Ecco cos’è successo, come hanno fatto a spendere così tanto per la luce e come tutelarsi.
Affittare una casa per le vacanze è molto più costoso rispetto all’abitazione e uno dei motivi è proprio il costo delle utenze. I proprietari devono calcolare delle tariffe idonee a coprire i costi per la luce, il gas, l’acqua e così via, tenendo conto di un consumo medio per ogni persona. Proprio per questo motivo il numero di ospiti incide quasi sempre sul prezzo finale, indipendentemente dalla capienza del locale. In alcuni casi, gli affittuari consumano più del previsto, altre volte meno, così i costi si compensano in modo abbastanza semplice.
Ci sono però delle situazioni eccezionali, proprio come quella in cui si è trovato il proprietario di un locale affittato su Airbnb. In sole tre settimane di affitto gli ospiti hanno consumato elettricità per 1.300 euro, come dimostrato dalla bolletta ricevuta dall’uomo. La vicenda si è svolta negli Stati Uniti, ma anche considerando le tariffe americane questa cifra è senza dubbio spropositata. Non a caso, il locatore ha deciso di approfondire la questione, ricevendo così un’amara sorpresa. Gli affittuari avevano fatto un uso scorretto della casa vacanza, dovendo rimborsare buona parte del consumo di corrente.
Problemi simili, anche se con importi decisamente più contenuti, riguardano tutti i proprietari di alloggi per le vacanze e tutti i viaggiatori. I primi cercano infatti di tutelarsi ed evitare che le utenze riducano eccessivamente la propria rendita, mentre i secondi non vogliono essere chiamati a spese aggiuntive dopo aver pagato l’affitto. Ecco perché è opportuno approfondire tutte le condizioni prima di iniziare l’affitto.
Bolletta da 1.300 euro in sole tre settimane d’affitto
In base a quanto raccontato ai media dal proprietario del locale affittato su Airbnb, le spese per la corrente degli inquilini sono arrivate a circa 1.300 euro, 1.500 dollari statunitensi per la precisione. Un consumo esorbitante per sole tre settimane d’affitto, tanto da spingere il locatore ad agire legalmente per comprendere l’accaduto e pretendere un rimborso. Di fatto, sempre secondo la versione del padrone di casa, gli inquilini sono stati chiamati a rimborsare buona parte della spesa a causa dell’uso scorretto della corrente elettrica. Il proprietario pare aver appurato, anche attraverso le riprese delle telecamere all’esterno dell’abitazione, che gli ospiti hanno utilizzato una decina di Pc nel loro soggiorno.
Nel dettaglio, i computer sarebbero stati impiegati per il mining di criptovalute, a ritmi particolarmente elevati. Una parte considerevole della spesa sarebbe inoltre dovuta alla ricarica di veicoli elettrici, che gli ospiti dovrebbero aver esteso anche a terze persone. L’accaduto non è del tutto chiaro, a quanto sembra la questione si è risolta con un accordo stragiudiziale che ha evitato il tribunale, e si dispone soltanto della versione del proprietario. Quest’ultimo racconta di aver ottenuto il rimborso e cambiato le regole sull’affitto, vietando il mining di criptovalute e la ricarica delle auto elettriche, che in condizioni ordinarie non portano comunque a spese tanto elevate.
A cosa fare attenzione
L’amara sorpresa di questo proprietario statunitense ha destato preoccupazione in molte persone, ma per evitare ogni dubbio è sufficiente affidarsi a un contratto completo e preciso. Quando l’affitto della casa vacanza viene regolamentato con cura gli inquilini sanno bene cosa possono fare e quali sono le azioni vietate, così come i proprietari possono più facilmente agire per tutelarsi. Altrimenti, diventa molto difficile far valere i propri diritti.
Se viene genericamente previsto che le utenze siano comprese nell’affitto, senza specificare un limite di consumi, possono crearsi delle difficoltà. In assenza di clausole specifiche gli inquilini potrebbero eventualmente essere chiamati a rimborsare la spesa per le bollette soltanto per un uso improprio, straordinario rispetto all’ordinario previsto. Tranne che in casi eccezionali come quello accaduto negli Stati Uniti può quindi essere molto difficile contestare l’uso dell’energia elettrica e in generale degli impianti dell’alloggio.
Di conseguenza, è preferibile pattuire dei limiti nel contratto per evitare problemi di questo genere. In assenza di regole, gli inquilini hanno diritto a usare gas e luce liberamente, purché entro la soglia di un uso «normale» secondo consuetudine e soprattutto senza venire meno alla finalità dell’affitto. Lucrare sui servizi del locale affittato, infatti, è assolutamente vietato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA