Dichiarazione dei redditi: ecco chi deve farla anche se non lavora

Claudio Garau

30/05/2023

30/05/2023 - 22:55

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La dichiarazione dei redditi serve a valutare l’Irpef dovuta, assicurare il rispetto della legge e individuare eventuali rimborsi o pagamenti delle imposte. Chi deve farla anche se non lavora?

Dichiarazione dei redditi: ecco chi deve farla anche se non lavora

Nel nostro paese la cd. ’campagna fiscale’ si riferisce a quel lasso di tempo nel quale i contribuenti devono presentare la loro dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, vale a dire l’ente tenuto alla riscossione delle imposte. Nell’ambito della campagna fiscale, l’Amministrazione finanziaria fornisce le linee guida, i moduli e le istruzioni utili a compilare e presentare correttamente, e secondo i tempi previsti, detta dichiarazione.

Vero è infatti che i contribuenti hanno un lasso di tempo determinato, tipicamente alcuni mesi, per fare la dichiarazione e per questo possono contare su una serie di servizi di supporto - basti pensare agli sportelli di assistenza telefonica o via web, utili a rispondere alle richieste di chiarimento e a dare delucidazioni in merito alla compilazione di questo così importante documento fiscale.

Come tutti i contribuenti dovrebbero sapere, è fondamentale rispettare i termini della campagna fiscale e fare la dichiarazione dei redditi entro le scadenze prefissate. Altrimenti, in ipotesi di ritardo o di mancata presentazione della dichiarazione, potrebbero scattare sanzioni. Ecco perché è opportuno fare chiarezza sugli obblighi in materia e, tra i possibili dubbi del contribuente, ce n’è uno in particolare che vogliamo vedere da vicino e sciogliere: chi sono i contribuenti che, pur non lavorando, sono tenuti a fare la dichiarazione dei redditi 2023? Scopriamolo insieme.

Dichiarazione dei redditi, cos’è e finalità: il contesto di riferimento

Prima di indicare chi deve fare la dichiarazione dei redditi anche se non lavora, ricordiamo in breve che quest’ultima altro non è che un documento che i contribuenti devono presentare ogni anno alle autorità fiscali, per dare le informazioni sulle proprie entrate, detrazioni e crediti fiscali. Di fatto la dichiarazione è mirata a valutare l’entità delle tasse che una persona fisica o un’azienda deve versare, oppure il rimborso che può ottenere dallo Stato.

Chiaramente la dichiarazione dei redditi è molto importante perché permette alle Entrate di quantificare l’imposta Irpef, dovuta sulla scorta delle leggi vigenti in materia di fisco. Con la dichiarazione, ogni contribuente rende noti i suoi redditi, che scaturiscono da più fonti. Basti pensare agli stipendi o ai guadagni da affitto, per indicare due esempi classici.

Grazie alla dichiarazione dei redditi sono poi dichiarate le detrazioni fiscali a cui il contribuente ha diritto: alcune spese infatti, come ad esempio quelle sostenute per ragioni di salute, per l’istruzione o per gli interessi sul mutuo legato all’acquisto dell’abitazione principale, possono essere sfruttate per rendere meno gravosa l’Irpef da versare al Fisco. Si tratta appunto delle cosiddette spese detraibili.

Inoltre, la dichiarazione dei redditi permette all’Agenzia delle Entrate di controllare la conformità del comportamento contribuente alle norme fiscali e di individuare eventuali errori, omissioni o frodi ai danni delle Entrate. Non solo. Il documento è utilizzato anche per calcolare possibili rimborsi fiscali dovuti al contribuente o per valutare se è necessario compiere ulteriori pagamenti delle imposte.

Ecco perché appare evidente l’importanza capire come funziona la dichiarazione dei redditi e vedere altresì chi deve farla, pur non essendo disoccupato e non avendo dunque un reddito da lavoro.

Anche i disoccupati debbono farla? L’affitto dell’abitazione di proprietà

Il senso comune porta a pensare che i soggetti obbligati a fare la dichiarazione dei redditi siano sostanzialmente i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, come pure i pensionati (questi ultimi a specifiche condizioni). Ma in verità non ci sono soltanto loro tra i contribuenti tenuti a questo dovere.

Infatti la dichiarazione dei redditi, nel nostro paese, è oggetto di un obbligo per coloro che hanno incassato redditi nel corso dell’anno anteriore. Si tratta di redditi che possono scaturire non soltanto dal possesso di immobili o dagli interessi per prestiti, ad esempio. Pertanto è vero che anche chi è senza lavoro può essere tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, ma l’obbligo scatta sulla scorta di specifici limiti di reddito, che tra poco vedremo.

