Coronavirus, l’incredibile caso del bambino che non ha contagiato nessuno

Marta Tedesco

21 Aprile 2020 - 15:51

Un bambino positivo al coronavirus, entrato in contatto con 172 persone, non ha infettato nessuno. I ricercatori che hanno studiato il caso avanzano ora un’ipotesi: i bambini sono meno contagiosi degli adulti?

Coronavirus, l’incredibile caso del bambino che non ha contagiato nessuno

Coronavirus: i bambini sono meno contagiosi degli adulti? È l’ipotesi che emerge dopo la scoperta di un caso sorprendente: in Francia, un bambino di 9 anni positivo al coronavirus non lo ha trasmesso a nessuno, nonostante sia entrato in contatto con più di 170 persone. Il caso è oggetto di uno studio pubblicato dal Public Health France.

I dati della ricerca potrebbero smentire l’opinione più gettonata finora, ovvero che i più piccoli siano dei “super untori” e i principali responsabili della diffusione dei virus. Il caso del ragazzino francese che non ha infettato le centinaia di persone con cui ha avuto contatti suggerisce invece che i bambini potrebbero essere proprio i soggetti meno contagiosi.

Bambino positivo al virus non ha contagiato nessuno: lo studio

Il bambino di 9 anni è collegato al caso di Steve Walsh, primo positivo al coronavirus in Gran Bretagna dopo aver partecipato a una conferenza a Singapore a gennaio. Walsh, prima di tornare a Londra, aveva trasmesso il Sars-Cov-2 al giovane e ad altri ospiti che soggiornavano insieme a lui in uno chalet di montagna nell’Alta Savoia, in Francia.

Dall’indagine pubblicata sulla rivista scientifica Clinical Infectious Diseases si legge che il ragazzino, nonostante dopo sia entrato in contatto con 172 persone, non abbia trasmesso il virus a nessuno. Nemmeno ai due fratelli. Dai risultati dei test a cui era stato sottoposto, il giovane era inoltre risultato positivo non solo al coronavirus, ma anche all’influenza stagionale e al raffreddore.

Un bambino, co-infettato da altri virus respiratori, ha frequentato tre scuole mentre era sintomatico, ma non ha trasmesso il coronavirus, questo suggerisce che avvengano diverse dinamiche di trasmissione tra i bambini” ha dichiarato Kostas Danis, epidemiologo del Public Health France.

I bambini non trasmettono il coronavirus?

Un altro fattore importante da considerare è che il ragazzo presentasse solo lievi sintomi da COVID-19 e che nel corpo erano stati rilevati livelli di virus davvero molto bassi. Questo può avere avuto un ruolo fondamentale nel suo essere così poco contagioso.

I ricercatori che stanno esaminando il caso hanno dunque avanzato l’ipotesi che, poiché in genere i bambini presentano sintomi lievi, tendono a trasmettere il coronavirus meno degli adulti: “I bambini potrebbero non essere una fonte importante di trasmissione di questo nuovo virus” si legge nella ricerca.

In realtà, il motivo per cui i bambini rispondano solitamente meglio al virus è ancora un mistero. Gli scienziati sospettano che la loro risposta immunitaria sia in qualche modo in grado di debellare l’infezione più rapidamente rispetto ad adulti e anziani, che tendono a essere colpiti molto più duramente dalla malattia.

Si rivaluta la riapertura delle scuole

Diversi paesi in tutto il mondo hanno deciso di tenere chiuse le scuole fino a settembre per contenere la diffusione del coronavirus. Altri invece hanno optato per la riapertura già nel mese di aprile, come in Danimarca. Ma a questo punto, qual’è la soluzione migliore?

I dati raccolti dal caso francese suggeriscono che la riapertura delle scuole potrebbe essere un’opzione da valutare. Jean-François Delfraissy, presidente del Consiglio scientifico COVID-19 in Francia, si è pronunciato in merito. Il professore ha messo in luce quanto in territorio francese nessuna scuola si sia di fatto rivelata un focolaio: è sbagliato dunque pensare che i bambini risultino più positivi degli adulti.

Anche alcuni studiosi dell’University College of London (UCL) si sono espressi in merito all’utilità della chiusura delle scuole, affermando che tale misura in realtà avrebbe avuto davvero poco impatto sul contenimento della diffusione del coronavirus.

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