Banca CF+ ha formulato un’offerta per acquisire la piattaforma tecnologica di gestione e concessione del credito di Credimi.

Banca CF+, una volta conosciuta come Credito Fondiario, potrebbe presto annunciare ufficialmente l’offerta per acquisire la piattaforma tecnologica di concessione e gestione del credito della fintech Credimi.
A seguito di una necessità di ricapitalizzazione, Credimi, che per un periodo ha ventilato l’opzione liquidazione, sembra aver trovato in Banca CF+ l’investitore di cui necessitava. L’offerta, che sarebbe arrivata sul tavolo dell’AD Ignazio Rocco di Torrepadula, dovrebbe riguardare, secondo quanto affermato dal Sole24Ore, l’acquisizione di un ramo di Credimi, in particolare quello della proprietà intellettuale della piattaforma tecnologica di concessione e gestione del credito.
Non è ancora chiaro se il ramo verrà alleggerito (attualmente conta circa 50 dipendenti), oppure se il personale rimarrà lo stesso. Secondo quanto emerso, i dipendenti che passeranno a Banca CF+ potrebbero svolgere - tra le altre mansioni - anche attività di «servicing» nelle operazioni di cartolarizzazione; mentre i membri del dipartimento che rimarranno in Credimi, dovrebbero occuparsi di detenere e gestire gli Asset-backed security provenienti dalle operazioni di cartolarizzazione.
Fino a poco tempo fa sembrava che Unicredit fosse in vantaggio per l’acquisizione, tuttavia pare che alla fine l’offerta vincente sarà quella di Banca CF+.
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Banca CF+ e Credimi: chi sono
Le origini di Banca CF+ risalgono al 1898, ma al tempo era conosciuta come Credito Fondiario Sardo. Alcune delle tappe fondamentali della sua storia sono il 1965, anno in cui ha cambiato nome in Credito Fondiario; il 1985, quando si è quotata nel mercato finanziario alla borsa di Milano; il 2000, quando ha deciso di specializzarsi nel mercato del servicing delle cartolarizzazioni; e infine il 2022, anno in cui, in seguito a un riavvicinamento alle sue origini di banca per l’impresa, ha cambiato nome in Banca CF+.
La storia di Credimi, invece, inizia nel 2015. Insieme a un gruppo di giovani startupper, Ignazio Rocco di Torrepadula, fonda l’azienda a Milano. Dalla sua nascita, otto anni fa, la società ha erogato oltre 2 miliardi di prestiti a micro-imprese e PMI. Al tempo della fondazione il progetto ha richiamato l’attenzione di diversi imprenditori, tanto da essere riuscita a collezionare investimenti per 8 milioni di euro alla fine del 2015.
Negli anni a seguire, l’azienda ha continuato ad accumulare capitali, fino a raggiungere i 25 milioni di investimenti in diversi round, grazie al sostegno di soggetti come United Ventures, Vertis Tikehau Capital e altri investitori.
Nel corso dell’ultimo anno, tuttavia, si è resa necessaria una ricapitalizzazione, per cui l’azienda si è messa alla ricerca di un nuovo investitore. Di fronte al rischio di una liquidazione, l’azienda ha attirato l’attenzione della Banca d’Italia, che ne ha monitorato il dossier.
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