Pochissime le città italiane poco inquinate a rilevarlo sono i dati analizzati per la qualità dell’aria dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea). Ecco quali sono.
Un’Italia che respira aria inquinata, così come il resto d’Europa. Il quadro che emerge dall’analisi condotta dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea) sulla qualità dell’aria restituisce un’immagine ben precisa di un’Europa che deve ancora fare un salto verso l’ecosostenibilità.
Stando infatti ai dati riportati solo il 3% delle città europee prese in esame (344) presenta una qualità dell’aria buona. Infatti, solo 11 città hanno presentato una bassa concentrazione nell’aria di polveri sottili (Pm 2.5) e tra queste nessuna è italiana.
Secondo le stime più recenti dell’Aea, 307.000 persone sono decedute prematuramente a causa dell’esposizione all’inquinamento da particolato fine (Pm 2.5) nell’Unione Europea nel 2019. Un dato che sarebbe potuto essere inferiore se le città europee avessero raggiunto i limiti suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il Pm 2.5: 5 μg/mc. (microgrammi per metro cubo).
Davanti a una simile notizia è naturale domandarsi quali siano le città d’Italia meno inquinate. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Lo studio sulle città meno inquinate in Europa: solo il 3% si salva
Non è un Europa green certamente quella che emerge dai dati divulgati dall’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) sulla qualità dell’aria.
Solo il 3% del 344 centri urbani monitorati presenta un buon livello qualitativo dell’aria. Solo 11 città quindi sono le meno inquinate, trovandosi al di sotto del limite suggerito dall’Oms di 5 μg/mc per la concentrazione di polveri sottili Pm 2.5 nell’aria.
Un dato non rassicurante se si prende in considerazione che l’inquinamento atmosferico rimane il più grande rischio per la salute ambientale in Europa, causa di molteplici malattie cardiovascolari e respiratorie. Secondo le stime più recenti dell’Aea, 307.000 persone sono decedute prematuramente a causa dell’esposizione all’inquinamento da particolato fine (Pm 2.5) nell’Unione Europea nel 2019, un dato che sarebbe potuto essere ridotto, registrando il 58% di questi decessi - 178.000 persone - se tutti gli Stati membri dell’Unione Europea avessero raggiunto il livello orientativo di 5 µg/mc.
Tra le città meno inquinate d’Europa troviamo sul podio:
- Umeå in Svezia;
- Faro in Portogallo;
- Funchal sempre in Portogallo.
L’unica capitale a rientrare nel novero delle prime undici è Stoccolma. Mentre le città più inquinate che hanno oltrepassato di ben cinque volte soglia limite annuale per l’inquinamento da Pm 2,5, superando i 25 μg/mc sono:
- Cremona con 25,3 μg/mc;
- Padova con 25,7 μg/mc
- Nowy Sącz in Polonia con 26,8 μg/mc.
Dati preoccupanti oltre che pericolosi per la salute. Infatti secondo lo studio dell’Aea, l’Europa centro-orientale e l’Italia hanno riportato le concentrazioni più elevate di particolato e benzo[a]pirene (una sostanza cancerogena), dovute alla combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico.
Nonostante questi dati sconfortanti ci sono state città italiane che hanno riportati livelli dell’aria “giusti” (“fair” nella classifica dell’Aea),
Le città meno inquinate d’Italia: la classifica
Nonostante sul podio delle città più inquinate in Europa siano presenti due città italiane, altre città hanno presentato una “giusta” qualità dell’aria (ossia con una concentrazione di Pm 2.5 tra 5-10 μg/mc)
Secondo la classifica Aea, le città italiane meno inquinate sono:
Città | Posizione nella classifica europea | Pm 2,5 per metro cubo |
Sassari | 16° posto | 5,5 μg/mc |
Livorno | 67° posto | 8,4 μg/mc |
Catanzaro | 76° posto | 8,5 μg/mc |
Battipaglia | 84° posto | 8,7 μg/mc |
Grosseto | 106° posto | 9,1 μg/mc |
Genova | 119° posto | 9,3 μg/mc |
Salerno | 128° posto | 9,5 μg/mc |
Campobasso | 138° posto | 9,6μg/mc |
Savona | 146° posto | 9,8 μg/mc |
Le grandi città del Centro-sud come Roma, Napoli e Palermo si trovano invece nella fascia mediocre/moderata (con Pm 2.5 10-15 μg/mc). Mentre tutte le città del Nord e della Pianura Padana sono classificati nel raggruppamento dei centri con aria di qualità scarsa (15-25 μg/mc).
Dati che sono sintomo di un’economia e di una politica nazionale ed europea che ancora devono riuscire a fare quel salto verso l’ecosostenibilità, compiendo quella transizione ecologica necessaria per contrastare i danni irreversibili causati all’ambiente e il riscaldamento globale.
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