito italiano era di 1.282 miliardi di euro; ad inizio 2013 è di 2.069 miliardi di euro. In 14 anni di euro - includendo appunto il 1999 ed escludendo il 2013 perché è l’inizio – abbiamo accumulato 787 miliardi di euro di stock del debito: che è più di un terzo dell’attuale stock del debito! Se invece consideriamo dal 2002, la data in cui la moneta comune ha cominciato a circolare, ad inizio 2013 siamo a 698 miliardi di euro in 11 anni (2002 incluso, 2013 escluso perché inizio); ancora, più o meno un terzo dell’attuale stock del debito in soli 11 anni. Che pertanto si voglia considerare il 1999 o il 2002 come punto di partenza dell’euro le cose cambiano “relativamente” e quello che si nota, al massimo, è che con l’entrata in circolazione dell’euro (2002) lo stock del debito, semmai, comincia a crescere un po’ più velocemente rispetto agli anni precedenti in cui era stato fissato solo il tasso di cambio. Quello che invece si nota, in entrambi i casi, è che una grossa parte dello stock del debito non è stata ereditata dalla vecchia valuta, ma si è formata con la nuova; ed in termini anche molto consistenti.
In conclusione, infatti, in “tutta la storia della lira”, che si voglia far partire questa dall’Unità d’Italia del 1861, oppure dall’unità amministrativa del 1865, o nel 1893 la vera istituzione della Banca d’Italia con la fusione di altra banche,ecc. ecc., comunque, all’inizio del 1999 lo stock del debito era di 1.282 miliardi di euro; e soli 14 anni dopo era a 2.069 miliardi. Quindi, è vero che la maggiore parte dello stock di debito dell’Italia è stato ereditato dalla vecchia divisa, questo è indubitabile; ma è stato ereditato in una storia che possiamo dire “secolare” e per meno dei due terzi dell’attuale stock del debito. Mentre con l’euro, che ha una storia di qualche lustro, lo stock del debito è salito di più che un terzo dell’attuale stock stesso. Pertanto, l’idea per la quale lo stock del debito sarebbe un problema ereditato dalla “liretta” è una visione parziale, un punto di vista che non tiene in considerazione il fatto il maggiore aumento dello stock del debito si è avuto proprio successivamente all’introduzione della moneta unica; che dalla sua introduzione, appunto, fissata al 1999, ci è costata in meno di 15 anni più di un terzo dell’attuale stock di debito pubblico. Quindi, anche “il problema dello stock del debito ereditato dalla liretta” sembra una delle tante vuote asserzioni prive di dati reali utilizzate in questi anni più per veicolare un senso di riprovazione per un colpevole che si doveva trovare, piuttosto che una valutazione seria e serena dei dati relativi allo stock del debito italiano.
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