Tra chi stampa e chi compra lingotti, ecco la Fed che (forse) torna a ballare il Twist

Mauro Bottarelli

26 Ottobre 2022 - 10:23

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Dopo aver speso 50 miliardi per sostenere lo yen, Tokyo fa i conti con una YCC esplosa. E se Cina, India e Turchia ammassano oro, il mercato attende un buyback di Treasuries dal sapore di ultimo atto

Tra chi stampa e chi compra lingotti, ecco la Fed che (forse) torna a ballare il Twist

Formalmente, il regime di QE globale dovrebbe garantire almeno una dinamica: liquidità artificiale sempre presente. Il mercato non dovrebbe mai grippare, perché per qualsiasi evenienza, si stampa. E tanti saluti al mark-to-market. Se poi si vuole proprio essere sicuri che il messaggio sia stato recepito, si segue la linea giapponese: una bella politica di controllo sulla curva dei rendimenti (YCC policy). Un cap. Ed evviva il libero mercato!

C’è un problema, però. Certe mosse da laboratorio del dottor Frankenstein, certe esotiche illusioni di benessere a costo zero sotto forma di acronimi molto engagé, vanno bene finché tutti fingono di credere alla loro sostenibilità. Appena qualcosa scricchiola e i più furbi cominciano ad avvicinarsi all’uscita di emergenza, la pantomima comincia a perdere smalto. E ci si ritrova così:

Andamento del cross valutario fra dollaro Usa e yen Andamento del cross valutario fra dollaro Usa e yen Fonte: Bloomberg/Zerohedge

costretti a buttare 50 miliardi di dollari per abbozzare una poco credibile difesa della propria valuta, una sorta di linea Maginot costruita con la sabbia. Ma, trattandosi del Giappone, una dissimulazione che ottiene l’effetto contrario a quello desiderato: un Kabuki monetario destinato a terminare in tragedia, passando per la fase della farsa.

E ce lo mostrano plasticamente questi altri due grafici:

Andamento del titolo decennale benchmark giapponese Andamento del titolo decennale benchmark giapponese Fonte: Bloomberg
Andamento prospettico della curva dei rendimenti sovrani giapponesi Andamento prospettico della curva dei rendimenti sovrani giapponesi Fonte: Deutsche Bank

non solo ogni tentativo di difesa dello 0,25% di rendimento del decennale nipponico ultimamente è durata nella sua efficacia pari al battito di ali di un colibrì ma, cosa più grave, stando all’ultimo report di Deutsche Bank, formalmente quell’esperimento è già fallito. E questo contempla una conseguenza potenziale devastante. Se infatti soltanto i tre bond decennali giapponese eligibili all’acquisto diretto della BoJ stanno registrando a fatica un mantenimento del cap, tutti gli altri stanno già viaggiando su yields materialmente più alti del limite fissato.

Tradotto: se davvero il Giappone intende mantenere la sostenibilità del proprio debito attraverso l’imposizione di un tetto massimo delle spese per interessi, ha un’unica strada di fronte a sé. Oltretutto, apparentemente già spianata e ben avviata all’asfaltatura: arrivare alla detenzione totale di quei tre bond messi a target del programma di controllo. Di fatto, far cessare di esistere il mercato obbligazionario sovrano, tramutandolo in un circo Barnum a controllo statale. Insomma, l’Abenomics nella sua fase terminale sta compiendo il miracolo di tramutare quello che solo dieci anni fa era ancora il formicaio di contrattazione di bond pubblici più grande al mondo in un deserto.

Insomma, il Giappone pare avviato verso il game over. Una prece per l’MMT. In compenso, ecco che in contemporanea esiste un mondo che pare aver preso drastiche contromosse, operando in modalità antitetica. Come mostra questa tabella,

Comparazione dei Paesi di partenza e destinazione dei flussi di oro fisico Comparazione dei Paesi di partenza e destinazione dei flussi di oro fisico Fonte: Bloomberg

i flussi di oro fisico globali stanno puntando drasticamente verso Est (Giappone escluso, ça va sans dire). Il mondo avanzato, i mercati pienamente liberi e riconosciuti come tali, rifuggono quei lingotti che sanno di preistoria e di vecchi concetti di bene rifugio. Nessuno più necessita di tesaurizzare le aspettative di crisi, quando il QE globale dovrebbe garantire - almeno sulla carta - il loro profilo di innocui aggiustamenti ciclici. Manca liquidità? La si stampa. C’è troppo debito? Si sterilizza, Tanto il mark-to-market non si applica alle detenzioni delle Banche centrali.

Ma esattamente come per lo spettacolo di illusionismo monetario del Giappone, tutto questo vale fino a quando tutti ci credono. E questo grafico

Comparazione fra detenzioni mondiali di Treasuries Usa e oro fisico Comparazione fra detenzioni mondiali di Treasuries Usa e oro fisico Fonte: Bloomberg/Zerohedge

mostra chiaramente come la fiducia globale nell’asset benchmark del mondo - oltre che del mercato - stia subendo un attacco sul profilo della credibilità. E in tempo di cripto e di meta, è ancora il pesante e vetusto lingotto a sparigliare le carte. Cosa attendersi ora? Un indizio arriva dalla Cina. Più precisamente dalla chiara impronta di irrigidimento sul controllo di economia e mercati finanziari emersa dal Congresso del PCC appena concluso e che ha visto l’incoronazione a monarca assoluto di Xi Jinping.

Perché al netto della reazione degli indici azionari e del sotto-indice cinese del Nasdaq, ora saranno proprio i beni rifugio a operare da cartina di tornasole. Oro e Bitcoin in testa. Se si teme davvero per una stagione di terrore rosso economico, se davvero la Cina intende svelare al mondo il suo reale profilo di società marxista in senso stretto, allora quegli assets diventeranno bollenti. Ma prima ancora di quei trend destinati a un periodo di incubazione che può morire in culla dopo pochi vagiti scambiati per vitalità, il mercato pare incontinente a livello di segnali da inviare quando prezza un’ipotesi estrema.

Dopo aver negato problemi di liquidità nel mercato dei Treasury, Janet Yellen ha infatti tradito tensione. Prima invitando nemmeno troppo velatamente le banche Usa ad acquistare titoli di debito, facendo intendere come il Tesoro approvasse e poi testando l’umore delle stesse, addirittura chiedendo un parere rispetto a un’opzione di buyback di Treasuries per ristabilire il giusto livello di liquidità al sistema che regola la carta del mondo.

E ora? Ora, casualmente in probabile contemporaneità con il voto di mid-term, il Tesoro Usa potrebbe dare luce verde a una nuova Operation Twist mascherata appunto da buyback a tempo determinato e su target limitato. Solo un concambio su scadenze. Almeno sulla carta. Ma a forte rischio di effetto collaterale in stile giapponese. Ovvero, un disperato ultimo atto.

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