Azioni Atlantia di nuovo sotto i riflettori: il governo ha rifiutato tutte le proposte dando un nuovo ultimatum su Autostrade per l’Italia (Aspi)
Le azioni Atlantia di nuovo sotto i riflettori nell’ultima seduta della settimana.
Già ieri il titolo è letteralmente sprofondato a Milano ed è stato ripetutamente sospeso per eccesso di ribasso. Il tutto è accaduto dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha ulteriormente indebolito la posizione di Autostrade per l’Italia nella trattativa con il governo.
Una sentenza, si noti, alla quale hanno fatto seguito le dichiarazioni di Conte a La Stampa: “O arriva una proposta vantaggiosa per lo Stato o procediamo alla revoca”.
Nelle ultime ore, però, la questione si è ulteriormente complicata ma alle azioni Atlantia questo non è importato e il titolo ha tentato il rimbalzo.
Azioni Atlantia: l’ultimatum del governo
Il vertice di ieri convocato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è concluso con la ferma presa di posizione del governo che ha bocciato tutte le proposte sino ad ora avanzate dalla holding dei Benetton, ma non solo.
I rappresentanti dell’esecutivo, nello specifico i capi di gabinetto e il segretario generale della Presidenza, hanno lanciato un vero e proprio ultimatum ad Atlantia, le cui azioni sono finite inevitabilmente sotto i riflettori.
Se la holding dei Benetton non avrà formalizzato una proposta accettabile entro la giornata di lunedì allora scatterà inevitabilmente la revoca delle concessioni autostradali su Aspi.
Nell’ultima occasione la quotata di Piazza Affari ha messo sul piatto d’argento 3 miliardi di euro, compensazioni di vario genere e tagli alle tariffe, ma per l’esecutivo il progetto si è rivelato insufficiente.
Bisognerà capire adesso quanto Atlantia sarà disposta a vendere le sue quote (e la sua magioranza) in Autostrade per l’Italia, ma anche quanto ancora potranno scendere le tariffe e quanto si potrà salire oltre l’asticella dei 3 miliardi. I tempi sono piuttosto stretti.
La sentenza della Corte Costituzionale che ha indebolito Aspi
Citando circostanze straordinarie (termini con cui i giudici hanno fatto riferimento al crollo del Ponte Morandi), la Corte Costituzionale ha scelto di supportare la decisione dell’esecutivo di escludere Autostrade per l’Italia dal progetto di ricostruzione.
Le azioni Atlantia hanno risentito in maniera decisa della novità e nella mattinata di ieri sono state addirittura sospese per eccesso di ribasso.
La decisione della Consulta è arrivata dopo che il Ministero delle Infrastrutture ha comunicato di aver affidato proprio ad Aspi la gestione del viadotto sul Polcevera contribuendo ad alimentare il dibattito.
Certo è che la sentenza della Corte Costituzionale ha indebolito (e non poco) la posizione dei Benetton nella trattativa con il governo per evitare la revoca delle concessioni autostradali e il fallimentare vertice di ieri sera ne è stato la prova.
Le azioni Atlantia oggi hanno praticamente ignorato le notizie di ieri sera e hanno ripreso a scambiare in rialzo di oltre il 2% a Milano.
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Salvatore41
Luglio 2020
La tragedia che si è consumata a causa crollo del ponte Morandi è stata fin dal primo giorno occasione per trarre vantaggi in termini elettorali senza alcun rispetto delle famiglie dei numerosi defunti che, incolpevoli, lo stavano attraversando. Ciò è accaduto ancor prima di qualsiasi accertamento delle responsabilità, anche se è presumibile che la responsabilità del crollo sia attribuibile, con ottime probabilità, alla società che gestiva il ponte ed al Ministero che doveva controllarla.
Lo stesso numero di morti si è verificato a Viareggio a seguito dell’incendio del treno merci che trasportava GPL che causò 32 morti. In quella occasione nessuno dei politici ha mai detto che si doveva revocare la concessione alle ferrovie dello Stato eppure la responsabilità della ferrovia sembra comparabile a quella della concessionaria autostradale.
Perché due pesi e due misure?
Perché sbandierare la revoca della concessione alle ferrovie statali non ha ritorni elettorali mentre prendersela con i Benetton fa fico!
Nessuno pensa che migliaia di risparmiatori sono soci della quotata Atlantia e che ogni volta che i politici aprono bocca per evidenti motivi di seguito elettorale questi vedono ridursi i loro risparmi. I risparmiatori non hanno nessuna colpa; se, come credo, la società ha sbagliato sarà la magistratura a stabilire colpe da scontare e danni da risarcire.
Il di più «politico» non ci sta. Puzza di marcio e di diavolo e non ha certo il soave profumo di un angelo vendicatore. La giusta punizione dei colpevoli spetta ai giudici e non ai politici che tentano di trarre vantaggio da una tragedia immane e non se ne vergognano.
La vera tragedia è che il popolo supino non ha ancora capito da chi è governato e applaude perché non comprende. Mussolini docet.
Salvatore
maconen
Luglio 2020
Stiamo facendo aggiotaggio....
Con i soldi che mensilmente prendiamo noi politici soffriamo la fame.