Hai deciso di comprare casa? La ristrutturazione la paga l’azienda

Daniele Arisi

11 Luglio 2017 - 08:00

Questo è il “segreto” con il quale si “svela” come far pagare all’azienda la ristrutturazione della propria abitazione, mentre la maggioranza paga di tasca propria il costo della ristrutturazione e gode poi, dei miseri benefici fiscali dell’operazione, l’imprenditore “disinibito”, invece che fa?

Hai deciso di comprare casa? La ristrutturazione la paga l’azienda

Daniele Arisi, commercialista in Latina, ci svela il nono segreto dell’escapologo fiscale.

SEGRETO

Questo è il “segreto” con il quale si “svela” come far pagare all’azienda la ristrutturazione della propria abitazione, mentre la maggioranza paga di tasca propria il costo della ristrutturazione e gode poi, dei miseri benefici fiscali dell’operazione, l’imprenditore “disinibito”, invece che fa? Compra casa, l’affitta, poi la società dichiara l’apertura di una seconda sede esegue tutti i lavori di ristrutturazione, ammortizzandoli come “migliorie sui beni di terzi” e recupera l’IVA

COMMENTO

In realtà il segreto è già in parte autocommentato dall’autore forse in una sorta di tentativo di disconoscerne la validità, una sorta di excusatio non petita a prevenire la temuta accusatio manifesta.

Dai quattro conti che egli stesso fa, la maggioranza avrebbe un beneficio fiscale di 48.000 e a fronte dei 46.500 € del disinibito, che però detrae anche l’IVA.

Si ma poi il “disinibito” deve anche dichiarare il reddito derivante dalla locazione (non dall’affitto, dalla locazione ) e dulcis in fundo il “disinibito” deve stare pure attento a non dichiararsi come residente in quell’immobile, altrimenti per lui sarebbe un fringe benefit con tutte le conseguenze fiscali e previdenziali che ciò comporta.

Anche la conclusione “Chiaro che Luigi abbia dovuto prima di tutto convincere il proprio commercialista a predisporre ed utilizzare un contratto di questo genere, ma questo fa parte delle competenze di un imprenditore disinibito che si rispetti!” è autoreferenziale.

Non è possibile neanche prendere in considerazione un suggerimento di risparmio fiscale che non ne contempli la legalità e che è infarcito di finzioni giuridiche volte solo a far credere che si possa risparmiare sul carico tributario.

Dov’è la furbizia del “disinibito” nel cercare di recuperare poco più di quanto potrebbe, invece, lecitamente recuperare, sì, è vero, in dieci anni ma con la granitica certezza che quel risparmio rimarrà nelle sue tasche? Non vedo furbizia, vedo solo l’ingenua convinzione di poterla fare franca in una babele di carte e contratti su cui neanche il meno accorto dei verificatori potrebbe soprassedere o non rendersi conto della finzione, con l’unico risultato di rimetterci il risparmio, le sanzioni, gli interessi e la contribuzione previdenziale, oltre, naturalmente, la perdita del reale e legale beneficio spettante.

Qui non parliamo d’imprenditori disinibiti, parliamo di giocatori d’azzardo: è un giocatore, non un imprenditore chi non pianifica le proprie attività sul (almeno) medio periodo è un giocatore poco accorto, ingenuo, propenso al rischio insito nel gioco d’azzardo e ignorante del fatto che raramente il banco perde. Ma questo lo sa anche l’estensore del consiglio, il quale, nella premessa dice che “non è un ottimo investimento comprare casa” … “chapeau” risponde il commercialista (quello vero) … meglio non comprarla la casa sapendo che prima o poi questa volerà verso le braccia di Equitalia.

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