Aiuti per affitto, ecco tutte le agevolazioni

Patrizia Del Pidio

27 Ottobre 2023 - 18:34

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Ci sono diversi aiuti per chi vive in affitto, vediamo quali sono e che requisiti sono necessari per poterli richiedere nel 2023.

Aiuti per affitto, ecco tutte le agevolazioni

Per chi vive in una casa in locazione il periodo di crisi che stiamo vivendo, sicuramente non aiuta. Esistono aiuti per chi vive in affitto? Per chi paga il mutuo vi è, infatti, la possibilità in caso di difficoltà economica, di sospendere il pagamento delle rate per un determinato periodo, ma per chi vive in affitto che agevolazioni ci sono?

Lo Stato, ovviamente, viene incontro anche a chi non è proprietario dell’immobile in cui vive e non riesce a pagare il canone di locazione. Per il 2023, infatti, è stato rinnovato un importante aiuto a patto che ci siano validi motivi e che si rispettino i requisiti Isee. Vediamo di cosa si tratta e a chi è rivolta questa importante agevolazione.

Aiuto per chi vive in affitto, cosa fa lo Stato?

Ci sono diversi aiuti messi in campo per chi vive in affitto e variano in base alla tipologia di difficoltà in cui si versa. Ci sono aiuti destinati a chi ha ricevuto già uno sfratto, a chi si trova in una situazione di disagio economico e non riesce a sostenere le spese del canone di locazione.

In questo articolo esamineremo quelli che sono gli aiuti messi in campo per chi vive in affitto e quali sono le agevolazioni previste in questi casi, oltre ai requisiti per richiedere contributi, bonus e sconti.

Fondo morosità incolpevole per chi ha ricevuto uno sfratto

Per il 2023 è stato rinnovata l’Integrazione al canone di locazione. Viene erogata solo nel caso vi siano gravi e validi motivi che impediscano il pagamento del canone di affitto e che si rispettino i limiti Isee previsti dalla normativa.

Per aver diritto al contributo affitto bisogna presentare apposita domanda per accedere alle forme di sostegno previste per le famiglie che vivono in disagio economico. Si tratta di un bonus concesso a coloro che rientrano tra gli inquilini vittime della morosità incolpevole, ovvero per coloro che non pagano l’affitto non per volontà di non farlo, ma per mancanza di liquidità.
Fino ad esaurimento fondi lo Stato lo eroga alle famiglie che non riescono a pagare il canone di locazione e rientra nella legislazione del Decreto anti-sfratti.

Da specificare che il fondo per il contributo affitto è attivo non in tutti i Comuni ma soltanto in quelli dove ci sono problematiche legate alla tensione abitativa e, di conseguenza è più alto il canone di locazione (e più difficile da pagare).
Il contributo erogato è pari alla differenza tra il valore del canone di locazione di un alloggio popolare tipo e quello pagato realmente dall’inquilino che si trova in difficoltà economica.

Per accedere al fondo di morosità incolpevole è necessario che, oltre alle gravi motivazione che impediscono di pagare l’affitto, l’inquilino versi anche in una situazione economica disagiata e abbia Isee che non superi i 26.000 euro l’anno.

Quali sono le gravi motivazioni per accedere al fondo?

Le cause gravi che danno diritto a richiedere il contributo affitto 2023, possono essere riassunte nel seguente elenco:

  • licenziamento;
  • riduzione dell’orario lavorativo (e di conseguenza della retribuzione);
  • cassa integrazione;
  • scadenza contratto a tempo determinato non rinnovato;
  • cessazione dell’attività lavorativa che non dipendono dalla volontà del lavoratore;
  • infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che concorreva alla formazione del reddito della famiglia.

Oltre alle gravi motivazioni che impediscono il pagamento dell’affitto e all’Isee che deve essere inferiore a 26.000 euro l’anno, l’inquilino deve rispettare anche altre condizioni per poter accedere al contributo affitto 2023.

Ad esempio per poter richiedere il rimborso dell’affitto è necessario che nessun componente del nucleo familiare sia proprietario o usufruttuario di un immobile nell’area di residenza. Per poter accedere al fondo, inoltre, è necessario che l’inquilino abbia ricevuto lo sfratto per morosità e che il contratto per l’immobile in cui vive sia regolarmente registrato.

Ovviamente l’immobile per il quale si richiede il contributo affitto non deve appartenere a una categoria di lusso e in esso bisogna avere la residenza da almeno un anno.

Bonus affitto 2023

L’articolo 1, comma 155 della Legge di Bilancio 2022 ha rinnovato anche per il 2023 il bonus affitto la cui scadenza ultima è fissata al 31 dicembre 2023.
L’importo erogato varia di anno in anno, per il 2023 le somme messe a disposizioni delle Regioni sono pari a 330 milioni che andranno, poi, ripartite tra i Comuni.

La copertura del bonus è quella di contribuire a un massimo di 3 mensilità di affitto fino a un massimo di 1.500 per ogni nucleo familiare. Quali sono i requisiti per richiederlo? Si tratta di tre requisiti minimi nazionali, ma ogni Comune, poi, potrà prevedere ulteriori limiti.

Il primo riguarda le condizioni economiche del nucleo che deve avere un Isee non superiore a 17.145 euro. Potranno beneficiare del bonus anche i nuclei con Isee fino a 35.000 euro ma solo se hanno registrato una perdita del reddito Irpef superiore al 25% rispetto all’anno precedente (mettere a confronto dichiarazione dei redditi 2023 e 2022).

Il secondo requisiti riguarda i requisiti oggettivi di ognuno che deve essere: cittadino italiano o dell’UE, o essere un cittadino in possesso di permesso di soggiorno di almeno un anno.

Il terzo requisito riguarda la residenza che deve essere nell’immobile per il quale si richiede il bonus.

Bonus affitto giovani con detrazione al 20%

Per i giovani è previsto, invece, un aiuto qualora decidano di andare a vivere in una casa in affitto. L’età deve essere compresa tra i 20 e i 31 anni non compiuti e spetta una detrazione del 20% sul canone di locazione dovuto fino a un massimo di 2.000 euro l’anno. In caso sia più conveniente sarà riconosciuta una detrazione base pari a 991,60 euro.

Se ad esempio, la detrazione al 20% fosse più bassa di 991,60 euro sarà riconosciuta quest’ultima cifra come detrazione e non il 20% sul canone di locazione annuo.

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