Cancellazione del debito anche per chi incapiente. La sentenza

Vincenzo Caccioppoli

13 Agosto 2021 - 17:21

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La cancellazione del debito è possibile anche per chi è incapiente: il caso della sentenza di Milano può avere una portata storica e aiutare imprenditori e famiglie in difficoltà a causa della crisi.

Cancellazione del debito anche per chi incapiente. La sentenza

Potrebbe avere una portata storica la sentenza del 15/07/2021 del tribunale di Milano, che ha permesso la cancellazione del debito contratto da una persona incapiente. Il debitore incapiente è la persona fisica che non possiede alcun bene (mobile e immobile) e reddito, o che possiede un reddito appena sufficiente per vivere e mantenere la propria famiglia.

Con la recente modifica alla legge 3/2012 anche il debitore incapiente ha diritto di accedere a questa, una sola volta nella vita, e di ottenere la cancellazione di tutti i debiti senza pagare i creditori.

La legge era stata promulgata dal governo Monti, nel 2012, per far fronte alle grandi problematiche causate dalla crisi finanziaria. Il governo Conte II, a dicembre, ha apportato nuove modifiche nel decreto Sostegni in previsione della situazione di difficoltà che stanno affrontando moltissimi imprenditori e famiglie, a causa della crisi economica determinata dalla pandemia.

Cancellazione del debito: è possibile anche per una persona incapiente

Una delle modifiche che aveva destato maggiore attenzione era stata proprio quella che permetteva, anche a chi si trovasse appunto senza risorse e beni da mettere a disposizione dei propri creditori, di fare ricorso a questa importante legge. D’altra parte la situazione certificata dall’Istat parla di circa 1 milioni di poveri in più in Italia e di 2,5 milioni di famiglie con problemi di liquidità e con difficoltà ad arrivare a fine mese.

La fine della moratoria su prestiti e mutui e il prossimo arrivo di milioni di cartelle esattoriali possono essere devastanti per centinaia di migliaia di italiani. Ecco allora che un misura come la legge 3/2012 che punta alla tutela di chi, per cause non dipendenti dalla sua volontà, viene a trovarsi in una situazione debitoria insostenibile, può essere una vera e propria ancora di salvezza per chi si trova in condizioni economiche difficili. Soprattutto se è possibile anche per chi è totalmente incapiente farvi ricorso, come nel caso oggetto della sentenza.

Il caso oggetto della sentenza del Tribunale di Milano

Nello specifico la storia di Roberto (ndr nome di fantasia) è quella di un ingegnere elettronico che a causa della crisi ha perso il lavoro e ogni altra forma di reddito, trovandosi quindi in una situazione di sovraindebitamento. Per questo motivo si è rivolto all’Organismo di Composizione della Crisi di Milano di Protezione Sociale Italiana per accedere al nuovissimo beneficio dell’esdebitazione del debitore incapiente prevista dalla legge 3/2012 e introdotta con la legge di bilancio 2021

Si tratta di una delle prime sentenze che hanno dato applicazione a questo importante istituto che si pone come obiettivo quello di aiutare migliaia di famiglie indebitate a causa della pandemia.

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