Dipendenti pubblici, smart working o ritorno in ufficio? La risposta del nuovo ministro

Ilena D’Errico

23 Ottobre 2022 - 19:30

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Il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione ha chiarito il futuro per i dipendenti pubblici, spiegando quando è previsto lo smartworking e quando il ritorno in ufficio.

Dipendenti pubblici, smart working o ritorno in ufficio? La risposta del nuovo ministro

Paolo Zangrillo è il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione, dopo una lunga carriera come direttore d’importanti aziende. Le sue prime parole dopo il giuramento al Quirinale riguardano uno dei dubbi maggiori sulla futura situazione lavorativa: i dipendenti pubblici lavoreranno in smart working o è previsto il ritorno in ufficio?

Il neoministro ha chiarito immediatamente la sua posizione riguardo alla modalità di lavoro in smart working, spiegando nei dettagli le sue intenzioni e le modifiche necessarie da apportare a questo sistema, in favore di un funzionamento ottimale.

Zangrillo si è espresso anche sul ruolo dei dipendenti pubblici e sulla loro carenza, oltre a esprimere il suo parere riguardo al lavoro effettuato dal suo predecessore e dei suoi obbiettivi per il futuro.

Il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione: misuriamo i risultati

Paolo Zangrillo è conscio del malcontento dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, dovuto in particolar modo alla marcia indietro che ha colpito lo smart working, che invece era considerato un’alternativa funzionale e pratica al lavoro in ufficio.

Secondo il ministro lo smart working è una modalità di lavoro con dimostrate potenzialità ma deve essere migliorata ulteriormente per garantire un miglior funzionamento sul lungo termine. Prima della pandemia, infatti, soltanto mezzo milione di lavoratori aveva adottato questa misura.

In seguito alla situazione sanitaria questo numero è cresciuto notevolmente, passando a circa 5 milioni. Si è trattato di un indispensabile strumento che si è rivelato provvidenziale in un momento tanto delicato per la sanità, quanto per l’economia.

Tuttavia, ricorda il ministro, si è trattato di una soluzione adottata per necessità, che per il momento non è ancora stata affinata al meglio. Nonostante ciò l’opinione di Zangrillo sullo smart working resta positiva, in quanto questo strumento si è ormai inserito nelle dinamiche lavorative con eccellenti risultati e pertanto non deve essere abbandonato.

Il punto sul quale bisogna ancora lavorare è la logica del rapporto di lavoro, la quale deve essere necessariamente modificata per adattarsi a questa nuova modalità. Il lavoro in presenza, infatti, viene controllato proprio sulla presenza registrata del lavoratore.

Lo smart working complica in modo considerevole l’occorrenza della supervisione da parte dei datori di lavoro. In questo senso la soluzione migliore secondo il ministro è rinunciare al controllo della presenza in favore della misurazione dei risultati.

Quest’ultima non dovrebbe essere guardata con reticenza o diffidenza perché non implica alcuna difficoltà aggiuntiva per lo svolgimento dei compiti da parte del lavoratore, semplicemente è l’unico modo ragionevole per assicurare un rapporto corretto fra i dipendenti e la PA, in tutela di entrambi.

A riguardo, il ministro ha invitato al dialogo e alla comunicazione, considerati imprescindibili per la formazione di relazioni professionali stabili e durature. Di conseguenza non è previsto il ritorno in ufficio per i dipendenti pubblici, che potranno continuare a svolgere le loro mansioni in modalità a distanza.

Questa scelta è fortemente influenzata dal desiderio di modernizzare la Pubblica Amministrazione, senza perdere il progresso raggiunto a causa delle restrizioni pandemiche. Oltretutto questo atteggiamento potrebbe contribuire a favorire l’assunzione di dipendenti.

I dipendenti pubblici, in particolare i profili tecnici, infatti scarseggiano ed è indispensabile intervenire il prima possibile per risolvere questa problematica che, secondo il ministro, è dovuta a una concomitanza di fattori.

Da un lato, quindi, sarà fondamentale lavorare sugli aspetti psicologici critici che influenzano negativamente il mercato del lavoro, nel tentativo di far emergere la natura della Pubblica Amministrazione come un luogo di soddisfazioni e realizzazione professionale.

Dall’altro lato, però, Zangrillo ritiene importante per il momento non precludere alcuna strada, in quanto ci sono ancora numerosi interventi da effettuare e per riuscire a modernizzare la PA occorre modificare completamente le dinamiche precedenti che risultano ormai inefficaci.

In quest’ottica, l’obiettivo primario del nuovo ministro è di semplificare ulteriormente la Pubblica Amministrazione, lavorando sulle condizioni di lavoro per creare un ambiente favorevole e ricco di opportunità, sulla scia dell’ex ministro Brunetta, che ha riformato i servizi per digitalizzarli e renderli più accessibili.

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