Eni resta la preferita dagli analisti, ma la pioggia di revisioni negative sull’intero settore energia lascia dei dubbi. Ecco cosa suggeriscono gli esperti.
Azioni Eni sotto pressione. Investire o meglio aspettare? Dopo un agosto turbolento per i mercati finanziari, il mese di settembre è partito all’insegna delle vendite. Nonostante il settore utility potrebbe beneficiare dei futuri tagli dei tassi di interesse, le incertezze politiche globali e l’attesa per le decisioni delle banche centrali stanno influenzando negativamente la maggior parte delle azioni quotate a Piazza Affari.
Tra giugno e agosto, la società ha acquistato il 4,05% del suo capitale, portando avanti un ingente programma di buyback per rafforzare il valore degli azionisti. Secondo Morgan Stanley, la resilienza finanziaria e la prospettiva di riduzione del debito di Eni sono elementi sufficienti per alzare il rating della società a overweight e inserirla tra le Top Pick. Tuttavia, il contesto attuale del mercato petrolifero e del gas suggerisce cautela, con i prezzi del greggio in calo da oltre un anno (-17,65%) e previsioni di utili al ribasso per il 2025.
In questo contesto, HSBC ha tagliato il target price di Eni da 16,5 a 16,1 euro, rivedendo al ribasso anche il rating e il prezzo obiettivo di altri importanti colossi del settore, tra cui Shell, Total e BP. Con questa revisione il potenziale di crescita del titolo dai livelli attuali si riduce al 15% circa.
Eni: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Le azioni Eni restano aggrappate al supporto in area 14, nel tentativo di raccogliere nuove energie per reagire alle forti vendite subite da inizio mese. La resistenza a 14,86-14,90 euro ha frenato le ambizioni di crescita del titolo, alimentando la fase laterale degli ultimi tre mesi. La tenuta di area 14 dovrà essere seguita dalla rottura di 14,90 per dare nuovi spunti ai compratori. Sotto area 14, base del banner correttivo in formazione dai minimi di giugno, rischio invece di affondo in area 13,80 e 13,50 euro almeno.
Per operare long su Eni potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HC16ZS1. Il certificato ha come sottostante Eni e presenta una barriera distante attualmente il 22,83%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HC9KHV9, avente una barriera distante il 19,44% come sottostante Eni.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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