Crescita futura: c’è fiducia per 4 aziende italiane su 5

Mattia Prando

9 Dicembre 2019 - 11:53

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Secondo un report di HSBC Navigator Italy, quattro imprese italiane su cinque prevedono di crescere da qui al prossimo anno. I dettagli

Crescita futura: c’è fiducia per 4 aziende italiane su 5

Secondo un report pubblicato da HSBC Navigator Italy, quattro imprese italiane su cinque prevedono di crescere da qui al prossimo anno. Questo dato, pari all’82% è superiore rispetto alla media europea, che resta al 79%.

A dispetto di ciò, il dato relativo alle aspettative di crescita rimane al di sotto della media globale: nel dettaglio, solo il 16% delle società italiane credono di superare il 15% di espansione, contro il 22% mondiale.

Lo studio è stato condotto su oltre 9.100 società, di ci 3.500 in Europa e 200 in Italia, considerando sia le PMI che le grandi imprese. Le metriche di valutazione hanno considerato diverse aree di business, come le prospettive di business, il commercio internazionale, il protezionismo e la geopolitica, la sostenibilità, il benessere e l’utilizzo della tecnologia da parte delle aziende.

PMI più positive delle grandi aziende

Stando a quanto rilevato da HSBC Navigator Italy, nel Belpaese due imprese su cinque si ritengono più positive rispetto ad un anno fa, in linea con la media europea ma al di sotto di quella globale. Le PMI sono più ottimiste rispetto alle grandi imprese (44% contro 35%).

Le strategie delle società italiane per alimentare la crescita

Per quanto concerne le strategie delle aziende italiane per crescere sono principalmente tre, alimentate da fattori interni ed esterni: investimenti nell’innovazione, espansione in nuovi mercati e miglioramento della qualità dei prodotti o servizi.

Il principale fattore interno sono gli investimenti in ambito tecnologico, seguiti da miglioramento della produttività dell’azienda e dall’introduzione di nuovi prodotti o servizi.

Rispetto al mercato europeo, quello italiano è il principale ad essere trainato dagli investimenti nel comparto tecnologico, sotto Brasile e Messico.

I maggiori fattori esterni sono invece l’apertura di nuovi mercati, le tecnologie trasformative all’interno del settore e i miglioramenti in tema di logistica e trasporti. Dallo studio emerge anche come, per un’azienda italiana su cinque, il contesto normativo e di tassazione favorevole rappresenta un elemento chiave per la crescita.

Marco Alfredo Pallazzi, Head of Commercial Banking Italy, commenta: “l’ottimismo e la fiducia delle imprese italiane hanno basi solide. La nostra indagine evidenzia come la crescita futura delle imprese italiane comporti investimenti in tecnologia, innovazione e sostenibilità, insieme alla ricerca di nuovi mercati. Questo percorso può subire un’accelerazione anche attraverso una collaborazione positiva tra tutti gli attori finanziari e di business e i policy maker nazionali e internazionali”.

Aziende italiane positive sul commercio internazionale, ma pesa il protezionismo

Per le società italiane, nei prossimi cinque anni il commercio internazionale sarà il principale fattore che porterà innovazione (81%), migliorerà l’efficienza (80%) e creerà nuove opportunità di business (76%).

Il report evidenzia inoltre come la Francia abbia superato la Germania come partner commerciale. Interessante mettere in luce anche come le aziende italiane che intrattengono rapporti con l’Inghilterra è salito dal 6% all’11%, a dispetto del fattore Brexit.

Sul fronte protezionismo, nello studio si legge come “più della metà delle imprese italiane soffre l’effetto del protezionismo, con il numero di coloro che sentono di aver perso di più rispetto a quanto guadagnato che è il doppio di quello globale”.

Per le società italiane inoltre, le questioni geopolitiche creano meno preoccupazioni del protezionismo. “Per contrastare questa minaccia, il 26% delle imprese sta cercando di sviluppare relazioni con operatori locali e joint venture, mentre una percentuale simile sta investendo in sicurezza informatica e il 23% sta cambiando le rotte commerciali”.

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