Nervi tesi in Tesla dopo che l’azienda continua a perdere clienti. I dipendenti hanno chiesto una scelta drastica al management.
Prosegue l’anno nero di Tesla. Alcuni giorni fa sono stati resi noti i dati delle vendite in Europa relativi al mese di aprile. Tesla ha nuovamente dimezzato le vendite: il numero delle immatricolazioni è sceso a 5.475, rispetto alle 11.540 dello stesso mese dell’anno scorso. Il calo è quindi del 52,6%, con una quota di mercato che passa dall’1,3% allo 0,6%. Da inizio anno, l’azienda di Elon Musk ha venduto 41.677 auto, registrando un calo del 46,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il problema non riguarda il mercato delle auto elettriche in generale, visto che nel mese di aprile le vendite complessive di veicoli a batteria sono aumentate del 26,4%, raggiungendo le 558.262 unità. Il dato suggerisce dunque che sempre più consumatori stiano abbandonando Tesla in favore dei concorrenti.
I problemi per Tesla sono iniziati, con ogni probabilità, quando Elon Musk ha scelto di entrare direttamente nella politica, finanziando con milioni di dollari la campagna elettorale di Donald Trump. Con la vittoria dell’ex presidente, Musk si è anche assicurato la nomina a capo del DOGE, il Dipartimento per l’Efficienza Governativa, incaricato di ridurre le spese pubbliche.
Inoltre, Musk ha utilizzato X, il social network da lui controllato, per cercare ingerenze anche nella politica europea. Questa eccessiva esposizione ha generato un’ondata di critiche, finendo per influire negativamente sull’immagine di Tesla. In diversi Paesi si sono verificati episodi di vandalismo e attentati contro concessionari dell’azienda.
Alcuni dipendenti avrebbero chiesto la rimozione di Musk a CEO dell’azienda
Una situazione complessa, che avrebbe spinto alcuni dipendenti Tesla a chiedere un passo indietro da parte del fondatore. Secondo Electrek, un gruppo di dipendenti ritiene che Elon Musk abbia arrecato gravi danni al marchio e ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione chiedendo la sua rimozione dal ruolo di CEO.
Nella lettera si legge: «Il danno arrecato al brand personale di Elon è ormai irreversibile e, in quanto immagine pubblica di Tesla, questo danno è diventato il nostro fardello. Ora siamo a un bivio: continuare con Elon come CEO e affrontare un ulteriore declino man mano che i clienti abbandonano il brand, oppure andare avanti senza di lui e lasciare che i nostri prodotti e la nostra missione abbiano successo o falliscano da soli».
Elon Musk, tuttavia, non sembra avere alcuna intenzione di farsi da parte. Alcuni consiglieri gli avevano già suggerito di lasciare l’incarico per il bene dell’azienda, ma la sua risposta è stata negativa, «a meno che non sarò morto».
L’uomo più ricco del mondo è convinto che il declino di Tesla non sia responsabilità sua. Un dipendente coinvolto nella stesura della lettera sarebbe già stato licenziato. Tuttavia, Musk sembra aver accettato almeno parzialmente l’idea di un ridimensionamento: ha fatto un passo indietro sulla scena politica, dove oggi appare sempre meno rilevante anche per l’amministrazione Trump. Addio dunque alla politica, con l’obiettivo di tornare a concentrarsi sulle sue aziende e tentare di risollevarne le sorti.
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