Caso Cucinelli, focus sulle azioni a Piazza Affari dopo pioggia di sell. I commenti degli analisti, c’è chi dice ancora buy

Laura Naka Antonelli

26/09/2025

Commenti sul caso Cucinelli arrivano dal governo Meloni e da Astorri, ex CEO di Bio-On, che parla di “immoralità di certi fondi”. I target price sulle azioni.

Caso Cucinelli, focus sulle azioni a Piazza Affari dopo pioggia di sell. I commenti degli analisti, c’è chi dice ancora buy

Crollate ieri di oltre il 17% sotto il peso delle accuse pesantissime lanciate dallo short seller Morpheus, le azioni Brunello Cucinelli, sono affondate anche oggi nelle prime battute della giornata di contrattazioni dell’indice Ftse Mib, per poi ridurre le perdite, ora praticamente azzerate.

In avvio di seduta i sell immediati hanno portato i titoli ad affondare fino a quasi -9%, all’indomani della pubblicazione del report di Morpheus, con cui l’azienda attiva nel comparto del lusso è stata accusata di essere ancora attiva in Russia, in violazione delle sanzioni dell’Unione europea.

Ora le azioni segnano una flessione pari ad appena -0,33%, a quota 84,80. In evidenza i commenti degli analisti, tra cui spicca quello di UBS, che ha rimarcato il rating “Buy”, incluso

Cucinelli, il ministro Urso: sono convinto che a breve tornerà la fiducia anche in Borsa

A poco è servito il comunicato diramato dalla società Cucinelli nel pomeriggio di ieri, giovedì 25 settembre 2025, mentre commenti sono arrivati dal governo Meloni, attraverso le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso:

“Ho letto che hanno ben chiarito la loro posizione e io ho fiducia in un’azienda italiana così importante e significativa, che è un modello anche di sostenibilità, e sono convinto che a breve questa fiducia sarà riscontrata anche nella Borsa italiana”.

Il ministro Urso ha continuato, sottolineando che di avere dunque fiducia “in quello che l’azienda ha subito espresso, negando assolutamente questi comportamenti ” e di ritenere che anche Piazza Affari “ne darà poi successivamente testimonianza”.

Parlando con i giornalisti, a margine di un evento Deloitte dedicato al lusso e alla moda, il titolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha continuato, sottolineando che “per noi è importante ovviamente garantire, sotto tutti gli aspetti, la reputazione del Made in Italy, che è quello che ci ha fatto grandi nel mondo e che continua a farci grandi nel mondo, mentre gli altri Paesi perdono posizioni nella presenza internazionale, l’Italia è quello che acquisisce nuove posizioni”.

Ancora Urso: “Dieci anni fa noi eravamo l’ottavo Paese esportatore al mondo, in questi anni abbiamo superato la Francia, abbiamo superato la Gran Bretagna, lo scorso anno abbiamo superato la Corea del Sud, in questo 2025 siamo testa a testa con il Giappone per agguantare la quarta posizione al mondo come Paese esportatore, dopo i grandi giganti, la Cina, gli Stati Uniti e la Germania, noi siamo testa a testa col Giappone che ha il doppio della popolazione dell’Italia e che una volta era considerato il simbolo di una potenza esportatrice mondiale”.

La solidarietà a Brunello Cucinelli da Astorri (ex CEO Bion-On): “l’immoralità di certi fondi”

A commentare il caso di Brunello Cucinelli, azienda quotata sul Ftse Mib di Piazza Affari, anche Marco Astorri, ex CEO di Bio-On.

Astorri ha parlato di quella che ha definito “ l’immoralità di certi fondi, la cui logica è una speculazione puramente finanziaria, priva di scrupoli, che si maschera dietro presunte intenzioni a difesa della collettività”.

L’ex CEO dell’azienda fallita nel 2019 ha così continuato:

“Un approccio di questo tipo mette il profitto immediato di pochi davanti al valore delle imprese, delle persone e dei territori. Per questo è fondamentale distinguere con prudenza tra accuse fondate e strategie di mercato, se vogliamo proteggere non solo le aziende e gli investitori, ma anche la credibilità stessa del sistema. Desidero esprimere la mia vicinanza all’imprenditore Brunello Cucinelli e a tutti i lavoratori della sua azienda, che in queste ore si trovano a fronteggiare un improvviso e dannoso attacco”.

Vale la pena di ricordare che, nel 2019 la società di Astorri subì un forte attacco da parte del fondo shortista Quintessential Capital Management.

Così si legge nel sito di Marco Astorri, l’imprenditore che ripercorre la vicenda della sua Bio-On, ricordando che l’azienda è stata fermata nel 2019 “con un attacco speculativo basato su accuse false ”.

E che così continua:

“Non c’è stato nemmeno il tempo di commercializzare i primi prodotti e raggiungere il 100% della produzione. Tutto questo è avvenuto ancora prima che la giustizia abbia accertato quale sia una qualsivoglia verità. Questo dovrebbe inquietare tutti. Bio-on l’ho fondata, sviluppata e aperta agli investitori in 12 anni di duro lavoro. Siamo stati «espropriati» dalla possibilità di salvare l’azienda prima ancora che le accuse a nostro carico venissero discusse in un Tribunale. Questi fatti mi preoccupano ed inquietano fortemente. Come è stato possibile che tutto ciò sia accaduto in un paese democratico in una economia di mercato e in uno stato di diritto?”

