Cosa pensa Papa Leone XIV su donne, LGBTQ+, migranti e cambiamento climatico

Flavia Provenzani

09/05/2025

Come la pensa il neoeletto Papa Leone XIV sui temi più scottanti, come diritti LGBTQ+, donne nella Chiesa, immigrazione e lotta al cambiamento climatico?

Cosa pensa Papa Leone XIV su donne, LGBTQ+, migranti e cambiamento climatico

Solo poche ore fa Robert Prevost, il primo Papa americano della storia, attraversava il balcone della Basilica di San Pietro indossando una tonaca bianca.

Ha scelto di chiamarsi Papa Leone XIV e con lui si inaugura una nuova era di trasformazione per la Chiesa.

Considerato centrista da alcuni e progressista da altri, Papa Leone XIV è tutto da scoprire. Nato nell’Illinois, ha la doppia cittadinanza, statunitense e peruviana, e durante il suo primo discorso pubblico ha parlato italiano e spagnolo, ripetendo più volte la parola “pace”.

La sua elezione arriva in un contesto di grande tensione politica ed economica. Come capo della Chiesa, Prevost servirà circa 1,4 miliardi di cattolici in tutto il globo, molti dei quali provengono dal Sud del mondo, in una società caratterizzata da un profondo calo della partecipazione dei fedeli all’interno della Chiesa cattolica.

Solo il tempo ci dirà se Leone XIV rappresenterà un allontanamento da Francesco, considerato un pieno progressista. Intanto, esaminiamo cosa pensa Prevost sui temi più scottanti: LGBTQ+, migranti, donne e cambiamento climatico.

1) Donne nella Chiesa

Papa Leone XIV, in linea con Francesco, è contrario all’ordinazione delle donne.

“C’è anche un altro aspetto da sottolineare: ordinare le donne - e alcune donne lo hanno detto in modo piuttosto interessante - ’clericalizzare le donne’ non risolve necessariamente un problema, anzi, potrebbe crearne uno nuovo”,

ha dichiarato nell’ottobre 2023 durante il Sinodo sulla sinodalità.

Ma le donne contribuiscono “molto alla vita della Chiesa”, ne è una prova, secondo Prevost, la nomina di alcune donne a posizioni di leadership nella Chiesa avvenuta sotto Francesco. Nei suoi 12 anni di papato, Bergoglio ha inoltre concesso il diritto di voto alle donne durante i sinodi, pur continuando a sostenere che non potessero diventare sacerdoti.
Francesco è stato anche il primo Papa a lavare i piedi solo a donne - detenute nel carcere romano di Rebibbia - in occasione del Giovedì Santo del 2024

2) LGBTQ+

Quella lasciata da Francesco è una grande eredità in tema di diritti e accoglienza della comunità LGBTQ+.

“Se una persona è gay, cerca Dio e ha buona volontà, chi sono io per giudicare?”,

disse Francesco in una dichiarazione del 2013 che fece il giro del mondo.

Rimane vero, tuttavia, che la Chiesa cattolica è ferma nella sua posizione secondo cui l’omosessualità è un peccato e che le coppie dello stesso sesso non possono sposarsi all’interno della Chiesa.

Nell’ottobre 2023 è arrivata un’altra svolta. La pubblicazione di una lettera di Francesco a sostegno delle benedizioni delle unioni omosessuali caso per caso.

Non possiamo essere giudici che si limitano a negare, respingere ed escludere”, ha scritto Francesco a un gruppo di cardinali conservatori.

Pertanto, la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se vi siano forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un’idea sbagliata del matrimonio. Perché quando si chiede una benedizione, si chiede l’aiuto di Dio".

La posizione di Leone XIV sui cattolici LGBTQ+ sembra distaccarsi da quella del defunto pontefice.

Nell’ottobre 2024, Prevost ha espresso la necessità di maggiori dialoghi tra ciascuna conferenza episcopale per discutere le benedizioni delle coppie omosessuali e applicarle in modo coerente con le differenze culturali in tutto il mondo, poiché alcuni Paesi continuano a criminalizzare l’omosessualità.

“I vescovi delle conferenze episcopali africane dicevano fondamentalmente che qui in Africa la nostra realtà culturale è molto diversa...non stavano rifiutando l’autorità magisteriale di Roma, stavano dicendo che la nostra situazione culturale è tale che l’applicazione di questo documento semplicemente non funzionerà”,

ha affermato Prevost, in qualità di Prefetto del Dicastero per i Vescovi, in risposta alle riserve sollevate dai vescovi africani nei confronti di un documento vaticano che consente benedizioni non liturgiche alle coppie in situazioni irregolari, comprese le coppie dello stesso sesso:

“Bisogna ricordare che ci sono ancora luoghi in Africa che applicano la pena di morte, ad esempio, alle persone che vivono una relazione omosessuale...Quindi, viviamo in mondi molto diversi”.

Attraverso uno studio del New York Times che esamina le opinioni di Prevost sulle coppie queer, il giornale americano ha citato una dichiarazione di Leone XIV del 2012 in cui esprimeva sgomento per il modo in cui i media e la cultura pop esprimono “simpatia per credenze e pratiche che sono in contrasto con il Vangelo”.

3) Cambiamento climatico

La maggior parte dei vaticanisti concorda sul fatto che Leone XIV porterà avanti l’eredità di Francesco a tutela dell’ambiente.

Il nuovo Papa, in passato, ha rilasciato delle dichiarazioni in cui chiedeva alla Chiesa di intervenire con maggiore impegno contro la distruzione del pianeta. “Il dominio sulla natura” non dovrebbe essere “tirannico”, sottolineava Prevost durante un seminario a novembre scorso, citando anche la necessità di un rapporto più reciproco con il pianeta Terra.

Il seminario si è svolto su richiesta di Papa Francesco, che invitava la Chiesa ad agire con “compassione” in merito al cambiamento climatico. Secondo il defunto pontefice, il maltrattamento del pianeta è un “peccato strutturale con un impatto sproporzionato sui Paesi in via di sviluppo.

4) Migranti

Anche la posizione di Papa Leone sui migranti è in linea con quella di Francesco.

Il nuovo pontefice avrebbe sempre mostrato attenzione per i migranti venezuelani in Perù, secondo quanto dichiarato da Jesus Leon Angeles, coordinatore di un gruppo cattolico peruviano che conosce personalmente Prevost, a Reuters. Oltre 1,5 milioni di migranti venezuelani vivono infatti in Perù spinti dalla crisi economica nel loro Paese.

Francesco era un convinto sostenitore dei migranti e proprio lo scorso febbraio esprimeva il suo sostegno alla comunità in una lettera indirizzata ai vescovi statunitensi. Una missiva che è arrivata dopo l’inizio del secondo mandato di Donald Trump, che da tempo promette deportazioni di massa e di porre fine alla cittadinanza per diritto di nascita, come anche l’istituzione di un registro degli immigrati clandestini e altre politiche anti-immigrazione.

“Il vostro lavoro in difesa dei migranti è profondamente radicato nella missione di Cristo e nella storia della Chiesa. La legittima regolamentazione delle migrazioni non deve mai minare la dignità essenziale della persona”,

scriveva Francesco nella lettera.

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