«Bonus 150 euro più alto e a più persone, cancelliamo il Reddito di cittadinanza e superdeduzione fino al 150% sul costo del lavoro»: l’intervista a Maurizio Leo (Fdi)

Giacomo Andreoli

21/09/2022

Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, spiega a Money.it come il partito vuole affrontare le emergenze del momento se vincerà le elezioni politiche del 25 settembre.

«Bonus 150 euro più alto e a più persone, cancelliamo il Reddito di cittadinanza e superdeduzione fino al 150% sul costo del lavoro»: l’intervista a Maurizio Leo (Fdi)

Cancellare subito il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento a favore dei fragili e importanti sgravi alle imprese per assumere, potenziare il bonus 150 euro contro l’inflazione, tagliare il cuneo fiscale per alzare gli stipendi e spingere su nucleare, rigassificatori e carbone oltre che le rinnovabili per affrontare la crisi energetica. Sono questi i punti fondamentali della ricetta economica di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni di domenica 25 settembre, per superare le difficoltà economiche che il Paese sta vivendo.

A spiegarle a Money.it è Maurizio Leo, responsabile economico del partito di Giorgia Meloni, secondo cui le risorse si possono trovare da una riprogrammazione dei fondi europei strutturali non utilizzati, dall’extragettito fiscale dovuto all’inflazione e da una pace fiscale concentrata sulle piccole cartelle esattoriali. In questo modo si eviterebbe lo scostamento di bilancio, “che potrebbe avere ricadute serie sui nostri conti pubblici e sul nostro debito”.

Qual è la prima misura, quella che ritenete prioritaria, da inserire subito nella legge di Bilancio? E dove trovare le risorse, visto che solo per confermare gli aiuti correnti servono 25 miliardi?

Dobbiamo partire dall’emergenza bollette, aiutando maggiormente famiglie e imprese. Stiamo aspettando la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Aiuti ter, che stanzia 14 miliardi a favore di famiglie e imprese utilizzando anche l’extragettito delle tasse. Sono risorse sufficienti fino a novembre, quindi prima della legge di Bilancio probabilmente servirà fare un nuovo intervento e non è detto ci sia il tempo per farlo fare al nuovo governo. Dove trovare le risorse? Non riteniamo opportuno uno scostamento di bilancio, che potrebbe avere ricadute serie sui nostri conti pubblici e sul nostro debito: la consideriamo un’estrema ratio. Oltre al nuovo extragettito possiamo iniziare a recuperare soldi dai fondi strutturali europei non usati del periodo 2014-2020: diversi miliardi da riprogrammare come nelle prime ondate di Covid.

Per affrontare il caro-bollette e il caro-vita proponete di fermare i “guadagni” dello Stato derivati da gas e luce, riducendo fino al 30% i costi, ma anche il totale disaccoppiamento di energia elettrica e gas. Pensate anche di rafforzare il bonus bollette e i crediti d’imposta per le imprese, oltre che ridurre l’Iva sui beni alimentari?

Innanzitutto dobbiamo stabilizzare la riduzione dell’aliquota Iva sui beni energetici al 5%. Quanto agli alimentari, alcuni beni di prima necessità come pesce e carne e le bottiglie di acqua hanno un’Iva troppo alta. Per venire incontro ai consumatori l’aliquota su tutti i beni essenziali deve essere al 5%. Per aiutare le famiglie, poi, noi proponiamo di aumentare l’assegno unico universale per i figli a carico del 50%. Una misura più strutturale e più ampia rispetto al bonus sociale sulle bollette, che comunque per ora va lasciato così per i meno abbienti. Sui crediti d’imposta alle imprese: dobbiamo vedere se ci sono le risorse necessarie per aumentarlo ulteriormente, sia per le aziende energivore che per tutte le altre. Infine aggiungo che bisogna valutare un aumento del nuovo bonus, che oggi è quantificato in 150 euro, per i redditi più bassi, se possibile portando più in alto anche il tetto di reddito.

Per superare la crisi energetica e i ricatti della Russia sul gas, pensate di rafforzare gli investimenti sulle rinnovabili, ma anche puntare sul carbone in via temporanea e sul nucleare? E il rigassificatore di Piombino va fatto?

Il rigassificatore va fatto in concordia con la comunità locale, io penso che il comune darà il proprio contributo affinché il rigassificatore venga posizionato lì, con le dovute compensazioni e garanzie per la popolazione. Sul nucleare siamo da sempre d’accordo, ma i tempi di realizzazione non sono rapidi, quindi non ci aiuta nell’immediato. Quanto al carbone, certamente quello che si può recuperare va recuperato e lo stesso va fatto con l’estrazione di gas: bloccare le trivelle, soprattutto nell’Adriatico, è stato sbagliato, bisogna ripensare quel modello. Insomma: va fatto di tutto per affrancarci e renderci indipendenti in un momento di crisi come questo.

Sugli stipendi invece Meloni ha presentato un piano per ridurre i costi alle imprese e spingere all’aumento dei salari. Quanti miliardi volete mettere sul taglio del cuneo fiscale? E tutti a favore dei lavoratori o anche in parte alle imprese?

Direi due terzi ai lavoratori e un terzo alle imprese, come propone Confindustria. Andava fatto già nella scorsa legge di Bilancio: avrebbe permesso ai dipendenti di avere buste paga più pesanti e dato alle aziende un carico contributivo minore. Per capire quanti soldi possono arrivare ai lavoratori dobbiamo vedere le risorse: noi faremo di tutto per trovarle e sicuramente possiamo recuperare miliardi da una pace fiscale. I contribuenti che sono vessati dal fisco devono pagare gradualmente mettendosi in regola con i loro debiti: ci sono circa 1.100 miliardi di cartelle che lo Stato non riscuote e secondo la Corte dei conti si può recuperare meno del 10%. Fino a 3mila euro dobbiamo fare un saldo e stralcio, far pagare una parte delle imposte e togliere le sanzioni, prevedendo contemporaneamente una rateizzazione decennale. Per le cartelle sopra i 3mila euro nessun condono, ma vanno ridotte le sanzioni e va permessa una dilazione lunga di almeno 10 anni. Così reperiamo ulteriori risorse.

Sulle pensioni come superare la Legge Fornero dopo Quota 102? La Lega propone Quota 41, che però rischia di costare 15 miliardi, non è troppo?

Nel programma del centrodestra c’è il superamento della Legge Fornero, ma dovremmo valutare come farlo una volta al governo, quando potremo contare con mano le risorse a disposizione.

Proponete di sostituire il Reddito di cittadinanza con uno strumento per chi non può lavorare ed è fragile, ma non è pericoloso nell’autunno caldo che ci aspetta, tra inflazione e crisi energetica, togliere questo sussidio a tutti gli altri? C’è chi vi accusa di fare la guerra ai poveri, come replicate?

La logica di superamento del Reddito di cittadinanza è legata alla proposta della presidente Meloni ’più assumi, meno paghi’. Se si dà alle imprese un bonus dal 120% al 150% in più di deduzioni sul costo del lavoro c’è un vantaggio ad assumere per le aziende e l’attuale percettore del Reddito pagherà l’Irpef, aumentando le entrate per lo Stato e rendendo le coperture meno ingenti di quello che si potrebbe immaginare. Le risorse del Reddito di cittadinanza, per la parte che non riguarda le persone fragili e che non possono lavorare, devono essere messe su questa misura che garantisce la creazione di occupazione, per il resto va mantenuto uno strumento di tutela. Questa trasformazione del Reddito va avviata subito, come dice Meloni prevedendo primi sgravi sulle assunzioni già nella legge di Bilancio.

Il Superbonus va modificato ulteriormente o volete proseguire sulla linea indicata dal governo Draghi?

Quello che è stato fatto va lasciato così: sono stati risolti diversi problemi tecnici per evitare problemi a famiglie e imprese, anche se va fatto uno sforzo aggiuntivo per aiutare le aziende che hanno diversi crediti con lo Stato incagliati. In futuro si potrà ripensare un riordino complessivo di tutti i bonus casa, magari rimettendoli tutti a favor comune e garantire una copertura alta dei costi, anche dell’80%. Razionalizzare può significare garantire una deduzione generale, con dei paletti stringenti per evitare comportamenti fraudolenti.

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