La retribuzione percepita dai lavoratori è inferiore a febbraio oppure no? Cerchiamo di capire se davvero la busta paga di febbraio includerà uno stipendio ridotto e, se sì, per quali lavoratori.
Come sappiamo tutti, il mese di febbraio è il più corto perché i giorni di calendario sono stati 28 e e non 30 o 31 come nel resto dell’anno. Conseguentemente i lavoratori potrebbero notare una busta paga di febbraio di importo inferiore come netto in tasca o come stipendio lordo.
Tuttavia - e lo vedremo nel corso di questo articolo - non sempre è così ed anzi, se vogliamo capire se e quanto si riduce lo stipendio a febbraio dobbiamo ricordare che esistono due distinte modalità di calcolo della retribuzione lorda del lavoratore subordinato, ovvero il sistema a paga oraria e quello a paga mensilizzata. Ne parleremo di seguito, in modo da chiarire la questione di cui al titolo. Di quanto si riduce lo stipendio a febbraio? Vediamolo ma ricordiamo anche anche che per questo mese vi saranno gli sgravi annunciati in manovra, che di fatto controbilanceranno eventuali riduzioni di stipendio in busta paga. I dettagli.
Busta paga febbraio con 28 giorni: di quanto si riduce lo stipendio?
Sistema a paga oraria: come funziona in breve
In caso di sistema a paga oraria, il dipendente è retribuito per ogni ciascuna ora di lavoro prestato o per ciascuna ora di assenza retribuita (ferie, festività, permessi retribuiti). Di conseguenza a fine mese è compiuta una somma algebrica delle ore di fatto lavorate e delle assenze da retribuire, e si farà la moltiplicazione di questa somma per il valore economico assegnabile ad una singola ora di lavoro.
La retribuzione calcolata con il sistema orario è rapportata alle ore retribuite, perciò è quantificata con riferimento alle ore in concreto lavorate nel mese. Ecco perché sono automaticamente escluse tutte le assenze e devono essere evidenziate voci ad hoc, onde coprire le assenze retribuite.
Senza voler scendere qui in troppi tecnicismi, nella retribuzione oraria il calcolo è effettuato partendo da una data paga oraria - individuata, se non già prevista dal Ccnl di riferimento, dalla retribuzione globale / tabellare mensile rapportata al divisore orario - computando tutte le ore ordinarie e straordinarie, le assenze ecc. come competenza o come detrazione.
La busta paga operai di febbraio sarà più bassa?
Per rispondere alla domanda iniziale, la retribuzione degli operai potrà dunque calare, perché nel calcolo dello stipendio di febbraio, occorre distinguere i dipendenti con sistema a paga oraria - ovvero tipicamente gli operai - dai lavoratori con paga mensilizzata - tipicamente gli impiegati, gli intermedi e i dirigenti. Di questi lavoratori parleremo di seguito, notando che per essi il calcolo della retribuzione in busta paga di febbraio seguirà regole diverse.
Come abbiamo visto, per gli operai la retribuzione è calcolata ad ore lavorate e non in maniera fissa. Quindi nel loro caso, siccome nel mese di febbraio c’è stato un minor numero di ore lavorative, visto che il mese è di 28 e non 30 o 31 giorni, lo stipendio netto dovrebbe risultare inferiore a quello di gennaio.
Sistema a paga mensilizzata: come funziona in sintesi
Il sistema a paga mensilizzata si basa invece su una retribuzione fissa versata al lavoratore tutti i mesi in busta paga, al di là delle ore di lavoro effettivamente svolte e dal numero di giorni lavorativi del mese considerato. La regola della mensilizzazione si fonda sul presupposto che nella stragrande maggioranza delle ipotesi gli eventi che possono aversi in un mese sono inclusi nei casi che seguono, ovvero lavoro ordinario, ferie, festività infrasettimanali o permessi retribuiti.
Per i lavoratori part-time il diritto a dette retribuzioni fisse indipendentemente dal numero di giorni lavorati resta uguale, anche se nel loro caso avranno la busta paga quantificata in base all’orario ridotto.
Facciamo un esempio pratico per comprendere come funziona la paga mensilizzata. Vogliamo determinare la retribuzione lorda spettante ad un impiegato nel mese di febbraio 2023. Questi ha lavorato tutti i giorni del mese, senza effettuare straordinari e senza assenze. Il Ccnl applicato indica per il livello attribuito al dipendente una retribuzione giornaliera pari a 60 euro lordi.
