Covid, novità per asintomatici e tamponi: come cambiano le regole per quarantena e contatti stretti

Giacomo Andreoli

02/01/2023

02/01/2023 - 12:51

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Con una circolare il ministro della Salute ha cambiato le regole sul Covid: gli asintomatici potranno uscire dall’isolamento dopo 5 giorni senza fare alcun tampone: i casi aumenteranno?

Covid, novità per asintomatici e tamponi: come cambiano le regole per quarantena e contatti stretti

Con l’arrivo del 2023 cambiano ancora le regole sul Covid, con un deciso cambio di passo, in scia con l’allentamento delle prescrizioni degli ultimi mesi. Con una circolare del ministero della Salute, infatti, viene permesso ai positivi al virus asintomatici di uscire di casa dopo cinque giorni senza aver fatto alcun tampone, antigenico o molecolare.

Una decisione, quella del governo Meloni, che sembra stridere con quanto accade in Cina, dove il Covid-19 sta circolando nuovamente con una rapidità elevata, tra persone non sufficientemente coperte dal punto di vista immunitario.

Questo, secondo gli esperti, può generare una nuova ondata del virus nel mondo e ci sono le condizioni per la possibile nascita di nuove varianti, forse più letali e contagiose delle versioni diffuse di Omicron.

Covid, nuove regole per l’isolamento degli asintomatici

Tolto l’obbligo di tampone in uscita dall’isolamento, rimane comunque la necessità di indossare la mascherina Ffp2 fino al decimo giorno dopo il primo tampone positivo. Per essere considerato asintomatico bisogna non aver avuto mai sintomi da quando si è scoperta la positività oppure esserne privo da almeno due giorni.

Quando è obbligatorio fare il tampone?

L’isolamento può essere anche più breve dei cinque giorni, ma in questo caso serve un test antigenico o molecolare negativo. In ogni caso non si dovrebbe uscire dalla quarantena se si hanno ancora sintomi importanti.

Resta poi l’obbligo del tampone in uscita dalla quarantena per alcune categorie, come gli operatori sanitari, gli immunodepressi e i pazienti positivi arrivati con un volo dalla Cina.

Nuove regole Covid, cosa fare in caso di contatti stretti con positivi?

Per chi ha avuto contratti stretti con persone positive, poi, viene confermato il regime dell’autosorveglianza, durante il quale è obbligatorio indossare mascherine Ffp2 al chiuso o in presenza di assembramenti per cinque giorni dopo la data dell’ultimo contatto.

Se durante questi giorni si manifestano dei sintomi, è raccomandato un immediato tampone antigenico o molecolare. Gli operatori sanitari, invece, devono fare un test ogni giorno per tutti e cinque i giorni dall’ultimo contatto con il soggetto positivo.

Rischio nuova ondata di Covid dalla Cina?

Secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute l’allentamento delle regole non deve preoccupare, nonostante l’esplosione dei casi in Cina. Secondo Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero, quello che sta accadendo a Pechino e dintorni è “una circolazione rapida del virus in una popolazione ampiamente suscettibile, non pienamente vaccinata, mentre in Italia abbiamo una copertura vaccinale ampia”.

I vaccini, poi, anche se non proteggono sempre dall’infezione, sono in grado di “schermare” l’organismo dalle forme più gravi della malattia. Con le regole sull’isolamento ulteriormente allentate, quindi, i casi potrebbero aumentare, ma non ci sono particolari preoccupazioni rispetto ad una possibile pericolosa nuova ondata.

Due settimane fa, poi, il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, aveva detto il Covid-19, per come sono oggi le varianti di Omicron, a fronte di un’ampia copertura vaccinale, non è più una pandemia ed è meno mortale dell’influenza.

Covid, Magrini: ci sono buchi nella campagna vaccinale

Tuttavia, Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia del farmaco, dice in un’intervista a Repubblica che “non dobbiamo sederci sugli allori”. Infatti, benché gli italiani siano molto vaccinati, con farmaci “efficaci”, per quanto riguarda la campagna sulla quarta dose ci sono “dei buchi importanti nelle fasce al di sopra dei 60 anni”.

Quindi attacca il governo Meloni sulla gestione del virus negli ultimi mesi del 2022. “Diciamo - spiega - che da ottobre abbiamo avuto un paio di mesi di pausa di riflessione, anche politica, per l’insediamento del nuovo governo. Lì, all’inizio della stagione delle infezioni respiratorie, sarebbe stata necessaria una maggiore continuità, una campagna più convinta”.

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