Bank of England, tassi fermi e futuro incerto

Violetta Silvestri

01/02/2024

01/02/2024 - 15:18

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La riunione di Bank of England ha deciso di lasciare i tassi fermi, come da attese. A sorprendere, invece, è stata la divisione nel Consiglio tra chi voleva aumenti e chi tagli del costo del denaro.

Bank of England, tassi fermi e futuro incerto

Bank of England ha lasciato i tassi invariati, ma il board si è diviso sulla decisione odierna, mettendo in evidenza il contesto molto complesso nel quale si trovano ad agire le banche centrali.

La Banca d’Inghilterra ha mantenuto il costo del denaro ai massimi di quasi 16 anni, ma ha ammorbidito la sua posizione sulla possibilità di tagliarli e uno dei suoi politici ha espresso il primo voto a favore di una riduzione degli oneri finanziari dal 2020.

Il governatore Andrew Bailey ha affermato che l’inflazione si “sta muovendo nella giusta direzione” e il Comitato di politica monetaria ha abbandonato il suo precedente avvertimento secondo cui i tassi potrebbero aumentare nuovamente , affermando invece che gli oneri finanziari sono adesso “sotto revisione”. Tuttavia, la vera sorpresa della riunione di BoE è stata la mancata unanimità sulla decisione, che ha messo in evidenza ben tre divergenti posizioni sulla politica monetaria e molta incertezza sul prossimo futuro.

Bank of England: tassi invariati. Ma la decisione divide

Nessuna sorpresa sui tassi, ma malumori all’interno di Bank of England. Il Consiglio, infatti, si è diviso in tre sulla direzione di politica monetaria da intraprendere: 6 dei suoi 9 membri hanno votato per mantenere i tassi al 5,25%, Jonathan Haskel e Catherine Mann hanno sostenuto un aumento di 0,25 punti percentuali e Swati Dhingra ha preferito proporre un taglio della stessa entità.

È stata la prima volta dall’agosto 2008, all’inizio della crisi finanziaria globale, che diversi policy maker hanno votato per alzare e abbassare i tassi di interesse nello stesso incontro.

La BoE ha ribadito che la politica dovrà rimanere “restrittiva per un periodo sufficientemente lungo” – anche se ha tagliato le previsioni di inflazione per i prossimi mesi. Tuttavia, secondo la banca centrale, una crescita salariale considerevolmente più elevata distingue la Gran Bretagna dai suoi omologhi nel determinare la pressione inflazionistica nel lungo termine.

Il governatore Andrew Bailey ha affermato che i tagli sono ora allo studio, facendo un passo indietro rispetto alle dichiarazioni di dicembre quando aveva dichiarato che c’era molta strada da fare prima di arginare i prezzi.

“Abbiamo avuto buone notizie sull’inflazione negli ultimi mesi”, ha detto Bailey in una dichiarazione che ha accompagnato la decisione giovedì a Londra. “Ma abbiamo bisogno di vedere più prove del fatto che l’inflazione è destinata a scendere fino all’obiettivo del 2% e rimanere lì prima di poter abbassare i tassi di interesse”.

In un contesto globale minaccioso con la guerra in Medio Oriente già allargata al Mar Rosso e un futuro molto incerto sulla crescita del Regno Unito, la riunione della banca centrale - con la divisione interna - ha confermato il momento cruciale e pieno di insidie. La BoE è ancora convinta che l’economia britannica farà fatica a generare una forte crescita economica nei prossimi trimestri, nonostante un modesto miglioramento delle proiezioni di Pil annuale.

Pr questo, c’è chi ha proposto un taglio dei tassi già oggi, per evitare un inasprimento eccessivo e nocivo per l’economia. Sono questi i dubbi di tutte le banche centrali che lottano contro un’inflazione ancora oltre il target e una crescita debole.

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