Cosa sta succedendo in Yemen spiegato in modo semplice

Giorgia Bonamoneta

14/01/2024

17/01/2024 - 09:21

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Perché lo Yemen è finito al centro degli eventi tra Israele (e i suoi alleati) e il popolo palestinesi? Ecco perché Usa e Uk hanno attaccano i ribelli Houthi.

Cosa sta succedendo in Yemen spiegato in modo semplice

Stati Uniti e Regno Unito hanno compiuto una nuova serie di raid aerei in Yemen. L’obiettivo sono gli Houthi, ribelli sciiti finanziati dall’Iran. I ribelli stanno dimostrato vicinanza alla popolazione palestinese con il blocco e l’attacca alle navi mercantili e petroliere dirette verso i porti del Mediterraneo.

Nella rotta che attraversa lo stretto di Bab el-Mandeb e il canale di Suez passa circa il 12% del commercio mondiale (secondi i dati del giornale Domani). Per questo in molti definiscono l’attacco degli Stati Uniti e del Regno Unito come una risposta militare a un sabotaggio commerciale e in difesa di un commercio dal valore di 1,2 trilioni di dollari l’anno. È quindi proprio per tutelare gli scambi, oltre che la navigazione nelle acque, che i due Paesi sono intervenuti.

Le azioni di Stati Uniti e Regno Unito appaiono come un tentativo di proteggere i propri interessi, anche a fronte di quelle che sono considerate in Medio Oriente come azioni di protesta lecite contro le azioni genocide e sotto processo di Israele.

Gli Houthi, dopo gli attacchi alle loro infrastrutture, come i magazzini delle armi, hanno dichiarato ritorsioni. “Gli attacchi - dice il portavoce militare - non resteranno senza risposta”.

Perché lo stretto di Bab el-Mandeb in Yemen è così importante?

Lo Yemen si trova a Sud della penisola arabica e si affaccia sul Mar Rosso, in particolare sullo stretto di Bab el-Mandeb. Uno stretto fondamentale perché cruciale per i traffici marittimi. Infatti tutti i traffici marittimi che devono arrivare nel Mediterraneo passano da lì.

Dall’India o dalla Cina, per esempio, le navi merci passano prima attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb, poi per il Mar rosso e infine per il canale di Suez per trovarsi nel Mediterraneo, una delle zone più ricche del mondo. L’alternativa al passaggio per lo Yemen è molto più in basso, a Sud dell’Africa , circumnavigandola, e poi dallo stretto di Gibilterra.

Tutta l’economia materiale del mondo è trasportata via nave (il 90%) e il 30% di questa passa attraverso lo stretto sul quale si affaccia lo Yemen.

Chi sono gli Houthi?

Il movimento Houthi è emerso tra gli anni Ottanta e Novanta a nord del Paese. In questa fascia di terra la maggior parte della popolazione appartiene alla corrente dell’Islam sciita (praticata da circa il 35% della popolazione). La corrente, esistente solo in Yemen, prende il nome di “zaydismo” e sono proprio gli zayditi a dominare il territorio dello Yemen da secoli, fino al 1962 quando il loro governo fu rovesciato e venne istituita una repubblica araba guidata dai sunniti (il 65% della popolazione).

Minacciati dall’espansione del sunnismo wahabita, forma estremista dell’Islam promossa dall’Arabia Saudita, a partire dagli anni Ottanta cominciarono a formare gruppi di contrasto. La prima ribellione si tenne nel 2004, ma fu repressa con la forza e il capo del movimento fu ucciso. Molti giovani sciiti decisero di unirsi al gruppo e la faccenda si aggravò nel 2011, con la primavera araba dei regimi autoritari del Nord Africa e del Medio Oriente. Nel caso dello Yemen il presidente Ali Abdullah Saleh fu costretto a dimettersi e si creò un vuoto di potere, occupato proprio dagli Houthi.

Lo Yemen venne quindi sconvolto da una guerra civile: da una parte gli Houthi che conquistavano territori verso sud e la capitale Sana’a; dall’altra il governo yemenita sostenuto dall’Arabia Saudita. I combattimenti proseguirono dal 2015 al 2018, mentre oggi la situazione è quella dello stallo, con le parti che hanno accettato un cessate il fuoco.

L’inizio della guerra nella Striscia di Gaza rappresenta un’opportunità per gli Houthi, perché (come scrive Il Post) ha dato loro la possibilità di provare a rafforzare ulteriormente il loro dominio sullo Yemen e fare in modo che venga riconosciuto anche fuori del paese. Inoltre gli attacchi alle navi straniere nel Mar Rosso sono un’azione che li legittima all’interno del mondo islamico, oltre che innalzarli a difensori della causa palestinese.

Perché gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno attaccato lo Yemen?

Gli Houthi, per supportare il popolo palestinese, hanno deciso di colpire le navi commerciali che passano per il canale di Bab el-Mandeb. L’intento è quello di colpire Israele, il responsabile del genocidio in corso in Palestina, ma (non troppo) indirettamente è stato colpito tutto il traffico commerciale che passa nella zona.

Il piano è riuscito: gli Houthi con i loro attacchi hanno ridotto del 70% il passaggio delle navi nello stretto. Infatti tante compagnie, per non vedere danneggiate le loro navi, hanno smesso di passare attraverso lo stretto in Yemen, passando invece per il sud dell’Africa. La decisione ha comportato un aumento dei tempi di percorrenze e un aumento dei costi della merce.

Gli Stati Uniti hanno avvertito più volte gli Houthi delle possibili ritorsioni, ma il boicottaggio è continuato (a discapito degli interessi capitalistici). Così, nella notte tra giovedì e venerdì, Stati Uniti e Regno Unito (ma anche Canada, Paesi Bassi e altri) hanno colpito con circa 100 missili le basi dei ribelli per disarmarli.

C’è un rischio escalation?

L’attacco rappresenta un ennesimo tassello alle tensione, è vero, ma un’esclation è improbabile. Un allargamento potrebbe avvenire se gli Usa o Israele decidessero di attaccare l’Iran (finanziatore dei ribelli Houthi e di Hezbollah. L’intenzione però manca.

Anche l’Iran, da parte sua, non ha intenzione di entrare in guerra ed è evidente perché di occasioni ce ne sono state, per esempio dall’attacco ai palestinesi e al gruppo propaggine dell’Iran stessa Hezbollah.

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