Ecco cosa rischiano i dipendenti del Vaticano che non rispettano il segreto del Conclave: il valore del giuramento.
Ormai ci siamo, sta per iniziare il Conclave per l’elezione del nuovo Papa. Domani, mercoledì 7 maggio, i cardinali della Chiesa cattolica si riuniranno per dare il via alle votazioni e portare, non sappiamo in quanto tempo, alla fumata bianca. La procedura per l’elezione del Sommo Pontefice è molto antica e regolamentata in maniera minuziosa dalla Costituzione apostolica Universi Dominici Grecis. Gli elettori devono osservare regole rigidissime non soltanto nell’aspetto procedurale della votazione ma anche rispetto al comportamento da tenere fino alla conclusione del tutto.
Persino il cibo da consumare durante il Conclave, che può durare diversi giorni, non è a discrezione dei cardinali. La regola più importante, tuttavia, resta quella del segreto. L’intero Conclave è infatti coperto dalla riservatezza più assoluta con conseguenze severissime non soltanto per gli uomini di Chiesa, ma anche per i semplici dipendenti del Vaticano, che sono ugualmente tenuti a giurare di rispettare il segreto assoluto sul Conclave e su tutto ciò che lo riguarda. Un impegno importante e vita natural durante per chi, anche a mezzo di una professione laica, contribuisce in qualche misura all’evento più importante della Chiesa cattolica. Ecco perché e cosa rischiano i dipendenti del Vaticano che non rispettano il giuramento.
Il segreto per i dipendenti del Vaticano
Secondo le Convenzioni apostoliche votano per l’elezione del nuovo Papa i cardinali, detti anche porporati dal colore dei paramenti, che non hanno ancora compiuto 80 anni. In questo caso, dopo i chiarimenti sull’età di Philippe Nakellentuba Ouédraogo, si è arrivati a un numero di 135 aventi diritto al voto. Il Conclave sarà però presieduto da 133 elettori, a causa degli impedimenti di salute patiti da due cardinali. Gli elettori, che già come alti ecclesiastici rivestono un ruolo di grande prestigio e responsabilità, hanno ovviamente un grande peso sulle spalle. Bisogna scegliere il nuovo capo della Chiesa cattolica e rispettare minuziosamente una procedura severa e particolareggiata che accompagna questo momento sacro, seppur con qualche cambiamento, da quasi due millenni.
I dipendenti laici del Vaticano, tuttavia, non sono affatto esenti da doveri precisi e imprescindibili. Per le attività del Vaticano e a maggior ragione per lo svolgimento del Conclave c’è infatti una mobilitazione importante di personale, tra cuochi, medici, autisti, sicurezza, addetti agli ornamenti floreali e molto altro ancora. Per il personale c’è un innegabile onere morale, si può solo immaginare l’apprensione per accertarsi che ogni piccolo passaggio vada per il meglio, ma non solo. Prima del Conclave, infatti, tutti i dipendenti del Vaticano coinvolti sono chiamati a prestare giuramento. Basti pensare, per comprendere meglio il contesto, che le schede degli scrutini vengono bruciate e non rimane alcuna traccia delle votazioni.
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Cosa rischiano i dipendenti del Vaticano che non rispettano il segreto
Il personale laico ha giurato martedì 5 maggio davanti al Camerlengo Kevin Joseph Farrell e a due Protonotari Apostolici di “osservare il silenzio assoluto con chiunque non faccia parte del Collegio dei Cardinali elettori, e ciò in perpetuo, a meno che non ne riceva speciale facoltà”. Tutto ciò che è correlato all’elezione del nuovo Papa, anche indirettamente, è coperto da un riserbo assoluto insieme a qualsiasi attività, elemento o informazione riguardante il Vaticano durante tutto il periodo del Conclave. Officiali e addetti sono ospitati a Casa Santa Marta o a Santa Marta vecchia fino al termine della votazione, senza possibilità di contattare i familiari e ovviamente con il divieto assoluto di effettuare registrazioni audio o video.
Chi non rispetta il giuramento perpetuo va incontro alla sanzione più grave prevista dal diritto canonico: la scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica. Si tratta di una scomunica automatica stabilita dalla Chiesa cattolica di cui l’interessato non è nemmeno avvisato: non serve un atto o una decisione che la formalizzi, si compie in automatico quando vengono commesse gravi violazioni. Questa grave pena comporta l’esclusione dalla comunità dei fedeli e dai sacramenti. Non sono peraltro da escludere, a seconda dei regolamenti interni e del tipo di contratto, le sanzioni disciplinari dal punto di vista lavorativo. Quando previste e se applicabili, sicuramente riguardano la misura più drastica, ovvero il licenziamento.
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