Autovelox, nuove regole da ottobre. Ecco cosa cambia

Simone Micocci

28 Luglio 2025 - 14:46

Cambiano di nuovo le regole per gli autovelox e aumentano ancora le possibilità di ricorso. Ecco cosa succede da ottobre.

Autovelox, nuove regole da ottobre. Ecco cosa cambia

Non sono ancora finite le novità sugli autovelox per i conducenti italiani. Da ottobre nuove regole per gli apparecchi cambiano l’accertamento delle violazioni e la conseguente irrogazione delle sanzioni. Con i nuovi obblighi per i Comuni molti automobilisti potranno contestare le multe più facilmente, anche perché nel frattempo la spinosa questione dell’omologazione resta irrisolta. I nuovi provvedimenti legati al Codice della strada e agli autovelox, infatti, non risolvono affatto la mancanza di un regolamento per l’omologazione, che come confermato dalla Corte di Cassazione non può essere equivalente alla semplice approvazione. Di fatto, la burocrazia si complica e aumenta il caos dei ricorsi. Ecco cosa sta succedendo e cosa cambia da ottobre.

Nuove regole sugli autovelox

Il cosiddetto Decreto Infrastrutture, legge n. 105/2025, obbliga i Comuni italiani a un censimento nazionale obbligatorio riguardante tutti gli apparecchi di rilevamento della velocità. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà ricevere, al più tardi entro la terza settimana di ottobre, tutti i dettagli sugli autovelox. In caso contrario, gli apparecchi non potranno essere considerati validi e le multe saranno contestabili.

Le amministrazioni locali dovranno fornire un elenco completo di tutti gli apparecchi per rilevare la velocità presenti sul territorio di competenza, specificando anche la conformità, la marca e il modello. Non solo, Comuni, Province e Regioni dovranno anche autodichiarare l’omologazione o approvazione dell’apparecchio. La mancata registrazione degli autovelox prevista dalla nuova procedura impedisce l’utilizzo degli apparecchi e di conseguenza invalida tutte le eventuali multe comminate attraverso il loro utilizzo.

Come già detto, però, c’è tempo al massimo fino a ottobre. Questo perché il Decreto Infrastrutture, convertito in legge di recente, concede al ministero 30 giorni per emanare l’apposito decreto attuativo. Considerando che la legge è entrata in vigore il 20 luglio 2025, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà emanare entro il 19 agosto 2025 il decreto attuativo. Quest’ultimo serve a definire le modalità con cui le amministrazioni comunicheranno i dati al Mit, con un apposito modello informatico.

Dall’emanazione del decreto, le amministrazioni locali avranno 60 giorni di tempo per adeguarsi agli obblighi e fornire le indicazioni richieste sugli autovelox. La scadenza ultima cade così sulle ultime settimane di ottobre, quando tutti gli apparecchi non comunicati al ministero dei Trasporti saranno a tutti gli effetti vietati.

Nuovo caos di ricorsi

La nuova regolamentazione degli autovelox dovrebbe semplificare gli ostacoli burocratici legati all’omologazione, ma rischia di aggravare il caos di ricorsi. Innanzitutto, il Decreto Infrastrutture parla indifferentemente di omologazione e approvazione ministeriale, trattando i due procedimenti come del tutto equivalenti e intercambiabili. In realtà, ormai si sa che non è affatto così.

La Corte di Cassazione ha chiarito l’illegittimità di numerosi autovelox per difetto di omologazione con l’ordinanza n. 10505/2024, chiarendo che l’approvazione non può essere utilizzata come sostituto. Di conseguenza, non soltanto il problema non viene risolto, ma aumentano anche le possibilità di ricorso. Da una parte, sarà possibile contestare tutte le multe derivanti da apparecchi non censiti, e dall’altra sarà molto facile controllare l’eventuale omologazione dichiarata.

Cosa cambia

Attraverso le nuove regole del Mit i conducenti italiani potranno beneficiare di maggiore trasparenza sull’utilizzo degli autovelox. Sarà infatti possibili consultare mappe dettagliate per il loro posizionamento sul territorio e soprattutto verificare quanto dichiarato dall’amministrazione competente. Come già detto, se l’apparecchio viene indicato come soltanto “approvato” i conducenti potranno contestare le sanzioni.

Lo stesso nel caso in cui provengano da apparecchi per il rilevamento della velocità non censiti. Contestualmente, diminuiranno anche i dispositivi attivi e soprattutto validi da utilizzare nei controlli stradali. Un risvolto sicuramente positivo se si guarda alle multe, ma poco coerente con gli obiettivi di sicurezza stradale e controllo della velocità nazionali e comunitari.

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