Conviene investire in buoni fruttiferi postali nel 2024?

Claudia Cervi

8 Gennaio 2024 - 15:53

Investire in buoni fruttiferi postali conviene nel 2024? Considerati un investimento sicuro grazie ai rendimenti garantiti e la protezione del capitale investito, ecco cosa c’è da sapere.

Conviene investire in buoni fruttiferi postali nel 2024?

I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono considerati un investimento sicuro per chi vuole investire senza rischiare quasi nulla. Ma conviene comprare nel 2024?

Emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati sul mercato da Poste Italiane, insieme ai libretti di risparmio postale, presentano bassi rischi grazie alla garanzia dello Stato italiano che protegge il capitale investito da eventuali rischi di insolvenza, proprio come per i BTP.

In un periodo economico incerto e pieno di sfide, i Buoni Fruttiferi Postali (BFP) stanno catturando l’interesse di numerosi risparmiatori che desiderano evitare le fluttuazioni di mercato e possono ottenere il rimborso dell’intero capitale investito anche prima della scadenza. Tuttavia i rendimenti offerti sono molto bassi.

Ma allora conviene investire in buoni fruttiferi postali? In questa guida vediamo tutto quello bisogna considerare prima di investire il proprio denaro in questi strumenti, facendo attenzione alle tipologie, alle date di scadenza e ai tassi di rendimento, in modo da scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze.

Cosa sono e come funzionano i buoni fruttiferi postali

I buoni fruttiferi postali sono strumenti di risparmio molto diffusi tra i risparmiatori italiani. Nati nel lontano 1924 per proteggere il capitale investito, hanno spopolato negli anni ’70-’80 quando la crisi petrolifera ha fatto schizzare al rialzo l’inflazione e, di conseguenza, i rendimenti di titoli di Stato e di BFP.
In quegli anni non c’era l’ampia offerta di strumenti di risparmio che conosciamo oggi e i buoni fruttiferi postali rappresentavano la migliore opzione per i risparmiatori prudenti.

Ancora oggi sono molti a scegliere questi strumenti per i vantaggi che offrono. Questi buoni presentano infatti diverse caratteristiche vantaggiose:

  • vengono emessi alla pari (al 100% del valore nominale),
  • offrono la possibilità di rimborsi immediati, compresi anticipati,
  • sono garantiti dallo Stato;
  • gli interessi vengono stabiliti al momento della sottoscrizione e vengono versati al momento del rimborso o alla scadenza;
  • non hanno costi di sottoscrizione e rimborso, salvo gli oneri fiscali;
  • sono esenti da imposta di successione e sono soggetti a una tassazione agevolata al 12,50%, simile a quella dei titoli di Stato.

Rendimenti dei buoni fruttiferi postali

I buoni fruttiferi postali offrono interessi che maturano alla scadenza o in periodi successivi alla sottoscrizione stabiliti nel foglio informativo.
I rendimenti annui lordi dei buoni postali disponibili attualmente variano a seconda delle diverse tipologie, che hanno una durata compresa tra 3 e 20 anni. Questi rendimenti sono compresi tra l’1,50% per la durata di 4 anni e il 2,75% per una durata di 20 anni. Cassa Depositi e Prestiti ha aggiornato i tassi di interesse di alcuni BFP il 15 novembre 2023.

Vediamo nel dettaglio i rendimenti dei buoni fruttiferi postali attualmente disponibili.

Tipologia di BFP Scadenza Rendimento
Buono 4 anni Plus 4 anni 2% lordo annuo a scadenza
Buono 3x2 6 anni 2,25% lordo annuo a scadenza
Buono Rinnova 6 anni 2,50% lordo annuo a scadenza
Buono Risparmio Sostenibile 7 anni 2% lordo annuo con eventuale premio a scadenza in base all’andamento dell’indice STOXX® Europe 600 ESG-X
Buono 3x4 12 anni con scadenze triennali con interessi crescenti 2,50% lordo annuo a scadenza
Buono 4 anni risparmiosemplice 4 anni 1,50% lordo annuo a scadenza
Buono Ordinario 20 anni con interessi lordi crescenti dallo 0,50% dopo 1-2 anni fino al 2,75% lordo annuo a scadenza
Buono dedicato ai minori con interessi che maturano fino alla maggiore età 6% lordo annuo a scadenza
Buono soluzione futuro 180 rate mensili Acquistando i buoni a partire da 40 anni e fino a 54 anni, si ottiene una rendita mensile a partire dai 65 anni fino a 80 anni
Buono soluzione eredità 4 anni 3,25% lordo annuo a scadenza

Rischi dei buoni fruttiferi postali

Nel momento di sottoscrizione dei buoni fruttiferi postali, il risparmiatore sa già quale sarà il rendimento del suo investimento. Ciascuno di essi, infatti, ha un tasso di rendimento che può essere fisso (in questo caso si conosce da subito il rendimento futuro) oppure variabile (di questa tipologia, però, al momento non ce ne sono). Nel caso di tasso variabile, la variabilità dipende dall’indice sottostante.

