Attacco informatico agli ospedali Sacco e Fatebenefratelli

Niccolò Ellena

3 Maggio 2022 - 11:16

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Il 1° maggio degli hacker hanno attaccato gli ospedali Fatebenefratelli-Sacco di Milano: centri vaccinali e pronto soccorso in tilt.

Attacco informatico agli ospedali Sacco e Fatebenefratelli

L’azienda ospedaliera Fatebenefratelli-Sacco è stata vittima di un attacco hacker. Dalle tre del mattino del primo maggio infatti, i sistemi dell’azienda, che comprende Fatebenefratelli, Sacco, Buzzi e Melloni e 33 sedi territoriali, sono andati in tilt.

Questo imprevisto ha costretto i dipendenti dell’azienda a prendere provvedimenti e a riorganizzarsi: nonostante le visite ambulatoriali prenotate e le attività di pre-ricovero siano comunque garantite, i punti prelievo e il pronto hanno dovuto contingentare gli ingressi, mentre il personale è costretto a registrare i dati dei pazienti a mano, non potendosi avvalere della tecnologia.

Sebbene non sia stato ancora confermato, sembra che all’origine di questo attacco ci sia un ransomware, dal momento che è stata fatta circolare una nota da parte dell’azienda in cui si parla di cartelle mediche criptate.

Al momento, al fine di limitare i disagi dei pazienti, l’azienda ha chiesto il sostegno di altri presidi ospedalieri tra cui il Policlinico di Milano, affermando che, data la natura dell’imprevisto, non è ancora possibile quantificare per quanto tempo non sarà operativo il sistema aziendale.

Fatebenefratelli-Sacco fa sapere che il proprio Ced (Centro elaborazione dati) è al lavoro insieme alle autorità competenti, ossia la polizia postale e il team responsabile della sicurezza informatica, prontamente avvertite per cercare di risolvere questo imprevisto il più presto possibile.

Nonostante l’attacco, inoltre, l’azienda ha fatto sapere che i dati sensibili dei pazienti non sono a rischio.

Sull’accaduto sono intervenuti i consiglieri regionali Samuele Astuti e Pietro Bussolati, i quali hanno affermato che «in Lombardia ogni ospedale ha un suo software di gestione aziendale, del quale dovrebbe implementare autonomamente la sicurezza, e questo non ha senso, né dal punto di vista economico né da quello dell’efficacia. La cybersecurity, oggi in particolare, deve essere centralizzata e rinforzata».

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