Allarme diesel, ce n’è sempre meno e il prezzo aumenta. Ecco cosa sta succedendo

Alessandro Nuzzo

3 Febbraio 2024 - 10:59

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In Europa sta arrivando sempre meno carburante per due motivi. E il prezzo inizia ad aumentare.

Allarme diesel, ce n’è sempre meno e il prezzo aumenta. Ecco cosa sta succedendo

È iniziato un mese di febbraio che potrebbe essere molto difficile sul fronte dei trasporti a causa dell’aumento dei prezzi sopratutto del diesel. Questo per almeno due motivi: la crisi nel Mar Rosso con rallentamento degli attraversamenti nel canale di Suez e il mese di manutenzione delle raffinerie negli Stati Uniti. Due eventi concomitanti che porteranno meno carburante in Europa dai paesi esportatori con il risultato che aumenterà il prezzo finale e l’onere ricadrà ovviamente sul consumatore finale.

Sui principali mercati di riferimento c’è già agitazione visto che i prezzi sono saliti ai massimi storici da 3 mesi. I futures sul gasolio sono saliti del 15% da metà dicembre a 845 dollari la tonnellata. Un aumento che rispecchia le preoccupazioni degli investitori che prevedono sopratutto a febbraio aumenti.

La risalita dei prezzi lo si vede già alle pompe di benzina. Il nuovo mese è partito con rincari sui prezzi di benzina e diesel. Secondo gli ultimi dati aggiornati i prezzi medi della benzina al self-service è 1,826 euro/litro. Il diesel è a 1,788 euro/litro.

Netto crollo delle importazioni

Secondo gli analisti sarà proprio febbraio il mese caldo sul fronte carburante con un netto crollo delle importazioni di diesel in Europa di due terzi rispetto al livello attuale. Dal fronte orientale il minor arrivo deriva dalla crisi nel Mar Rosso. L’India, nazione a cui l’Europa fa sempre più affidamento dopo lo stop delle importazioni dalla Russia, non ha ancora inviato alcun prodotto raffinato in questo 2024, interrompendo così il normale flusso di gasolio.

Il greggio indiano è stato dirottato verso il Golfo Persico e altre destinazioni in Asia. Anche le esportazioni dell’Arabia Saudita verso le nazioni europee sono diminuite con una media di 147.000 barili al giorno nel periodo 1-17 gennaio contro i 293.000 barili al giorno di dicembre. Addirittura la fornitura del Kuwait è scesa a 28.000 barili al giorno rispetto ai 147.000 barili al giorno di dicembre.

Lato occidentale invece febbraio coincide con il mese della manutenzione delle raffinerie negli Stati Uniti con la conseguente riduzione delle esportazioni. Le previsioni dicono che fino a metà febbraio arriveranno solo 450mila barili al giorno di diesel. Due eventi concomitanti che potrebbero far aumentare il prezzo del carburante sul consumatore finale.

Il diesel è un carburante molto utilizzato nei trasporti pesanti, in agricoltura e nell’industria. Un aumento del costo della materia prima potrebbe finire con il pesare sul consumatore finale con un rincaro su merci e prodotti di ogni genere. Tra l’altro siamo nella piena protesta degli agricoltori in tutta Europa e uno dei motivi che ha costretto il settore a scendere in strada con i loro trattori è proprio l’aumento del costo del gasolio.

Un nuovo rincaro in questo periodo alimenterebbe ulteriormente le proteste di chi si sente poco tutelato dall’Europa e che combatte ogni giorno contro l’importazione di prodotti da altre nazioni a costi contenuti creando una concorrenza sleale.

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