Inoltre, non esistono particolari rischi in merito agli investimenti in questi strumenti che sono garantiti dallo Stato per quanto riguarda il pagamento degli interessi e l’eventuale restituzione del capitale investito. L’unico motivo per il quale si perderebbero i capitali risparmiati riguarda il possibile default dello Stato italiano.

La somma investita, però, può essere recuperata anche prima della scadenza del buono con l’aggiunta di eventuali interessi. Una volta acquistato il buono fruttifero, il risparmiatore può decidere di tenerlo fino alla sua scadenza, oppure rivenderlo sul mercato. Nel caso di obbligazioni, invece, occorre attendere la scadenza delle stesse.

Cosa succede alla scadenza del BFP?

Una delle accortezze da tenere presente nel momento in cui si decide di acquistare un buono fruttifero postale o un libretto di risparmio è verificare la data di scadenza degli stessi.

Per quanto riguarda i buoni fruttiferi, infatti, alla scadenza dei 10 anni di validità si perde anche il diritto di riscossione delle somme investite a causa della caduta in prescrizione. In quel caso, dunque, non sarà possibile recuperare il denaro versato. Una normativa a parte riguarda i buoni fruttiferi dematerializzati, che potranno essere rimborsati direttamente sul conto nel momento della loro scadenza.

Nel caso dei libretti di risparmio postale, invece, qualora sia già decorso il termine di validità occorrerà (per quelli non dematerializzati) presentare il titolo cartaceo. In tutti gli altri casi, invece, basterà presentare la carta libretto.

Vantaggi e svantaggi dei buoni fruttiferi postali

In breve, investire il proprio denaro acquistando buoni fruttiferi postali o libretti di risparmio permette di guadagnare sugli interessi nell’arco temporale stabilito alla data di sottoscrizione.

Tra i vantaggi di questo tipo di investimento c’è la sicurezza del deposito del denaro alla garanzia di Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre, a differenza dei Buoni emessi dal Tesoro, i BFP non sono soggetti alle oscillazioni del mercato e dunque nel momento in cui si richiede il rimborso viene restituita l’intera somma versata. Il rendimento di un BFP , comunque, è contenuto rispetto ad altri tipi di investimento e per questo motivo è più corretto parlare di risparmio anziché di un vero e proprio investimento.

Dall’altro lato, infine, troviamo anche alcuni svantaggi legati al risparmio tramite i buoni fruttiferi postali. Proprio per il fatto di essere garantiti dallo Stato italiano, nel momento in cui quest’ultimo dovesse fallire, il risparmiatore perderebbe tutto il capitale versato. Inoltre, non tutti i tipi di BFP sono convenienti: occorre scegliere l’alternativa migliore e non investire denaro sia in BFP sia in BTP. Il rendimento, come accennato in precedenza, è minore rispetto ad altre forme di investimento.

Conviene investire in buoni fruttiferi postali?

Per stabilire se conviene investire in buoni fruttiferi postali occorre fare un confronto con altri strumenti.

I buoni fruttiferi sono più convenienti del libretto postale Smart: ad esempio, sottoscrivendo 10.000 euro in Buoni 3x2, che prevedono il riconoscimento degli interessi ogni 3 anni a partire dal terzo anno dalla sottoscrizione, permette di ottenere, a scadenza, un valore complessivo di rimborso netto pari a 11.249,72 euro. Depositando 10.000 euro sul libretto postale Smart, pur attivando l’offerta Supersmart premium 540 giorni, con interessi lordi annui del 4%, si ottiene un valore complessivo di rimborso netto di circa 10.874,24 euro, supponendo di rinnovare l’offerta al termine della prima scadenza.

Tuttavia, i buoni fruttiferi sono meno convenienti dei BTP. Ad esempio, un BTP a 3 anni rende circa il 3% annuo lordo. Tuttavia, i buoni postali vantano un’importante caratteristica: non sono influenzati dalle fluttuazioni del mercato. In caso di rimborso anticipato, infatti, il sottoscrittore ha il diritto di riavere almeno il capitale inizialmente investito. Con i BTP, invece, il valore di mercato può diminuire significativamente se i tassi di interesse aumentano.

Nella valutazione, è comunque importante considerare la possibilità di rimborso di alcuni BFP. Oltre ai buoni ordinari tradizionali, ci sono nuovi prodotti più complessi che possono essere rimborsati solo in determinate scadenze, simili a depositi vincolati. Il Buono 3x2 ne è un esempio.

Inoltre, sono disponibili nuovi buoni postali che offrono un basso tasso di interesse, ma potrebbero offrire un premio legato all’andamento di specifici indici del mercato azionario alla scadenza. Anche questi prodotti sono notevolmente più complessi rispetto ai buoni ordinari tradizionali.

Quando si prende in considerazione l’acquisto di un buono postale occorre sempre confrontarlo con l’investimento in titoli di Stato di analoga durata, valutando attentamente i propri obiettivi finanziari e le esigenze future.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO