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Amazon: accordo con l’UE su dati dei venditori, Buy Box e Prime

Niccolò Ellena

21/12/2022

22/12/2022 - 10:03

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Si è chiuso il contenzioso tra Commissione Europea e Amazon. Trovato l’accordo per l’utilizzo dei dati dei venditori indipendenti.

Amazon: accordo con l’UE su dati dei venditori, Buy Box e Prime

Amazon e l’Unione Europea hanno trovato un accordo per la gestione dei dati da parte del marketplace fondato da Jeff Bezos. Amazon era stata accusata dalla Commissione Europea di aver sfruttato la sua posizione in maniera illecita, violando le leggi relative alla concorrenza dell’UE.

Per avere maggiori informazioni su ciò che è accaduto prima di oggi potete leggere:

A seguito di due indagini avviate dalla Commissione Europea, Amazon è stata accusata di aver agito in maniera non conforme alle regole dell’antitrust europeo. In particolare, nel 2019 l’azienda di Jeff Bezos era stata accusata di aver utilizzato a proprio vantaggio e in maniera illecita i dati non-pubblici di venditori terzi attivi sul marketplace.

Successivamente, a finire nel mirino della Commissione Europea, erano stati anche il Buy Box di Amazon e il servizio Amazon Prime. Nel primo caso, a far discutere erano stati i criteri con cui Amazon decideva chi finiva nel Buy Box e chi no. Questo era particolarmente importante poiché questo spazio consente ai clienti di aggiungere direttamente i prodotti di un rivenditore al proprio carrello. Essere inseriti in questa casella è fondamentale, visto che la maggior parte delle transazioni passa attraverso essa.

Amazon era infine stata accusata di favorire la propria attività di vendita al dettaglio attraverso il servizio Prime, nonché le attività dei venditori che utilizzano i servizi di logistica e consegna di Amazon.

Le soluzioni proposte da Amazon

Consapevole della situazione, Amazon ha proposto delle soluzioni per tornare ad essere conforme alle regole europee. In un primo momento l’azienda aveva fatto delle proposte per porre fine alla questione. Poi, tra luglio e settembre 2022, la Commissione aveva nuovamente dialogato con le parti interessate. In questo contesto Amazon aveva leggermente rivisto le sue proposte, che sono poi state accettate e rese legalmente vincolanti dalla Commissione.

Tra gli impegni presi da Amazon ci sono:

  • non utilizzare più dati non pubblici relativi alle attività dei venditori indipendenti sul suo marketplace o derivanti da esse per le sue attività di vendita al dettaglio. Ciò vale sia per i dipendenti di Amazon, sia per gli strumenti automatizzati a disposizione dell’azienda, che spesso la aiutano a prendere decisioni strategiche;
  • trattare tutti i venditori allo stesso modo quando classifica le offerte ai fini della selezione del vincitore Buy Box;
  • migliorare la presentazione della seconda offerta concorrente della Buy Box per renderla più visibile e includere un meccanismo di revisione nel caso in cui la presentazione non attiri adeguatamente l’attenzione dei consumatori;
  • aumentare la trasparenza e la rapidità delle informazioni trasmesse ai venditori e ai vettori in merito agli impegni presi da Amazon e ai nuovi diritti ottenuti;
  • definire delle modalità che consentano ai vettori indipendenti di contattare direttamente i propri clienti Amazon e di fornire servizi di consegna equivalenti a quelli offerti da Amazon;
  • migliorare la protezione dei dati dei vettori, contrastandone l’uso da parte dei servizi logistici concorrenti di Amazon;
    aumentare i poteri del controllore fiduciario imponendo obblighi di notifica supplementari;
  • realizzare un meccanismo di reclamo centralizzato, aperto a tutti i venditori e vettori in caso di sospetta inosservanza degli impegni;
  • portare a sette anni, invece dei cinque proposti inizialmente, la durata degli impegni relativi al programma Prime e alla seconda offerta concorrente della Buy Box.

Se Amazon dovesse violare gli impegni, la Commissione potrebbe infliggere un’ammenda fino al 10% del fatturato annuo totale dell’azienda, senza che l’autorità di regolamentazione dell’UE debba constatare una violazione delle norme antitrust oppure una penalità periodica del 5% al giorno del fatturato giornaliero di Amazon per ogni giorno di non conformità.

Sulla questione si è espressa Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva della Commissione Europea responsabile delle politiche sulla concorrenza, affermando: «la decisione di oggi stabilisce nuove regole per come Amazon opera in Europa. L’azienda non può più abusare del suo duplice ruolo e dovrà quindi cambiare molte delle sue pratiche commerciali».

In seguito all’accordo con la Commissione Europea, infine, Amazon ci ha fatto pervenire la seguente dichiarazione: «Siamo lieti di aver trovato una soluzione alle richieste della Commissione europea e di avere chiuso questi casi. Pur continuando a non essere d’accordo con molte delle conclusioni preliminari tratte dalla Commissione europea, ci siamo impegnati in modo costruttivo per poter continuare a servire i clienti in tutta Europa e supportare le 225.000 piccole e medie imprese europee che vendono attraverso i nostri negozi».

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