Dal 1° gennaio 2025 le cartelle esattoriali potranno essere pagate con dilazioni più lunghe e fino a 120 rate, ma serve il decreto attuativo
Durante Telefisco 2024 del 19 settembre, l’Agenzia delle Entrate conferma che dal 1° gennaio 2025 si avranno dilazioni per le cartelle esattoriali fino a 120 rate. Per l’attuazione della novità, in ogni caso, si attende il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Particolare attenzione, tra i vari dubbi che sono emersi sulle novità fiscali, è stata dedicata alla possibilità di dilazionare le cartelle esattoriali fino a 120 rate mensili per la quale si attende la pubblicazione del decreto attuativo. Quest’ultimo, infatti, dovrà provvedere a stabilire la modalità del funzionamento della dilazione più lunga e i criteri per stabilire la difficoltà economica del debitore.
In ogni caso l’Agenzia delle Entrate conferma che le nuove regole sulla rateizzazione delle cartelle saranno in vigore dal 1° gennaio 2025.
Sono molte le novità in arrivo che vanno, appunto, da una rateizzazione più lunga al discarico automatico delle cartelle non riscosse in 5 anni.
Riforma della riscossione, cosa cambia?
L’obiettivo delle novità introdotte dalla riforma è quello di rendere tutto il sistema di riscossione più efficiente e veloce, visto che attualmente lo Stato ha crediti superiore ai 1.200 miliardi di euro (di cui, probabilmente saranno recuperabili sono 100 milioni).
Il testo del decreto prevede l’estensione delle rate della dilazione fino a un massimo di 120 (numero di rate oggi previsto solo per la rateizzazione straordinaria) per coloro che hanno debiti che non superano i 120mila euro. Per chi ha debiti di importo superiore, invece, c’è la necessità di dimostrare la situazione di difficoltà economica.
La riforma della riscossione porta, a partire dal 2025, delle importanti novità per i contribuente che non riguardano solo la possibilità di approfittare di piani di dilazione più lunghi, ma anche una sorta di «discarico» delle cartelle stesse che, se non saldate, sono restituite al’ente impositore. Vediamo le novità in programma per il prossimo anno.
Cartelle esattoriali in 120 rate
La riforma fiscale, dal momento che è stata annunciata, è sempre stata una delle priorità del Governo, anche perché va ricordato che faceva parte del programma con cui la maggioranza ha affrontato la campagna elettorale.
Già diversi decreti legislativi sono stati approvati definitivamente ed entrati, ormai, in vigore, ora il Governo punta alla presentazione dei decreti che riguardano la riscossione e le sanzioni, due temi sui quali l’intervento normativo è abbastanza urgente.
Il meccanismo della riscossione, in base alla riforma, va ripensato e rivisto, soprattutto in questo momento in cui le cartelle esattoriali hanno ripreso il loro normale iter dopo le varie sospensioni per la pandemia, la crisi e le alluvioni.
La riscossione deve essere resa non solo più semplice, ma anche più accessibile soprattutto per chi ha difficoltà finanziarie nel poter saldare i debiti con il Fisco.
L’intento è quello di passare dalle attuali 72 rate mensili massime in cui è possibile dilazionare il pagamento delle cartelle, a un aumento progressivo che porterà i piani di dilazione alla durata decennale, con 120 rate.
L’introduzione dell’allungamento dei piani di dilazione sarà progressiva e dal 2025 si potranno contare su piani che arrivano fino a 84 rate mensili tutti coloro che si trovano in difficoltà economica temporanea e devono al Fisco somme che non arrivano a 120.000 euro.
Dal 2025 sarà possibile accedere alla rateazione più lunga con gli stessi criteri che oggi sono previsti per le altre tipologie di rateazioni, ma lo stato di difficoltà del debitore dovrà sempre essere dimostrato, anche se il debito non è superiore a 120.000 euro. A essere determinante nella dimostrazione sarà l’Isee per le persone fisiche e gli indici di bilancio per i soggetti diversi.
Come si arriva alle cartelle esattoriali in 120 rate
L’aumento del numero di rate messe a disposizione dei contribuenti per il pagamento dei debiti con l’amministrazione tributaria, è stato così previsto:
- fino a 84 rate nel 2025 e 2026;
- fino a 96 rate nel 2027 e 2028;
- fino a 108 rate per rateizzazioni richieste dal 2029;
- estensione fino a 120 rate solo per piani richiesti a partire dal 2031.
Secondo il Viceministro, infatti, partire con una dilazione a 120 rate già dal prossimo anno avrebbe messo a rischio le finanze pubbliche.
Dopo 5 anni le cartelle sono cestinate
Un’altra novità che interesserà i contribuenti con debiti è quella del discarico: l’Agenzia delle Entrate Riscossione, trascorsi cinque anni, deve restituire le cartelle risultate inesigibili all’ente impositore che valuterà se intraprendere nuove richieste di recupero all’agente di riscossione.
La riscossione, in questo modo si potrà concentrare sui crediti che risultano esigibili senza sprecare energie e sostanze per i crediti che, ormai, sembra impossibile riscuotere (quelli che solitamente sono oggetto di provvedimento di stralcio perché costa più riscuoterli che eliminarli).
La maggior parte dei crediti vantati dall’amministrazione, infatti, sono di soggetti deceduti, falliti o irreperibili, ma fintanto che sono affidati all’agente di riscossione figurano nei bilanci dell’ente che li esige (come, ad esempio, Comuni, Regioni o Inps).
Il discarico dei crediti automatico dopo che sono trascorsi 5 anni dall’affidamento all’Agente di riscossione, permetterà di restituire tali crediti all’ente impositore (che potrà, quindi, anche cancellarli dai bilanci).
Attenzione, non si tratta di uno stralcio dei debiti, ma delle cartelle esattoriali. Il debito resta ed è ancora esigibile, a essere stralciata è solo la cartella esattoriale. L’ente creditore, se viene a conoscenza di nuovi elementi patrimoniali o reddituali del debitore, può decidere di affidare nuovamente la riscossione all’Ader.
Cartolarizzazione delle somme discaricate
Rispetto al testo votato dal Cdm di inizio luglio, in quello approvato il 22 luglio è stata stralciata la cosiddetta cartolarizzazione delle somme discaricate. Inizialmente, infatti, era previsto che i debiti che l’Agenzia delle Entrate non riesce e a recuperare venissero affidati a società private per la riscossione o che venissero cartolarizzati, ovvero ceduti ad altri soggetti in cambio di un pagamento.
Con la modifica apportata l’ente creditore non può tentare di riscuotere i debiti da solo o affidandosi a soggetti tersi, né tanto meno, optare per la cartolarizzazione di quanto non recuperato e discaricato. La Ragioneria Generale dello Stato, infatti, è intervenuta per bocciare queste possibilità.
Notifica entro 9 mesi
A partire dal 2025 le cartelle esattoriali dovranno essere notificate entro 9 mesi dal momento in cui il carico è affidato all’ente riscossore.
Oltre alla notifica più veloce, poi, vi è anche la possibilità di raggruppare tutti i crediti vantati nei confronti dello stesso contribuente (tramite codice fiscale) per avere un’unica cartella esattoriale per diversi crediti (tasse e multe, quindi, potranno rientrare nella stessa cartella esattoriale).
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