Come l’AI migliora le competenze professionali

Dario Colombo

05/06/2023

06/06/2023 - 16:57

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L’AI consente di personalizzare le esperienze di apprendimento in azienda, facilitando le relazioni e non sostituendole. Intervista ad Aleksandra Maravic di /BeyondTheBox.

Come l’AI migliora le competenze professionali

/BeyondTheBox (la slash non è un errore, fa proprio parte del nome) è una startup innovativa creata da Aleksandra Maravic e Massimo Ciccarone che basandosi sull’AI consente alle aziende di accedere alle competenze necessarie per crescere e allo stesso tempo alle persone di condividere le proprie competenze.

Si chiama così perché, secondo i due fondatori nel mondo globalizzato “chiunque ha il dovere di andare oltre alle proprie convinzioni”. In questo senso, TheBox, metaforicamente è quella scatola dentro la quale si chiudono persone e imprese, facendo fatica ad aprirsi. Ma quando riescono a farlo, attraverso il confronto, ecco esprimersi il potenziale e attivarsi il processo di crescita.

Si tratta quindi di eliminare lo skill mismatch, allineare domanda e offerta di competenze, utilizzare la tecnologia per ridefinire il modo in cui le aziende accedono alle competenze professionali delle persone: con un algoritmo di AI.

Con la piattaforma di /BeyondTheBox I dipendenti possono chiedere supporto, aiuto o un confronto per le loro attività lavorative e riceverlo in videochiamata dalla persona con le competenze più adatte, selezionata dall’intelligenza artificiale in modo che sia sempre proprio quella che serve loro.

In occasione della sua partecipazione a Conn@ctions, abbiamo intervistato Aleksandra Maravic di /BeyondTheBox.

La formazione è forse la forma più diretta che esista di relazione professionale, in cui la componente di trasmissione di competenze raggiunge l’apice. Voi avete creato una piattaforma che mette in relazione bisogni e offerta di formazione. Qual è il ruolo presente e futuro dell’AI in tutto questo?

Trovo che uno dei maggiori benefici dell’AI sia capacità di personalizzare le esperienze di apprendimento.
L’intelligenza artificiale può analizzare una mole incredibile di dati per poi proporre contenuti in base alle esigenze individuali e ai diversi stili di apprendimento.

Si potranno automatizzare le attività che oggi richiedono diverso tempo, come ad esempio la raccolta di feedback o le valutazioni, ma ritengo che sarà sempre più fondamentale il contributo umano per la creazione di contenuti di qualità sempre più alta.

L’AI del futuro renderà la formazione più accessibile e inclusiva e faciliterà il rapporto uno-a-uno tra le persone, per favorire la costruzione di relazioni.

Assieme alla formazione professionale, il coaching si è ritagliato un ruolo importante nel determinare le dinamiche relazionali di business. Oggi è davvero per tutti? Quali sono gli aspetti fondamentali da considerare per un coaching vincente?

Direi avere obiettivi chiari. È un percorso che deve portare da un punto A ad un punto B, perciò definire in modo puntuale con il proprio coach dove si è e dove si vuole arrivare è il primo passo per avere un’esperienza positiva e di valore.

Inoltre, ci devono essere sintonia e fiducia. Non ci si deve sentire costretti a terminare un percorso con qualcuno se a un certo punto vengono a mancare questi due elementi, e questo vale per entrambe le parti.

Torniamo al tema dell’intelligenza artificiale, con la convinzione che stia modificando tutto lo scenario di business. Secondo lei in quale misura trasformerà e automatizzerà le relazioni umane e di conseguenza quelle professionali?

Come accennavo prima l’AI automatizzerà molti processi e contribuirà a rendere più accessibili sia la formazione che le relazioni 1:1, che sia tra studenti ed insegnanti, amici, partner o colleghi.

L’AI avrà un ruolo di facilitatore e mai di sostituto delle relazioni. Permetterà di trovare business partner più affini a quello che cerchiamo, di individuare il professionista giusto per le attività che dobbiamo fare, di suggerirci persone affini a noi, ma poi la vera relazione deve essere costruita tra persone.

Abbiamo già visto questa piccola rivoluzione con le app di dating.
L’algoritmo seleziona per noi chi di fatto può essere più affine alla nostra personalità, risparmiandoci tempo ma anche abbattendo barriere di distanza geografica, ma poi la chimica, l’incontro, lo scambio e la relazione avvengono sempre tra persone.

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