Così l’Unione europea ha voltato le spalle all’Ucraina

Alessandro Nuzzo

17 Maggio 2025 - 11:48

L’Unione Europea si prepara ad una mossa che metterebbe a rischio l’economia di Kiev.

Così l’Unione europea ha voltato le spalle all’Ucraina

Nel giro di poche settimane, l’Unione Europea si prepara a mettere in atto una mossa che colpirà l’economia dell’Ucraina in un momento cruciale per l’esito del conflitto. Lo ha rivelato il Financial Times, citando proprie fonti.

La misura riguarda lo stop all’accordo di libero scambio attualmente in vigore con Kiev e il conseguente ritorno dei dazi sui prodotti esportati dall’Ucraina. L’Unione Europea aveva temporaneamente rimosso i dazi sui prodotti ucraini, ma tale accordo scadrà il prossimo 6 giugno. Secondo indiscrezioni, non verrà rinnovato, ma sarà sostituito da misure transitorie mentre le due parti aggiornano il loro accordo commerciale globale.

Per l’economia ucraina si prospetta un pesante danno. Finora, la maggior parte delle merci ucraine entrava in Europa esente da dazi. L’iniziativa sembra essere partita dalla Polonia, intenzionata a proteggere i propri agricoltori. Gli accordi transitori ridurranno drasticamente le quote esenti da dazi per i prodotti agricoli ucraini. Il governo di Kiev stima una riduzione delle entrate di circa 3,5 miliardi di euro all’anno, tornando alle condizioni commerciali precedenti l’invasione russa.

Il regime zero dazi interessava principalmente pollo, grano e zucchero, prodotti che transitavano senza costi verso i paesi UE per poi raggiungere nazioni africane e asiatiche. Gli impatti maggiori riguarderanno mais, zucchero, miele e pollame. La quota di mais scenderà da 4,7 milioni di tonnellate a 650.000 tonnellate, quella di pollame da 57.110 a 40.000 tonnellate e lo zucchero da 109.000 a 40.700 tonnellate.

La questione ha dominato la scena politica polacca, con il governo che ha imposto divieti sulle importazioni di grano ucraino, violando anche le norme UE.

Sembra quasi certo che gli accordi commerciali presi in tempo di guerra non saranno rinnovati alla scadenza del prossimo 6 giugno, poiché si sta lavorando a una revisione. Nel frattempo, potrebbero entrare in vigore misure transitorie se la revisione non sarà conclusa entro quella data.

«Questo è un segnale davvero negativo per l’Ucraina. Ci vorrà del tempo, almeno fino a ottobre, per trovare una soluzione», ha affermato Bernd Lange, presidente della commissione per il commercio del Parlamento europeo. In sintesi, le previsioni indicano tempi lunghi per un nuovo accordo, decisamente non ideali per l’Ucraina.

Nessuna tregua, accordo solo sui prigionieri

Nel frattempo, l’incontro tra le delegazioni russe e ucraine in Turchia si è concluso con un nulla di fatto. Non è stato raggiunto un accordo sul cessate il fuoco richiesto da Kiev, ma c’è stata intesa solo su uno scambio di prigionieri: 1.000 per parte, anche se non è ancora nota la tempistica.

«Ieri, come ogni giorno in questa guerra, si è presentata l’occasione per cessare il fuoco. L’Ucraina propone da tempo questa soluzione: un cessate il fuoco completo e incondizionato per salvare vite umane. Alla Russia resta solo la possibilità di continuare a uccidere. Dobbiamo fare pressione sulla Russia affinché fermi le uccisioni. Senza sanzioni più severe, senza una pressione più forte sulla Russia, non cercheranno una vera diplomazia. Sono necessari passi concreti per porre fine alla guerra. Ci aspettiamo forti sanzioni contro la Russia da parte degli Stati Uniti, dell’Europa e di tutti i nostri partner. La diplomazia deve funzionare. Ringrazio tutti coloro nel mondo che mi aiutano davvero, non con le parole, ma con la forza. C’è bisogno di pace», ha scritto il presidente Zelensky su X.

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