Anche Zara rischia la crisi? Numeri in calo e vendite estive rallentate

Giorgia Paccione

11 Giugno 2025 - 12:20

Inditex, la casa madre di Zara, delude le attese nel primo trimestre 2025: vendite sotto le stime e partenza lenta per la stagione estiva. Cosa succederà al colosso retail?

Anche Zara rischia la crisi? Numeri in calo e vendite estive rallentate

Il gigante spagnolo della moda Inditex ha pubblicato i risultati finanziari del primo trimestre 2025 rivelando un possibile rallentamento della crescita per uno dei brand simbolo del fast fashion globale, di cui è proprietario: Zara. Le vendite sono infatti risultate inferiori alle aspettative degli analisti, e la stagione estiva –tradizionalmente cruciale per il settore – è partita in sordina.

La notizia ha immediatamente alimentato interrogativi sulla tenuta del colosso retail. Nel dettaglio, il gruppo ha registrato ricavi per 8,27 miliardi di euro nel periodo febbraio-aprile 2025, una crescita dell’1,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente ma inferiore alle stime degli analisti, che si attestavano su 8,36 miliardi di euro secondo il consensus LSEG. Anche l’utile netto, pari a 1,3 miliardi di euro, si è mantenuto leggermente sotto le attese del mercato.

Numeri in calo per Zara: i dati del primo trimestre e le cause del rallentamento

A pesare sui risultati, diversi fattori concomitanti. In primo luogo, il clima: la primavera più fredda e piovosa in Spagna – mercato che rappresenta il 15% delle vendite globali di Inditex – ha rallentato la domanda di abbigliamento estivo, come sottolineato dagli analisti di Bernstein. Sul fronte macroeconomico, il ritorno delle pressioni inflazionistiche e l’incertezza legata ai dazi commerciali, soprattutto negli Stati Uniti, hanno reso i consumatori più cauti negli acquisti, penalizzando non solo Zara ma l’intero comparto retail internazionale.

Nonostante la crescita delle vendite sia rimasta positiva, il ritmo si è notevolmente ridotto rispetto al passato. Nel secondo trimestre, tra il 1° maggio e il 9 giugno, l’incremento dei ricavi a cambi costanti si è fermato al 6%, contro il +12% dello stesso periodo del 2024 e al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano almeno il 7,3%. Un segnale che la stagione estiva, tradizionalmente trainante, potrebbe non bastare a compensare le incertezze del contesto attuale.

La concorrenza cinese e le strategie di ripresa

Oltre alle sfide macroeconomiche, Inditex si trova a fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita. Brand emergenti come Shein e Temu, nati in Cina e basati su modelli di business digitali e prezzi ultra-competitivi, stanno erodendo quote di mercato anche nei segmenti storicamente dominati da Zara e dai suoi marchi “fratelli” come Pull&Bear, Bershka e Massimo Dutti. Anche il principale rivale europeo, H&M, ha riportato risultati deludenti nel primo trimestre, segno che l’intero settore fast fashion sta attraversando una fase di assestamento.

Per rispondere a queste criticità, Inditex ha puntato su una strategia di ottimizzazione della rete vendita, con una riduzione del numero di negozi a 5.562 al 30 aprile 2025, rispetto ai 5.698 dell’anno precedente, e su investimenti massicci in tecnologia e rinnovamento dei punti vendita, per un totale di 1,8 miliardi di euro nel solo 2025. Il gruppo mantiene inoltre una posizione finanziaria solida, con quasi 6 miliardi di euro di liquidità e nessun debito finanziario dichiarato.

Il CEO Óscar García Maceiras ha sottolineato la “resilienza” del modello Inditex, evidenziando come il controllo delle scorte e la capacità di adattamento operativo possano consentire all’azienda di navigare anche in un contesto difficile e di cogliere eventuali opportunità di crescita futura. Tuttavia, la pressione sui margini e la volatilità dei cambi – che secondo le stime avranno un impatto negativo del 3% sulle vendite 2025, contro l’1% previsto a marzo – restano elementi di attenzione per gli investitori e per il mercato.

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