Ebbene questo febbraio le giornate lavorative sono state 20, ma la retribuzione del dipendente non dipenderà da esse. Infatti il contratto collettivo fissa il numero di giornate lavorative convenzionali, vale a dire il numero di giornate di lavoro di cui si da cui è formato, per convenzione, ciascun mese dell’anno. Esse prendono anche il nome di divisore convenzionale. Se nel caso concreto il divisore convenzionale è ipoteticamente 26, ciò vuol dire che si considera che tutti i mesi dell’anno sono formati da 26 giorni lavorativi. In busta paga retribuzione lorda del mese è dunque fissata convenzionalmente uguale a 26 giorni x 60 € = 1.560 euro.
La retribuzione quantificata con il sistema mensilizzato, il quale - come abbiamo accennato sopra - è un sistema di calcolo che attiene, di norma, ai dirigenti, gli impiegati, gli intermedi e tutto il settore del commercio- terziario, ha come unità di misura il mese intero. La conseguenza è che, mentre le assenze retribuite non hanno rilievo ai fini del calcolo delle competenze, è obbligatorio indicare separatamente il compenso per le giornate o le ore di assenza non pagate per farne appunto la detrazione. Differentemente, in modo separato devono essere indicate in busta paga le ore straordinarie, o di lavoro festivo, o notturno, per effettuare le maggiorazioni del caso.
Differenza paga oraria e mensilizzata
All’inizio ci siamo posti la domanda circa la riduzione dello stipendio a febbraio e, alla luce di quanto abbiamo visto finora, la risposta è diversa a seconda del sistema considerato. Si parla di paga oraria laddove la retribuzione lorda assegnata al lavoratore sia determinata sulla scorta del numero di ore di lavoro di fatto prestate dal lavoratore nel corso del mese. In questo caso la retribuzione lorda di febbraio risulterà un po’ più bassa per il minor numero di giorni lavorativi.
Si parla invece di paga mensilizzata nel caso in cui la retribuzione lorda valevole per il lavoratore non consideri le ore di lavoro di fatto prestate, in quanto al lavoratore è assegnata, per ciascun mese, una retribuzione fissa al di là dal numero delle giornate lavorative comprese nel mese ed indipendentemente dalle assenze per le quali è prevista la normale retribuzione, come festività, ferie, permessi retribuiti, etc. In questo caso, la retribuzione non sarà decurtata a febbraio.
Taglio del cuneo e aumenti di stipendio come controbilanciamento
Tuttavia non dimentichiamo che l’atteso taglio del cuneo fiscale porterà una busta paga a febbraio più ricca in virtù della riduzione dei contributi da pagare per il lavoratore del settore pubblico o privato, soprattutto per chi ha un reddito al di sotto dei 25mila euro annui.
In particolare, il testo della nuova legge di Bilancio indica l’estensione del taglio del cuneo fiscale al 3% per i lavoratori che incassano fino a 25mila euro di reddito lordo annuale, suddiviso su 13 mensilità. Per chi oltrepasserà questa retribuzione, e fino a 35.000 euro, permane comunque il taglio del cuneo al 2%.
Nella busta paga febbraio 2023 dovrebbero anche giungere gli arretrati dello sgravio contributivo laddove non già assegnati a gennaio. Confermato anche per il 2023 dalla legge di Bilancio, e alzato al 3% per gli stipendi più bassi, lo sgravio contributivo - nonostante fosse stato previsto già lo scorso anno - non è stato applicato da molti datori di lavoro nella busta paga di gennaio.
Nessun problema comunque dato che ai datori di lavoro è comunque data la possibilità di recuperare riconoscendo nella prima busta paga utile gli arretrati di gennaio. Ecco perché, nello stipendio di febbraio in versamento in questi giorni, che - come abbiamo visto - potrebbe essere più basso visti i meno giorni lavorati, potrebbe tuttavia trovar spazio anche un piccolo aumento - pari ad alcune decine di euro - dovuto all’arretrato del mese anteriore.
Previsti altresì degli incrementi in busta paga dei dipendenti pubblici che potranno avvalersi dell’aumento pari all’1,5% dello stipendio tabellare, come previsto dall’ultima manovra 2023. Altro bonus in arrivo dunque e, ad esempio, per chi guadagna 2.000 euro varrà un aumento lordo di 30 euro al mese.
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