Cosa sono le Supercelle, come si formano e quali sono le zone più a rischio

Luna Luciano

25/07/2023

25/07/2023 - 23:48

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Negli ultimi giorni la nostra penisola è stata colpita da Supercelle temporalesche che hanno flagellato il Nord Italia. Ecco cosa sono, perché sono pericolose e quali sono le zone più a rischio.

Cosa sono le Supercelle, come si formano e quali sono le zone più a rischio

Un Sud che bruca e un Nord colpito da violenti nubifragi e grandinate con chicchi di ghiaccio grandi quanto palline da tennis. Sono questi alcuni fenomeni che testimoniano l’esistenza del cambiamento climatico.

Con un clima che si tropicalizza sempre di più in Italia si verificano con intensità mai registrate prima fenomeni temporaleschi come le supercelle, da sempre tipiche delle pianure americane. Stando a quanto spiegato dall’esperto Marcello Miglietta, dirigente di ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima in una recente intervista con La Repubblica, sono proprio queste lunghe ondate di calore che combinate ad altri fenomeni sono all’origine dello sviluppo delle supercelle temporalesche che stanno flagellando il Nord della nostra penisola.

Innanzitutto, però, occorre precisare che se è vero che le supercelle sono sempre esistite, le ondate di calore e soprattutto e l’aumento delle temperature del mare hanno causato l’intensificarsi di questo fenomeno. E di fronte a un clima che cambia, gli ultimi studi si sono concentrati proprio sulle supercelle e sui tornado, oltre che sui cosiddetti “Medicanes” i cicloni mediterranei simili a quelli tropicali. È quindi opportuno spiegare cosa sia una supercella, come questa si forma e quali sono le zone d’Italia più a rischio.

Cos’è una supercella temporalesca e come si forma?

La supercella è un tipo di temporale che si sviluppa in particolari condizioni atmosferiche. Se la cella temporalesca si forma quando l’aria calda che si alza dal suolo si scontra con l’aria fredda in quota e al raggiungimento della saturazione dei cumulonembi piove, la Supercella presenta anche un vento non è costante. I fenomeni tipici associati a questi temporali sono generalmente molto intensi, con grandi volumi di pioggia concentrata in breve tempo, grandine anche di grosse dimensioni e forti venti.

La supercella, infatti, presenta al suo interno una corrente ascensionale in rotazione. Infatti, tutta la struttura del cumulonembo ruota, nell’emisfero boreale, in senso antiorario. È proprio questa rotazione del vento che fa durare di più i fenomeni connessi alla supercella. Come ha spiegato in un’intervista di Repubblica Marcello Miglietta, dirigente di ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima:

In virtù del wind shear si verificano movimenti di aria rotatori all’interno della supercella, detti mesocicloni. Questo sistema rotatorio di venti inclinati alimenta la nube e quindi i fenomeni della supercella possono durare anche ore.

Fenomeni che con il tempo, a causa del cambiamento climatico, sono diventati via via sempre più violenti. Per fortuna, grazie a tecnologie avanzate è possibile verificare la velocità del vento e di individuare con rapidità la natura di un fenomeno. In modo da poter avvisare la popolazione.

Supercelle, quali sono i pericoli e le zone più a rischio?

Rispetto alle celle temporalesche, le Supercelle sono molto più pericolose a causa dell’intensità elevata alla quale si associano fenomeni più violenti come il wind shear (variazioni improvvise di vento) associato a forti grandini (capaci per le dimensioni di danneggiare anche gli impianti fotovoltaici) e downburst. Non solo. La supercella è soprattutto il tipo di temporale da cui è più probabile che si formi un tornado.

Stando agli ultimi studi, le zone più a rischio in Italia sono quelle della Pianura Padana ed esiste una tesi pluripremiata, firmata da Francesco De Martin, dottorando del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’università di Bologna, numerosi premi, che ne spiega il perché.

Nella pianura Padana vengono a crearsi tre condizioni favorevoli alla formazione di supercelle. In questa zona si scontrano vento caldo secco in discesa dagli Appennini, aria più fredda da Nord e aria calda umida dall’Adriatico, creando così una configurazione particolarmente favorevole alla comparsa delle supercelle temporalesche. Un fenomeno che pur essendo sempre esistito, a causa del cambiamento climatico, diventa sempre più violento.

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