Abbiamo appena detto che la disoccupazione non equivale ad un esonero dall’obbligo alla radice. Per fare un tipico esempio pratico, pensiamo al proprietario di una ulteriore abitazione oltre a quella in cui vive, che sceglie di darla in affitto ad un inquilino - tenuto al pagamento del canone mensile. Ebbene, in questo caso il proprietario sia nel caso in cui sia dipendente, sia nel caso non lavori, sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi indicando detto reddito. Il contribuente sarà infatti soggetto al pagamento dell’Irpef.

Ma è anche vero che l’esonero dalla dichiarazione dei redditi spetta a chi ha un reddito da abitazione principale, incluse le relative pertinenze e altri fabbricati non posti in affitto. Così prevede la legge. Tuttavia questi ultimi devono essere localizzati nello stesso Comune dell’abitazione principale. Pertanto non vale l’esonero nell’ipotesi nella quale il fabbricato non locato sia collocato nello stesso Comune dell’abitazione principale.

Affitto locale commerciale

In linea generale, dunque, sono tenuti a presentare la dichiarazione i contribuenti che hanno percepito redditi fondiari ossia da fabbricati - ed è anche il caso di chi affitti un locale commerciale. Se una persona disoccupata possiede un locale commerciale e lo affitta a un’attività commerciale o un’azienda, il reddito che scaturisce da questo affitto è considerato un reddito fondiario e andrà dichiarato anch’esso.

Si tratta del caso tipico di chi possiede un locale adibito a negozio affittato ad un esercente commerciale, che incassa un canone mensile in cambio. Ebbene, in questo caso il proprietario sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi - anche se disoccupato e titolare di Naspi.

Redditi di capitale e redditi diversi

Analogamente è tenuto a fare la dichiarazione chi, pur senza lavoro, abbia redditi di capitale - e ci riferiamo a quelli prodotti dagli investimenti finanziari o da altre forme di utilizzo del capitale. Si tratta di redditi che scaturiscono da investimenti in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e varie altre forme di attività finanziarie.

Inoltre, come spiega l’Agenzia delle Entrate nel proprio sito web, l’Irpef è dovuta dalle persone fisiche anche per il possesso dei cd. redditi diversi, elencati nell’art. 67 del Testo unico delle imposte sui redditi.

Tra essi abbiamo, ad esempio, i redditi di beni immobili situati all’estero, le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi che scaturiscono da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli assegnati in riconoscimento di specifici meriti artistici, scientifici o sociali.

La Naspi va dichiarata?

Veniamo ora ad un punto su cui spesso vi sono dubbi. Ebbene, l’indennità di disoccupazione Naspi non è sempre da dichiarare. In buona sostanza se ad es. il contribuente, nell’anno di imposta di riferimento, ha avuto come reddito esclusivamente la Naspi e, perciò, ha una sola Certificazione Unica emessa dall’istituto di previdenza, la dichiarazione dei redditi può anche non essere presentata. Ma attenzione perché non deve aver incassato alcun altro reddito.

Infatti, se nel corso dello scorso anno i redditi incassati sono differenti, l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi sussiste e la Naspi andrà così indicata nel documento come reddito da lavoro dipendente o assimilato. E l’obbligo sussiste altresì se si ha soltanto la CU dell’Inps ma si hanno redditi distinti, come ad es. quelli da locazione. In poche parole con l’indennità di disoccupazione, dunque, non di rado il contribuente sarà nella condizione di essere tenuto a presentare comunque la dichiarazione. Si tratta di chi ha lavorato un solo periodo dello scorso anno, come anche di chi ha altri redditi da dichiarare. E, come detto, con gli altri redditi va dichiarata anche l’indennità Naspi.

Limiti reddituali di esonero dalla dichiarazione

Abbiamo accennato sopra al fatto che il reddito effettivamente incassato può comportare l’esonero dalla dichiarazione dei redditi. Ovvero sotto una certa soglia, scatta l’esenzione dall’obbligo per il contribuente.

Per esempio, in caso di reddito derivante da terreni e / o fabbricati (comprese l’abitazione principale e le pertinenze) fino a 500 euro annue e in caso di importi derivanti da assegno periodico corrisposto dal coniuge (escluso il mantenimento dei figli) fino a 8.000 euro annui, non scatta alcun obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Non solo. Il contribuente può evitare di presentare il Modello 730 o del Modello Redditi Persone Fisiche laddove i redditi incassati nel corso dell’anno conducano al versamento di un’imposta al di sotto di 10,33 euro.

Ed ancora, sono esentati dall’obbligo di dichiarazione coloro che hanno solo redditi esenti, come ad es. alcune borse di studio o le rendite erogate dall’Inail per invalidità permanente. Analogamente, un altro caso di esonero per tipologia di reddito attiene a chi ha soltanto redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta come ad es. gli interessi sui conti correnti bancari o postali.

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