Niente crisi di governo, trovato l’accordo sulla riforma del catasto: ecco cosa cambia

Stefano Rizzuti

6 Maggio 2022 - 13:28

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Scongiurata la crisi di governo sulla delega fiscale: trovato l’accordo all’interno del governo sulle richieste del centrodestra in tema di catasto. Ecco come cambia la riforma.

Niente crisi di governo, trovato l’accordo sulla riforma del catasto: ecco cosa cambia

Nessuna nuova tassa sulla casa, né oggi né in futuro. Questa è la rivendicazione del centrodestra che esulta per l’accordo trovato sulla riforma del catasto: intesa, quindi, sulla delega fiscale e scongiurata la crisi di governo.

Lega e Forza Italia rivendicano di aver risolto il problema che si era creato a marzo - con tanto di minacce di crisi di governo - sul catasto e sul regime delle cedolari. L’accordo sulla legge delega ha riguardato la parte relativa alla casa e al sistema duale, che secondo il centrodestra avrebbe messo a rischio la cedolare sugli affitti.

La battaglia era partita a marzo, quando un emendamento del centrodestra in commissione Finanze aveva provocato l’irritazione del presidente del Consiglio, Mario Draghi. E bloccato i lavori sulla delega fiscale. Ora la soluzione è stata trovata e la riforma sembra poter riprendere il suo iter.

Il centrodestra esulta spiegando, attraverso una nota, che dal provvedimento sparisce il riferimento al sistema duale e che “nessun incremento di tassazione potrà colpire i risparmi o la casa degli italiani”.

La riforma del catasto

Secondo quanto spiegato dal centrodestra viene eliminato ogni riferimento ai valori patrimoniali degli immobili. Ci sarà, quindi, un aggiornamento delle rendite secondo la normativa oggi in vigore e senza novità di carattere patrimoniale.

Altro punto dell’accordo sulla riforma del catasto riguarda le case fantasma (si ipotizza che siano più di un milione): in caso di loro emersione e di extra-gettito, quelle risorse verranno destinate alla riduzione delle imposte sulla casa, a partire dall’Imu, con la possibilità di ridurre le aliquote.

Con la prima ipotesi di riforma si puntava ad aggiornare il valore degli immobili calcolati sugli estimi del 1991, ma nell’aggiornamento non ci saranno cambiamenti rispetto ai criteri di oggi. Si partirà, comunque, dalla mappatura degli immobili e dalla rilevazione dei beni non censiti.

Con la riforma dovrebbero essere forniti nuovi strumenti per capire come classificare gli immobili oggi non censiti o che non rispecchiano la vera destinazione d’uso. Ci sarà un intervento sugli immobili abusivi attraverso quella che viene definita un’operazione trasparenza.

L’accordo sul catasto: cosa cambia

Le informazioni sugli immobili verranno rilevate attraverso i nuovi criteri solamente a partire dal primo gennaio del 2026, secondo quanto prevede l’accordo. Questi dati non potranno essere utilizzati per determinare la base imponibile dei tributi, quindi non avranno utilità ai fini di eventuali agevolazioni e benefici sociali.

Nel nuovo catasto ogni immobile avrà la rendita catastale già esistente e un’ulteriore rendita che sarà possibile aggiornare periodicamente sulla base dell’articolazione del territorio comunale, delle nuove destinazioni d’uso e dell’adozione di unità di consistenza per immobili ordinari.

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