Vanno ricordate al contempo le motivazioni delle condanne al processo per il crac di Bio-On degli amministratori di Bio-On, date dai giudici di Bologna – presidente Domenico Pasquariello, estensore della sentenza Valeria Bolici –, riportate da Il Corriere di Bologna all’inizio di questo anno.

Gli amministratori, si legge nelle motivazioni,“erano ben consapevoli che i ricavi derivanti dai contratti di concessione delle licenze impianti erano stati falsamente rilevati in bilancio ”. Ed erano pure “consapevoli che la realizzazione dei rispettivi crediti era incerta”, perché “riconosciuti dalla controparte solo all’esito del futuro adempimento di obbligazioni di fare da parte di Bio-On, a loro volta dipendenti da condizioni future e incerte”. Otto gli imputati, tra cui l’ex presidente Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani.

Il Tribunale di Bologna ha poi assolto Marco Astorri e Guido Cicognani dall’accusa di bancarotta fraudolenta impropria mediante distrazione e dall’accusa di tentato abuso di credito, accuse che la Procura non ha impugnato e che quindi sono state definitivamente cancellate.

Il Tribunale ha condannato in primo grado i fondatori di Bio-On, per manipolazione del mercato e per bancarotta fraudolenta impropria mediante false comunicazioni sociali. Contro le condanne la difesa ha già presentato appello, motivo per cui le decisioni non sono esecutive.

Caso Cucinelli, cosa dicono gli analisti. UBS dice ancora buy, il target price

La pesante accusa mossa contro Cucinelli da parte dell’hedge fund ha portato alcuni analisti a esprimersi sul caso.

Pur manifestando cautela a causa delle accuse mosse da Morpheus, gli analisti non si sono accaniti contro le azioni di Brunello Cucinelli. Tutt’altro.

La divisione di ricerca di UBS ha per l’appunto confermato il rating “Buy” con un target price pari a 123 euro.

La prudenza non è mancata, ma gli analisti del colosso bancario svizzero hanno dichiarato di sperare in delucidazioni, ricordando che l’azienda pubblicherà i numeri relativi alle vendite dei primi nove mesi del 2025 il prossimo 16 ottobre.

Nessuna preoccupazione particolare è stata espressa sul livello delle scorte definito eccessivo dal fondo Morpheus. D’altronde, ha sottolineato UBS, il loro trend è stato di un calo, nei primi sei mesi del 2025, al 28,2% delle vendite totali rispetto al 30% circa della media storica.

In evidenza anche la nota di Equita SIM che, dopo aver riassunto cosa è accaduto ieri, ha fatto alcune riflessioni, ricordando che le stesse argomentazioni con cui la casa di moda italiana si è difesa ieri, attraverso la pubblicazione di una nota, “erano già riportate in un articolo sull’FT del week-end in cui il co- CEO Lisandroni rispondeva ad un report analogo di un altro fondo short, Pertento Partners”.

Da segnalare che Equita SIM ha una visione “neutrale sulle azioni di Brunello Cucinelli, con target price pari a € 103.

La SIM milanese ha poi fatto notare, così come ha fatto UBS, che “l’alto livello del magazzino è un elemento strutturale del modello di business di Brunello Cucinelli e noto al mercato (29% su fatturato nel 2024, 31% media a 10 anni) e in gran parte giustificato dal diverso segmento in cui opera il gruppo (85% abbigliamento) rispetto alla maggior parte dei peers quotati (concentrati su pelletteria o capospalla, e con magazzino su fatturato al 15-20%)”.

Equita ha spiegato che, di fatto, “l’assenza di articoli continuativi e la presenza delle taglie implica per l’abbigliamento la necessità di un maggiore stock di prodotto e una maggiore percentuale di invenduto a fine stagione”. Fatto anche un paragone laddove si legge che “l’incidenza del magazzino per Brunello Cucinelli è più simile infatti a quella del gruppo Zegna (circa il 27% del fatturato) ”.

Di conseguenza, “per lo stesso motivo, e a seguito dell’esposizione più elevata di BC al canale multimarca (anche questo, aspetto noto della strategia del gruppo), è frequente trovare articoli Brunello Cucinelli in sconto presso rivenditori terzi, senza che questo abbia finora intaccato l’esclusività e il posizionamento del marchio”.

Per quanto concerne l’aumento dei costi di affitto, Equita ha spiegato che si tratta di un fenomeno che riflette “la strategia del gruppo che prevede l’ampliamento della rete di negozi (3-4 nuove aperture all’anno e altrettanti ampliamenti/rinnovi) con anche una crescente porzione degli spazi dedicati all’ospitalità”.

La SIM ha poi ricordato che “ l’EBITDA margin ex-IFRS16 è stato pari al 18,6% nel primo semestre del 2025 ” e che la stessa voce di bilancio è prevista al 18,7% nell’anno 2025. Si tratta di un valore che “ non è lontano dalla media di 19,5% a 3 anni ed è comunque superiore al 17% pre-covid”.

Complessivamente ci sembra quindi che, al margine, l’elemento potenzialmente nuovo e più fastidioso per il titolo tra i contenuti del report in questione sia legato all’ipotesi che Brunello Cucinelli abbia aggirato i limiti all’import in Russia imposti dall’UE ”.

Equita ha concluso la sua nota sottolineando che il titolo è scambiato a Piazza Affari a un valore pari a 37 volte il P/E 2026, rispetto alle 49 volte in media a tre anni.

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