Busta paga, perché chiedere un’aliquota Irpef più elevata: ecco quando conviene

Paolo Ballanti

3 Ottobre 2022 - 16:30

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Il contribuente può chiedere l’applicazione di un’aliquota Irpef più elevata e che vantaggi si possono ottenere in dichiarazione dei redditi? Guida completa su come comportarsi a livello fiscale

Busta paga, perché chiedere un’aliquota Irpef più elevata: ecco quando conviene

La normativa italiana, rappresentata dal decreto del presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 numero 600, dispone all’articolo 23, comma 1, che il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, è tenuto a operare, all’atto del pagamento della retribuzione, una ritenuta fiscale a titolo di acconto, per Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef).

Il calcolo dell’imposta avviene sulla base dei cosiddetti «scaglioni», ragguagliati al singolo periodo di paga, differenziati in funzione del reddito imponibile del contribuente, pari, a decorrere dal 1° gennaio 2022 a:

  • 23%, per i redditi fino a 15mila euro (1.250,00 euro mensili);
  • 25% per i redditi superiori a 15mila euro (1.250,01 euro mensili) ma non eccedenti i 28mila euro (2.333,33 euro mensili);
  • 35% per i redditi superiori a 28mila euro (2.333,34 euro mensili) ma non eccedenti i 50mila euro (4.166,66 euro mensili);
  • 43% per i redditi superiori a 50mila euro (4.166,67 euro mensili).

In sostanza, per determinare l’Irpef lorda è sufficiente applicare l’aliquota alla porzione di reddito ricadente nel relativo scaglione.

Ad esempio, è necessario attribuire l’aliquota del 23% sulla parte di reddito fino a 15mila euro annui/1.250,00 euro mensili. Al contrario, la porzione di reddito eccedente i 15mila/1.250,00 euro sarà soggetta all’aliquota del 25%.

In deroga a questo calcolo automatico operato dal datore di lavoro, il dipendente può chiedere l’applicazione di un’aliquota Irpef fissa più elevata, a prescindere dal reddito mensile.

Analizziamo nel dettaglio perché chiedere un’aliquota più elevata e quali sono i vantaggi.

Il reddito complessivo

In ottemperanza agli obblighi di legge sopra citati, il datore di lavoro calcola le ritenute fiscali in base al reddito dallo stesso erogato.

Può tuttavia accadere che il contribuente realizzi, nel medesimo periodo d’imposta, redditi ulteriori rispetto a quelli riconosciuti dal datore di lavoro.

È il caso, ad esempio, dei lavoratori:

  • con più rapporti di lavoro dipendente nel corso dell’anno;
  • con rapporti di lavoro dipendente, autonomo e/o parasubordinato.

Di conseguenza, l’azienda, in assenza di comunicazioni contrarie da parte dell’interessato, calcolerà le ritenute fiscali in base ai soli redditi dalla stessa erogati, senza considerare quelli corrisposti da altri sostituti d’imposta.

In ogni caso, l’Irpef effettivamente dovuta dal contribuente sarà calcolata in sede di dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Persone Fisiche) in base al reddito complessivo, determinato sommando le somme riconosciute da tutti i sostituti d’imposta.

Può tuttavia pertanto accadere che:

  • il sostituto d’imposta A, trattenga un’Irpef pari a 3.000 euro;
  • il sostituto d’imposta B, trattenga un’Irpef pari a 5.000 euro.

Per un totale di 8.000 euro di imposte già trattenute nell’anno.

In sede di dichiarazione dei redditi, il contribuente scopre che, in base al reddito complessivo totalizzato nell’anno, l’Irpef effettivamente dovuta corrisponde a 10mila euro.

Di conseguenza, sarà tenuto a corrispondere all’Erario (direttamente o con trattenuta in busta paga) 2.000 euro a titolo di imposte non pagate, pari alla differenza tra:

10.000 (Irpef effettivamente dovuta) - 8.000 (Irpef già trattenuta) = 2.000 euro

Quando conviene chiedere un’aliquota più elevata?

Alla luce dell’esempio fatto poc’anzi, il contribuente che percepisce o ha percepito più redditi nel corso dell’anno, può chiedere l’applicazione di un’aliquota Irpef più elevata, rispetto a quella calcolata dal singolo sostituto d’imposta.

In questo modo si eviteranno brutte sorprese in dichiarazione dei redditi, rappresentate dall’obbligo di versare tasse non pagate nel periodo d’imposta.

Riprendiamo l’esempio precedente. Il contribuente chiede l’applicazione di una determinata aliquota in luogo di quella calcolata automaticamente dal sostituto d’imposta. Di conseguenza:

  • il sostituto d’imposta A, trattiene un’Irpef pari a 3.800 euro (in luogo di quella teorica corrispondente a 3.000 euro);
  • il sostituto d’imposta B, trattiene un’Irpef pari a 6.000 euro (in luogo di quella teorica corrispondente a 5.000 euro).

Per un totale di 9.800 euro di imposte già trattenute nel corso dell’anno.

In sede di dichiarazione dei redditi, il contribuente sarà tenuto a corrispondere 200 euro a titolo di imposte non pagate nell’anno, pari a:

10.000 - 9.800 = 200 euro

Cifra, quest’ultima, più contenuta rispetto ai 2.000 euro previsti in assenza di applicazione di un’aliquota più elevata.

Come calcolare l’aliquota più elevata?

Il contribuente, al fine di determinare l’aliquota più elevata, deve:

  • calcolare l’ammontare del reddito complessivo che realizzerà nel corso del periodo d’imposta;
  • calcolare, in base al reddito complessivo, l’aliquota Irpef applicabile;
  • chiedere a tutti i sostituti d’imposta di applicare l’aliquota Irpef calcolata.

Ipotizziamo che il reddito complessivo che il contribuente prevede di ottenere nel periodo d’imposta corrisponda a euro 35mila.

A questo punto si calcola l’Irpef lorda, pari a:

  • 15.000 * 23% = 3.450 euro;
  • 13.000 * 25% = 3.250 euro;
  • (35.000 - 28.000) * 35% = 2.450 euro;

per un totale di 9.150 euro.

L’ultimo passaggio prevede di dividere l’Irpef lorda per il reddito complessivo, salvo poi moltiplicare il risultato per cento. In questo modo si ottiene l’aliquota fissa che il contribuente chiederà ai sostituti d’imposta di applicare in busta paga:

(9.150,00 / 35.000,00) * 100 = 26,14%.

Cosa deve fare successivamente il dipendente?

Una volta calcolata l’aliquota fissa, l’interessato è tenuto a chiedere, ai singoli sostituti d’imposta, di applicare il valore in questione nel calcolo delle trattenute fiscali.

Per farlo, è sufficiente compilare la cosiddetta «Dichiarazione per il diritto alle detrazioni d’imposta per reddito e per carichi di famiglia».

Nel documento, il contribuente preciserà se l’aliquota fissa dovrà essere applicata solo nel corso del periodo d’imposta o altresì in sede di conguaglio di fine anno. Di norma, nei casi di redditi percepiti da più sostituti d’imposta, è necessario prediligere quest’ultima opzione.

In assenza tuttavia di comunicazioni diverse da parte del contribuente, segnalate sempre con il modello relativo alle detrazioni d’imposta, il sostituto dovrà continuare ad applicare l’aliquota calcolata dall’interessato.

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