Concorsi pubblici, nuove regole: addio all’orale e novità servizio civile, ecco cosa cambia

Luna Luciano

2 Giugno 2023 - 10:17

Nuove regole per i concorsi pubblici. Ecco cosa prevede il provvedimento che dovrà essere approvato entro il 30 giugno.

Concorsi pubblici, nuove regole: addio all’orale e novità servizio civile, ecco cosa cambia

Cambiano le regole per i concorsi pubblici, che ogni anno rappresentano una buona opportunità lavorativa per chi è in cerca di un nuovo lavoro o del primo impiego. Ben presto potrebbe non essere più necessaria la prova orale per i concorsi pubblici, ma questo solo temporaneamente.

È questa una delle norme presenti in un emendamento approvato alla Camera al decreto-legge sulla Pubblica amministrazione. Una decisione che è giunta a sorpresa a pochi giorni dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto approvare la riforma complessiva dei concorsi attraverso le modifiche al Dpr 487 del 1994.

Il governo ha varato un emendamento con lo scopo di anticipare il contenuto del provvedimento che dovrebbe essere approvato - come da accordi con l’Unione Europea - entro il 30 giugno. Grazie a questo emendamento - e al futuro provvedimento - per i prossimi 3 anni i meccanismi di assunzione da parte delle Pubbliche amministrazioni (Pa) dovrebbe subire una decisiva accelerazione

Il provvedimento fa parte degli obiettivi del Pnrr, il quale - stando al cronoprogramma concordato con la Commissione europea - dovrebbe essere approvato entro il 30 giugno.

Come spiegato anche da Il Messaggero, l’attuale riforma contenuta nel Dpr (Decreto del presidente della Repubblica), alla quale da tempo lavora il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ha lo scopo di accorciare i tempi delle procedure pubbliche a 6 mesi. Avendo deciso il governo di anticipare per decreto alcuni dei contenuti di quel provvedimento, è possibile conoscere in anticipo alcune delle riforme previste per i concorsi pubblici. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Concorsi pubblici, addio all’orale ma solo temporaneamente

Forse il provvedimento che desta più scalpore è quello che vede dire addio - ma non in maniera definitiva - all’esame orale ai concorsi pubblici. Infatti, come si può leggere nell’emendamento del governo approvato alla Camera è possibile che i bandi di concorso possono prevedere, per i profili “non apicali” - quindi non quelli per posti di dirigenza - lo svolgimento della sola prova scritta.

Decisione che vedrebbe quindi decadere ma solo temporaneamente l’esame orale. Infatti, questa norma, come si legge nel testo, sarà valida fino al 31 dicembre del 2026, l’anno entro il quale dovrebbero essere completati i progetti del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Concorsi pubblici su base territoriale: ecco cosa cambia

Tra le modifiche più importanti troviamo quella che prevede l’arrivo dei concorsi pubblici su base territoriale.

Ciò vuol dire che i concorsi nazionali unici, quelli banditi dalla commissione Ripam (Progetto di Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni) potranno essere organizzati in modo che i candidati non possano presentare domanda di partecipazione per più di un solo profilo oggetto del bando e, rispetto a tale profilo, per più di un solo ambito territoriale.

Ciò vuol dire che un qualsiasi candidato che decide di partecipare a un concorso dell’Inps o dell’Agenzia delle Entrate, dovrà prima indicare per quale Regione o città si candida, e non potrà presentare poi domanda anche per altri territori. Nel caso in cui, poi, non si riuscisse a coprire tutti i posti, è previsto lo scorrimento delle graduatorie che presentano un “surplus” di idonei e che sono confinanti con quel territorio.

Cambiano anche i requisiti per risultare “idonei”. La riforma stabilisce che solo coloro che rientreranno nel 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi potranno essere identificati con la qualifica di “idonei”.

Concorsi pubblici, nuove regole per chi ha fatto il servizio civile

Le novità per i concorsi pubblici non sono ancora terminate. Stando al decreto è previsto anche l’introduzione di un numero specifico di “posti riservati”. Infatti, come da testo, nei decreti che anticipano il provvedimento, che dovrebbe essere approvato secondo la Commissione europea entro il 30 giugno, si legge che nei concorsi pubblici sarà messo a disposizione una riserva di posti del 15% per chi ha svolto il servizio civile.

In realtà il provvedimento non premia esattamente chiunque abbia prestato servizio civile. Il 15% dei posti dei concorsi pubblici sarà riservato a coloro che hanno “concluso il servizio civile universale senza demerito”.

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