Armi inviate all’Ucraina, l’allarme dell’Europol: ecco che fine fanno davvero

Giorgia Bonamoneta

25/07/2022

26/07/2022 - 09:37

condividi

L’Europol e l’Interpol lanciano l’allarme sulle destinazioni illegali delle armi inviate all’Ucraina. Nel mercato del traffico di armi, quali sono le destinazioni più probabili?

Armi inviate all’Ucraina, l’allarme dell’Europol: ecco che fine fanno davvero

L’Europol alcuni giorni fa ha pubblicato un comunicato nel quale afferma di star lavorando a stretto contatto con i funzionari ucraini per monitorare la minaccia del traffico di armi nell’Unione Europea. In scenari di guerra il rischio di dispersione delle armi e di conquista di queste da parte di mercenari e gruppi organizzati terroristici è piuttosto alta. Secondo l’Europol l’Ucraina sta monitorando con efficacia le tracce dei casi di interesse per la sicurezza interna dell’Unione Europea, anche se sotto continua aggressione militare russa.

Da tempo l’ufficio europeo di polizia, che si occupa di lottare contro il crimine nel territorio degli Stati membri dell’Unione europea, ha avvertito di come un maggior arrivo di armi in Ucraina avrebbe potuto portare a un aumento del traffico di armi da fuoco e munizioni. Le armi inviate in Ucraina, come sostegno militare contro l’invasione russa, non si limiterebbero a essere conquistate da bande terroristiche e criminali locali, ma potrebbero uscire attraverso rotte di contrabbando e piattaforme di vendita online su tutto il territorio europeo. Tale minaccia potrebbe proseguire anche con la fine del conflitto.

La stima del rischio di vendita di armi inviate in Ucraina sul mercato nero è stato confermato anche dall’Interpol. Al momento sono solo segnali, ma come afferma Jürgen stock, a capo dell’agenzia: «L’ampia disponibilità di armi durante l’attuale conflitto porterà alla proliferazione di armi illecite nella fase post guerra». C’è solo un modo per evitare che questo accada ed è aumentare gli sforzi di tracciabilità applicando meccanismi più sicuri affinché le armi non finiscano in mani sbagliate.

Allarme da Europol e Interpol: le armi inviate in Ucraina rischiano di finire sul mercato nero

In Ucraina è stato inviato un valore complessivo di circa 10 miliardi di dollari in armi e munizioni, ma ognuno di questi strumenti per aiutare la resistenza all’invasione russa può cadere in mano a trafficanti di armi del mercato nero. Gli scenari possibili si sono già verificati in altri casi precedenti nel resto dei conflitti nel mondo.

Il conflitto è ancora attivo e per l’autorità ucraine è difficile contenere il traffico di armi e monitorare dove giungono. Eppure l’Europol ha confermato che, lavorando a stretto contatto con i funzionari ucraini, questi continuano a seguire e a cooperare sui casi di interesse per la sicurezza interna dell’Europa.

In nessun caso è stato suggerito come soluzione il blocco dell’invio di armi, munizioni e sistemi di difesa all’Ucraina, perché questo metterebbe solo in difficoltà gli ucraini, ma non metterebbe fine al traffico di armi e alla loro vendita illegale in circuiti online. Al contrario l’invio di armi deve essere monitorato con attenzione, affinché queste arrivino a destinazione e non finiscano nelle mani sbagliate. I timori espressi da Europol e Interpol non sono passati inosservati e hanno smosso una politica di monitoraggio da parte dell’Europa e della Nato.

Le destinazioni illegali delle armi contrabbandate inviate all’Ucraina

Al momento le indagini e il monitoraggio sono in corso, ma si possono fare ipotesi sulle destinazioni che queste armi, correndo sulle tratte di traffico, potrebbero raggiungere. Parte della risposta, per quanto poco affidabile agli occhi internazionali, potrebbe arrivare dal ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu. Questo alcuni mesi fa aveva affermato che le armi occidentali stavano finendo in Medio Oriente.

Si può provare immaginare altri possibili scenari. Una destinazione plausibile è la Russia stessa, poiché sul campo i soldati russi sono i più vicini alle armi occidentali fornite agli ucraini. Anche l’eventualità proposta da Shoigu è valida, ma alla lista delle possibili destinazioni si deve aggiungere l’Africa, dove agiscono diverse organizzazioni terroristiche e infine una pista potrebbe portare nell’Asia minore.

Argomenti

# Guerra

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO