Come aprire un’associazione culturale: requisiti e costi

Caterina Gastaldi

9 Dicembre 2022 - 19:39

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Per aprire un’associazione culturale sono necessari alcuni requisiti: prima di tutto, devono esserci almeno tre persone. Ma cos’altro serve?

Come aprire un’associazione culturale: requisiti e costi

Chi desidera aprire un’associazione culturale deve rispettare una serie di requisiti. Queste associazioni sono enti no-profit (quindi non a scopo di lucro) che hanno come fine l’organizzazione e la diffusione di iniziative a carattere culturale, umanistico, e artistico. Essendo realtà no-profit sopravvivono principalmente grazie alla collaborazione dei diversi soci e attraverso le sponsorizzazioni da parte delle istituzioni pubbliche.

I requisiti necessari per la costituzione di un’associazione culturale sono di due generi: oggettivi, per esempio avendo a disposizione un minimo di tre membri, e soggettive, che riguardano le conoscenze tecniche, sociali, e organizzative delle persone coinvolte.

In questo articolo vedremo come si fa ad aprire un’associazione culturale e quali modalità seguire.

Aprire un’associazione culturale: i requisiti

Per costituire un’associazione culturale è necessario:

  • riunire un minimo di tre soci, che vadano a coprire le prime cariche sociali;
  • identificare lo scopo dell’associazione e i suoi obiettivi. Per esempio, un’associazione culturale cinematografica avrà scopi differenti rispetto a una che si occupa principalmente di pittura;
  • redigere atto e statuto costitutivo, all’interno dei quali vengono descritti gli scopi dell’associazione, le regole, i ruoli amministrativi, le modalità di gestione del patrimonio, e i diritti e i doveri degli associati. Lo statuto deve essere firmato dai soci fondatori. Se l’associazione che si sta costituendo non avrà personalità giuridica, in questa fase non è necessaria la presenza di un notaio. In caso contrario bisognerà contattare un professionista;
  • registrazione dell’associazione presso l’Agenzia delle Entrate ed eventuale richiesta di attribuzione del codice fiscale e partita Iva, operazione che deve essere fatta dal presidente dell’ente. Questo passaggio non è obbligatorio, ma scegliere di non farlo limiterà di molto le possibilità dell’organizzazione;
  • se previsto, l’invio telematico del modello EAS.

Il modello EAS: esonerati

Il modello EAS viene utilizzato per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali relativi agli enti associativi no profit dotati di personalità giuridica a partire dal 2009. Le associazioni non riconosciute sono esonerate dall’invio.
Va inviato esclusivamente telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro 60 giorni dalla costituzione, pena perdita dei vantaggi fiscali.

Non tutte le associazioni sono tenute a inviarlo. A essere esentati sono:

  • le Onlus iscritte all’anagrafe tenuta dall’AdE;
  • le pro-loco che hanno adottato il regime 398;
  • associazioni di volontariato (ODV) iscritte nei registri provinciali e regionali, che non svolgono attività commerciali marginali diverse da quelle presenti nel DM 25 maggio 1995;
  • infine, le associazioni e le società sportive dilettantistiche iscritte al Coni, che non svolgono né attività commerciale, né attività de-commercializzata per tesserati o associati.

Quanto costa aprire un’associazione culturale

I costi sono molto variabili. Se l’associazione culturale in questione non è riconosciuta, e quindi priva di personalità giuridica, non è necessario rivolgersi a un notaio nella scrittura dell’atto costitutivo.
In questo caso si dovranno sostenere solo i costi di registrazione dell’atto e dello statuto all’Agenzia delle Entrate, ovvero 200 euro fissi. Bisognerà anche allegare una marca da bollo da 16 euro ogni 4 pagine dello statuto. Atto e statuto vanno consegnati in duplice copia.

Se invece l’associazione è riconosciuta, quindi dotata di personalità giuridica, bisognerà aggiungere l’onorario del notaio, perché obbligatorio. Inoltre, a seconda della regione, può essere richiesta la presenza di una sede e/o di un capitale minimo. Anche l’apertura della partita Iva, non obbligatoria, è un costo di cui tenere conto.

Infine, a seconda delle attività svolte dall’associazione, i costi possono variare molto. Una realtà che tiene corsi di persona avrà necessariamente bisogno di una sede, per esempio, o per eventuali strumenti.

Vantaggi dell’associazione culturale

Le associazioni culturali iscritte negli elenchi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dal 2016 possono ricevere il 2 per mille dell’Irpef.

Oltre a questa possibilità le associazioni culturali senza scopo di lucro hanno alcuni vantaggi fiscali:

  • le entrate istituzionali, come le quote d’iscrizione, non sono tassate. Possono venire incassate senza emettere fattura;
  • è possibile svolgere attività commerciale, a patto che non sia prevalente;
  • gli enti no-profit beneficiano di un regime fiscale speciale che permette l’esonero dal versamento dell’Iva. Per beneficiare di questa agevolazione, l’associazione non deve avere ricavi derivanti da attività commerciali superiori a 400.000 euro annui.

L’apertura di un’associazione culturale con personalità giuridica è più laboriosa rispetto a quella per gli enti non riconosciuti. Un’opzione non è necessariamente preferibile all’altra: bisognerà capire prima di tutto per quali scopi si sta aprendo l’associazione. In ogni caso è sempre possibile procedere con il riconoscimento dell’ente anche in un secondo momento, per contenere responsabilità e spese.

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